Alle Nazioni Unite si è conclusa nella mattinata del 26 settembre la quinta tornata di straw polls, votazioni a carattere informale durante le quali i 15 membri del Consiglio di Sicurezza sono tenuti ad esprimere un giudizio tra “favorevole”, “sfavorevole” e “neutrale” riguardo ad ognuno dei candidati al ruolo di prossimo Segretario Generale dell’ONU, che succederà il sudcoreano Ban Ki-moon a partire dal 1 gennaio 2017.
Al momento il numero di candidati in gara è sceso da 12 a 9 e, ancora una volta, in cima alla classifica si è posto l’ex premier portoghese Antonio Guterres che ha ricevuto ben 12 voti a favore, 2 voti negativi e 1 neutro. Sebbene Guterres abbia quindi superato la soglia delle 9 approvazioni necessarie per accedere al ruolo (già al primo sondaggio ricevette 11 voti positivi), è praticamente accertato che uno dei due voti contrari sia quello della Russia e, secondo le regole, il veto di uno dei 5 membri permanenti rappresenta un ostacolo insuperabile per la nomina. Per quanto riguarda il secondo “no”, voci di corridoio riferiscono che potrebbe appartenere alla Nuova Zelanda, intenzionata a favoreggiare la propria candidata Helen Clark. Clark, però, non sembra avere molte possibilità dato che il 26 settembre ha ricevuto 9 voti contrari, posizionandosi così in terzultima posizione nella classifica e seguita soltanto dalla moldava Natalia Gherman che ha riportato ben 11 voti contrari, 3 favorevoli e 1 neutro.
Al secondo posto troviamo il serbo Vuk Jeremić con 8 giudizi favorevoli e 6 contrari. Rispetto ai risultati della precedente votazione Jeremić ha scambiato posizione con lo slovacco Miroslav Lajčák, al momento terzo con 7 voti sfavorevoli. Agli straw polls delle Nazioni Unite, però, i voti negativi sono più importanti di quelli positivi: con uno stacco di ben 6 voti, Guterres mantiene salda la pole position.
La prima donna in classifica alle votazioni della quinta tornata di sondaggi è l’argentina Susana Malcorra, ministro degli Esteri argentino, che è ora quarta con 7 voti positivi e altrettanti negativi. Il sogno di un Segretario ONU di sesso femminile, dopo il grande incoraggiamento avuto all’apertura del processo di selezione, sembra quindi sfumare sempre di più anche perchè la grande favorita per il ruolo, la bulgara e direttrice dell’UNESCO Irina Bokova, ha ottenuto ora come Malcorra 7 voti contrari. Rumors vociferano che se la Bokova non avesse rimontato nei sondaggi entro la quinta tornata avrebbe ritirato la sua candidatura per fare spazio a Kristalina Georgieva, vicepresidente della Commissione europea per il Budget e le Risorse Umane. Georgieva, però, potrebbe essere vista come una personalità troppo vicina all’UE e quindi avrebbe difficoltà a rientrare nelle grazie della Russia o della Cina, entrambi paesi con potere di veto.
Lo sloveno Danilo Türk, la cui stella aveva brillato in passato durante il primo straw poll, si è oggi classificato quarto a pari merito con Malcorra.
Con nove candidati ancora in corsa dopo la quinta sessione di sondaggi informali, la situazione sembra paralizzata. I voti, inoltre, potrebbero essere stati condizionati dalle recenti dispute che hanno infiammato il Palazzo di Vetro nel fine settimana riguardo all’ormai critica situazione in Siria, per la quale Russia e Stati Uniti da mesi di scontrano tra una negoziazione e l’altra sotto la mediazione dell’inviato speciale ONU Staffan de Mistura. È forte, inoltre, l’invito perchè i candidati che a questo punto non abbiano raggiunto la soglia minima dei nove voti a favore ritirino la propria candidatura.
Il prossimo straw poll, previsto per il 5 ottobre, potrebbe rivelarsi decisivo: per la prima volta infatti i cinque paesi con diritto di veto voteranno con un colore differente rispetto agli altri. Questo permetterà ai candidati (e ai giornalisti) di sapere se il loro nome viene approvato o respinto da qualche membro permanente. Questo è un elemento decisivo perchè, come ha ricordato l’ambasciatore inglese Matthew Rycroft parlando con la stampa, “per vincere è necessario che un candidato raggiunga almeno nove voti positivi e che non riceva alcun voto sfavorevole da parte di un paese con diritto di veto”.