Tra una settimana saranno ormai tre mesi che i pescatori partiti da Mazara del Vallo lo scorso 1° settembre, mancheranno dalle loro case. Sabato 21 novembre, in occasione della Giornata mondiale della Pesca, le famiglie delle vittime hanno rinnovato il loro appello alla liberazione in piazza Montecitorio.
Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha chiesto al governo di usare gli strumenti diplomatici per agire con determinazione e liberare i pescatori.

Nuovamente interviene anche il Vaticano. Il Cardinale Peter Turkson, Prefetto del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, ha invitato a “risolvere questa penosa situazione”, trovando “una soluzione positiva attraverso un dialogo aperto e sincero”. Già Papa Francesco, durante l’Angelus di domenica 18 ottobre, ha dato il suo sostegno.
Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha assicurato che liberare i pescatori detenuti dal generale Khalifa Haftar in una caserma di Bengasi con l’accusa di aver pescato in acque ritenute proprie, è priorità del governo, ma le trattative sembrano assai lunghe e non trovano ancora alcuna concretezza.
Le milizie del generale Haftar hanno dapprima forzato uno scambio di prigionieri e poi hanno accusato i marittimi di trasportare droga minacciando un processo, che non è mai stato ufficializzato. Le loro intenzioni non sembrano chiare.

Intanto in un comunicato diffuso sul sito della Farnesina il 19 novembre, si legge che Di Maio ha avuto un colloquio telefonico con la Rappresentante Speciale Onu ad Interim per la Libia, Stephanie Williams. Nella nota Di Maio “ha confermato il pieno sostegno dell’Italia agli sforzi di dialogo intra-libico condotti da UNSMIL” ed ha espresso soddisfazione per il Dialogo Politico che ha fissato le elezioni al 24 dicembre 2021. Infine, Di Maio “ha evidenziato i positivi sviluppi in campo economico dopo la ripresa della produzione e delle esportazioni di petrolio”. Come si può notare, dei pescatori di Mazara del Vallo non c’è traccia, nemmeno una parola.
Ad oggi, l’unico successo diplomatico di Luigi Di Maio in questa faccenda, è stato quello di aver fatto ottenere ai pescatori una telefonata a casa.