Oggi, giovedì 10 dicembre, è la Giornata mondiale dei diritti umani e commemora l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel lontano 1948. Più di settant’anni dopo, il documento fondamentale fornisce uno stimolo per il mondo affinché possa “riprendersi al meglio” dalla pandemia, e infatti, durante il suo appello, il Segretario Generale dell’ONU António Guterres ha chiesto che i diritti umani vengano posti “al centro” della risposta alla pandemia di Covid-19 al fine di ottenere un futuro migliore.
Multilateralismo, cooperazione e solidarietà dovranno essere alla base del recupero, poiché “approcci divisivi, autoritarismo e nazionalismo non hanno senso contro una minaccia globale”, ha sottolineato Guterres, affermando che “per sconfiggere la pandemia e proteggerci per il futuro, abbiamo bisogno di strutture basate sui diritti universali come la copertura sanitaria per tutti”.
Appena 24 ore prima, Michelle Bachelet, Alto Commissario dell’ONU per i diritti umani, con dei chiari riferimenti ha definito “riprovevole” la leadership di alcuni politici che hanno continuato a sminuire l’emergenza sanitaria, rimproverandoli anche per aver politicizzato la pandemia, creando divisioni e incoraggiando teorie del complotto.
“La pandemia ha rafforzato due verità fondamentali sui diritti umani” ha affermato Guterres, innanzitutto aumentando disuguaglianze e discriminazioni sui gruppi vulnerabili tra cui “lavoratori in prima linea, persone con disabilità, persone anziane, donne e ragazze e minoranze”. Allo stesso modo, la pandemia sta fornendo un pretesto per “limitare lo spazio civico” e reprimere la “libertà dei media”.
In una dichiarazione, oltre 130 esperti indipendenti dei diritti delle Nazioni Unite, facendo eco al messaggio del Segretario Generale, hanno evidenziato “la centralità della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo nel sistema internazionale”, soprattutto in un momento in cui il mondo si trova a dover affrontare diverse sfide globali, non solo la pandemia, ma anche il cambiamento climatico, il razzismo e la discriminazione.