Oggi si è tenuta l’ultima conferenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di quest’anno sull’epidemia da COVID-19.
In primis, gli ufficiali dell’OMS hanno sfruttato questa occasione per lanciare un monito: il dottor Ryan, a capo del programma di emergenza, e la dottoressa Van Kerkhove hanno avvertito che il COVID-19 potrebbe non essere “necessariamente il peggiore” virus e la più grave pandemia che dovremo mai affrontare. Hanno avvertito del rischio reale di dover fronteggiare altre severe emergenze nello stesso modo in cui i governi hanno dovuto gestire questa, vale a dire impreparati. Il dottor Ryan ha ricordato che il prossimo virus potrebbe essere anche peggiore, perché il nostro pianeta è fragile e la società sempre più complessa e interconnessa.
Gli ufficiali hanno notato che i paesi che hanno gestito meglio la situazione non sono stati quelli più ricchi, bensì quelli con esperienze pregresse di emergenze sanitarie, che hanno saputo prendere le decisioni giuste più rapidamente, a conferma dell’importanza di imparare dall’esperienza terribile di quest’anno.
Hanno invitato, poi, con un accorato appello, a onorare i troppi defunti preparandosi, equipaggiando al meglio i sistemi sanitari, formando medici ed infermieri e mantenendo sempre la popolazione informata con trasparenza, al fine di proteggerla.
Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus ha ricordato anche il ruolo cruciale della ricerca, spiegando ai giornalisti che l’OMS continua ad imparare nuove cose sul virus ogni giorno, incluso il potenziale infettivo e letale di nuove varianti, che sono studiate soprattutto in UK e Sud Africa.
Infine, il professor David Heymann, esperto infettivologo e collaboratore dell’OMS, ha ricordato che sia prematuro immaginare già una vita completamente libera dal COVID. Anzi, è possibile che il virus diventi endemico nella popolazione globale, e pertanto che le vaccinazioni non ne sradichino la presenza.