Alla fine i capricci del presidente non hanno ottenuto il risultato che Donald Trump avrebbe voluto. Ha dovuto alzare bandiera bianca cercando di mimetizzare la sua resa in una vittoria per il popolo americano. Duramente criticato dal presidente eletto Joe Biden che lo ha accusato di non assumersi le sue reponsabilità, sotto pressione da parte di repubblicani e democratici che per superare questo drammatico momento hanno raggiunto un accordo bipartisan sul pacchetto di aiuti, il presidente è capitolato e ha ratificato il nuovo piano di stimolo da 900 miliardi di dollari per l’economia in cui sono inclusi gli aiuti a famiglie e alle piccole imprese per cercare di rilanciare il sistema produttivo duramente colpito dalla pandemia. Il nuovo pacchetto di stimoli inoltre estende gli aiuti federali per i 14 milioni di americani disoccupati fino a metà marzo 2021, fornisce prestiti garantiti e miliardi di dollari in aiuti a ristoranti, compagnie aeree, alberghi e altre società. Proroga, inoltre, la moratoria sugli sfratti per le famiglie che non hanno più la possibilità di pagare l’affitto, sospende i pignoramenti e fornisce fondi per la distribuzione dei vaccini Covid-19 ai singoli Stati.
Il pacchetto era stato inserito nel più vasto provvedimento di spesa da 2 mila e 300 miliardi di dollari per finanziare le attività del governo fino al settembre 2021. Ma il presidente era contrario ritenendo che gli aiuti diretti alle famiglie fossero troppo contenuti. Martedì scorso Trump aveva diffuso un video in cui chiedeva al Congresso di alzare a duemila dollari l’importo dei versamenti diretti ai cittadini con reddito inferiore ai 75mila dollari l’anno e aumentare i finanziamenti diretti alle imprese. La sua ostinazione lo ha messo in rotta di collisione con il suo stesso partito che ora è costretto a bocciare al Senato le sue ultime richieste, peraltro ben accettate dai democratici che hanno assicurato il loro voto alla Camera dei Rappresentanti.
E non finisce qui. Alle ultime battute anche il piano per i finanziamenti al Pentagono, il 2021 National Defense Authorization Act (NDAA) di 740 miliardi di dollari. Trump ha cercato di legare l’approvazione dei fondi con la cancellazione dell’immunità per le piattaforme sociali del web. La cosiddetta Section 230 del “Communication Decency Act” con cui si garantisce ai social l’immunità sui post messi dalle terze parti affermando che rappresentano un pericolo alla sicurezza nazionale poiché Facebook, Twitter, Watsup, Instagram, Tumblr e tutti gli altri, non sono responsabili dei contenuti che vengono postati sui loro siti e possono essere fonti di disinformazione per il Paese. Un modo per cercare di giustificare la sua battaglia personale contro le piattaforme che segnalano o censurano la non correttezza delle informazioni dei suoi post. Molti dei parlamentari di entrambi i partiti ritengono che la Section 230 sia una forma di censura e la vorrebbero modificare, ma assolutamente non hanno voluto legarla ai finanziamenti per il Pentagono. Trump in passato aveva già cercato di abrogare la “Section 230” minacciando anche allora il veto quando gli fu presentata la legge che imponeva alla Difesa di cambiare i nomi delle basi militari intitolate ai soldati confederati. Anche allora il presidente legò la legge alla cancellazione della “Section 230”e anche allora fu costretto a fare Marcia indietro. E oggi se il presidente dovesse decidere di porre il veto ai finanziamenti per il Pentagono correrebbe il rischio di vedere il suo veto annullato con il voto dei due terzi del Senato perché molti senatori repubblicani sono contrari alla sua proposta. Il provvedimento è l’ultima legge del 116esimo Congresso degli Stati Uniti.
A decidere chi controllerà il Senato il prossimo anno saranno i due ballottaggi della Georgia in calendario il 5 gennaio. E qui la battaglia è senza quartiere. Donald Trump andrà la prossima settimana ad Atlanta per sostenere i due candidati repubblicani, David Perdue e Kelly Loeffler, sfidati rispettivamente da Jon Osoff e Raphael Warnock. Se uno solo dei repubblicani dovesse mantenere il proprio seggio, il Gop continuerebbe ad avere la maggioranza. Centinaia di milioni di dollari sono stati spesi in questa campagna elettorale. Il risultato determinerà l’agenda del presidente eletto: se i democratici dovessero aggiudicarsi entrambi i seggi otterrebbero il controllo del Senato e tutto sarà molto più facile per Joe Biden poiché i democratici già hanno la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti.
Il tema dominante per questa ultima elezione è il coronavirus e tutte le misure finora prese sia per cercare di contenere la trasmissione del covid-19 che per mantenere il ciclo produttivo dello Stato e l’occupazione. Entrambi i candidati repubblicani sono sostenitori di Trump, ma entrambi hanno problemi per alcuni investimenti in borsa poco cristallini e minimizzano come il presidente la pericolosità e la gravità del coronavirus sia per la salute che per l’economia. I democratici, che per la prima volta in 24 anni, hanno votato in massa per un candidato democratico alle presidenziali, puntano all’impresa facendo anche leva sulla lotta intestina all’interno del Gop locale aspramente, e ingiustamente, criticato da Trump per la vittoria di Biden. Ma quello che determinerà il successo sono proprio le misure per combattere il coronavirus in Georgia che in particolar modo sta colpendo le fasce più povere e meno istruite della popolazione. Una frangia della società fino a ieri quasi dimenticata dai politici e che ora, invece, è stata organizzata dall’attivista democratica Stacey Abrahams che ha registrato centinaia di migliaia di persone che non avevano mai votato prima.
Il rally in favore di candidati repubblicani al quale prenderà parte Donald Trump si svolgerà a Dalton, una piccola città nel Sud dello Stato che ha eletto alla Camera dei Rappresentanti la prima candidata dei Qanon, Marjorie Taylor Green, che ritiene i vaccini “inutili”, è una sostenitrice delle oscure trame che hanno portato Biden alla vittoria e che crede che il coronavirus sia una invenzione dei media nonostante che il coronavirus, secondo la John Hopkins University, abbia causato in tutti gli Stati Uniti a dicembre in solo 26 giorni 63 mila decessi. In tutti gli Stati Uniti le persone colpite dal covid-19 dall’inizio della pandemia sono state più di 19 milioni e le persone morte per il virus sono 333 mila.
Per cercare di arginare la pandemia il presidente eletto Joe Biden ha detto che dopo la sua investitura ricorrerà al “Defense Production Act”per accelerare la produzione e distribuzione dei vaccini. Il Defense Production Act è la legge che risale alla guerra in Corea e che consente al presidente di rafforzare e monopolizzare la produzione nelle aziende private che elaborano beni ritenuti strategici per la difesa della Nazione.
AGGIORNAMENTO: Lunedì sera i democratici hanno votato alla Camera l’innalzamento della cifra dello stimolo da 600 a $2000 per ogni americano che guadagna meno di 75 mila dollari, con il supporto di 42 repubblicani. Oggi tocca al Senato, dove la maggioranza guidata da Mitch McConnell si trova difronte al bivio: obbedire a Trump e rimangiarsi come se nulla fosse la loro ostilità alla sua proposta appoggiata ora dai democratici (l’indipendente senatore del Vermont Bernie Sanders aveva proposto l’aumento ancor prima di Trump…) o disobbedire al presidente rischiando però di essere poi puniti in Georgia dai suoi sostenitori. Trump che con i suoi tweet continua ad attaccare i repubblicani perché non lo hanno sostenuto nel tentativo di capovolgere le elezioni, già martedì mattina twittava: “Give the people $2000, not $600, they have suffered enough!” (Date alla gente $2000, non $600, hanno già sofferto abbastanza!”.)