Si accende un lumicino di speranza di pace e stabilità per la Libia dalla conferenza di Berlino almeno a sentire i toni usati dalla padrona di casa, la cancelliera Angela Merkel, alla fine del vertice: ”Abbiamo messo a punto un piano molto ampio, tutti hanno collaborato in modo molto costruttivo, tutti sono d’accordo sul fatto che vogliamo rispettare l’embargo delle armi con maggiori controlli rispetto al passato”. Merkel ha ammesso che con i partecipanti “non abbiamo risolto tutti i problemi”, però é rimasta ottimista: “Abbiamo creato lo spirito, la base per poter procedere sul percorso Onu designato da Ghassam Salamé“.
Anche il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres, che ha partecipato ai lavori della Conferenza avendo un ruolo centrale con il suo inviato speciale per la Libia Salamè, durante la conferenza stampa finale ha dato il benvenuto al “forte impegno di tutti per una soluzione pacifica della crisi”, ribadendo che “non esiste soluzione militare” e ha aggiunto che ha preso atto che tutti i partecipanti alla conferenza di Berlino sono d’accordo anche sulla “fine delle interferenze esterne”.
Dal canto suo anche il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte si é dichiarato soddisfatto: “Ci possiamo ritenere soddisfatti perché comunque abbiamo compiuto passi avanti, 55 punti condivisi, che includono il cessate il fuoco, l’embargo sull’arrivo di nuove armi ed un percorso politico-istituzionale ben definito. E’ stato nominato anche il comitato militare congiunto che veglierà, monitorerà che la tregua sia rispettata, abbiamo dei passi avanti significativi”.
”Finalmente sono stati nominati i componenti del Comitato militare congiunto per la Libia. Avanti così”, aveva scritto Conte su Twitter Conte durante i lavori della conferenza, riferendosi alla nomina dei membri del comitato “5+5” incaricato di monitorare il cessate il fuoco.
Anche il Segretario di Stato Mike Pompeo, ha avuto parole ottimiste rispetto all’epilogo del vertice, scrivendo su twitter: ”Dialogo produttivo a Berlino per trovare una soluzione politica in Libia. Siamo a fianco del popolo libico mentre lavora per un futuro sicuro, libero dalla violenza e dalle interferenze straniere”.
Eppure non tutto è stato positivo a Berlino, con la nota dolente che per esempio le delegazioni delle fazioni contendenti, quella del premier Fayez al Serraj e quella del generale Khalifa Haftar si sono rifiutate di incontrarsi durante la conferenza.
Intanto si profila anche la possibilità di una missione di pace internazionale per la Libia, di cui l’Italia, tramite il sottosegretario agli Esteri Enzo Amendola in una intervista al Corriere della Sera, si è detta pronta in caso a partecipare i suoi militari. Ma secondo l’inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU e capo dell’UNSMIL, la possibilità di una missione di pace con militari dall’Europa, comporta forti rischi: “Non sono sicuro che ci sia spazio per una missione europea in Libia”, ha dichiarato Salamè, aggiungendo che l’opzione deve essere considerata ultima ratio. “Se c’è un accordo politico forte, sono meno necessari i soldati. Se invece l’accordo politico è molto debole, non ci saranno mai abbastanza soldati sul terreno per controllare la pace”. “Abbiamo presentato un piano di sicurezza che prevede il ritiro di tutti i ‘foreign fighter’, a prescindere dalla loro nazionalità”, ha aggiunto Salamè.