In una soleggiata domenica di fine settembre a New York si sono viste scintille al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Infatti il Consiglio di Sicurezza si è riunito per una riunione straordinaria convocata da Francia, Inghilterra e Stati Uniti per discutere della ormai disastrosa situazione in Siria, soprattutto ad Aleppo.
Dopo una fase di timidi miglioramenti seguita al raggiungimento di un accordo tra Russia e Stati Uniti il 9 settembre scorso, i bombardamenti e gli attacchi sono tornati a scuotere Aleppo a partire dal 18 settembre. Il giorno successivo, poi, il governo siriano ha ufficializzato la fine del cessate il fuoco tramite un comunicato unilaterale.
La situazione nella città è ormai critica e quotidianamente arrivano notizie di bombardamenti aerei, attacchi a convogli umanitari, raid e guerriglie che colpiscono senza alcuna pietà i civili e infrastrutture come scuole e ospedali.
Le Nazioni Unite non sono rimaste indifferenti ai recenti sviluppi e nella sala del Consiglio di Sicurezza sono state fatte affermazioni forti specialmente da parte dei tre grandi protagonisti: Russia, Stati Uniti e l’inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU per la Siria Staffan De Mistura.

Durante il suo intervento l’ambasciatrice americana Samantha Power ha accusato senza mezzi termini la Russia per quanto successo ad Aleppo, affermando: “Ciò che i russi stanno facendo in Siria non è controterrorismo, sono puri e semplici atti barbarici. Senza dubbio la Russia ha ed ha avuto a disposizione ormai per lungo tempo i mezzi necessari per fermare le sofferenze. Gli Stati Uniti hanno lavorato insieme alla Russia per otto duri mesi cercando di raggiungere un accordo che portasse alla fine delle ostilità. La Russia, però, ha sempre dichiarato qualcosa per poi fare tutt’altro — ha proseguito Power — e non ci potrà mai essere pace in Siria se la Russia non è realmente determinata ad ottenerla”. L’ambasciatrice americana ha inoltre definito gli attacchi sui civili portati avanti dal governo di Assad, alleato con la Russia, come crimini di guerra. Forte la critica anche alle responsabilità politiche e morali non rispettate da Mosca: “La Russia ha un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza. Questo è un privilegio, e in quanto tale porta con sé delle responsabilità. In Siria e ad Aleppo, la Russia sta abusando di questo” ha dichiarato l’ambasciatrice americana, precisando poi che “la storia non valuterà positivamente i restanti membri che continuano a tacere davanti a quanto sta accadendo”.
La posizione di Power è stata sostenuta anche dall’ambasciatore francese François Delattre e dall’inglese Matthew Rycroft che, durante il suo intervento, ha affermato: “Solo pochi giorni fa il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha affermato, proprio qui all’ONU, che le la Russia si sta impegnando per il raggiungimento di una soluzione pacifica in Siria. Oggi, questo impegno assomiglia molto alla situazione nel paese: abbandonato e senza vita. Se continua così la Russia non farà altro che rafforzare la sua posizione di paria nella comunità internazionale”.
Dall’altro lato, l’ambasciatore russo all’ONU Vitaly Churkin ha accusato gli Stati Uniti di cambiare continuamente le carte in tavola, eliminando così la possibilità di giungere ad un accordo definitivo. Per quanto riguarda la tregua di sette giorni richiesta dagli USA, Churkin ha affermato: “Abbiamo già spiegato cosa è necessario perché la tregua entri in vigore: bisogna differenziare in modo chiaro e definitivo tra terroristi e opposizione”, un chiaro riferimento alla recente separazione di Jabhat Al-nusra (ora “Jabhat Fath al-Sham”) da al-Qaeda. Churkin, infatti, ha accusato Washington di continuare a finanziare illecitamente tramite il rifornimento illecito di armi il gruppo terroristico di Al-Nusra, il cui obiettivo principale è rovesciare il governo di Assad. Per questo, tanto l’ambasciatore Churkin durante la sessione straordinaria del CdS quanto il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov durante la conferenza stampa di venerdì hanno dichiarato che è assolutamente necessario separare correttamente i terroristi contro i quali lottare, tra cui Jahabat Al-Nusra, e il fronte dell’opposizione che è invece opportuno inserire diplomaticamente nel processo delle negoziazioni di pace.
Fermo e deciso, poi, anche l’intervento dell’inviato speciale ONU per la Siria Staffan de Mistura. Dopo aver ricapitolato cronologicamente l’esplodere delle tensioni ad Aleppo, definendo la scorsa settimana come “una delle peggiori in Siria nel corso degli ultimi sei anni di conflitti”, De Mistura ha elencato tre richieste fatte ai 15 stati membri del Consiglio di Sicurezza per quanto riguarda il piano umanitario della questione: continuare a spingere per una cessazione delle violenze e per la protezione dei civili e delle infrastrutture; l’imposizione di un cessate il fuoco settimanale di 48 ore per assicurare che almeno gli aiuti inviati dall’ONU e dai suoi partners possano raggiungere la sezione est di Aleppo e la richiesta di trasferimento ospedaliero in strutture adeguate almeno per i malati più gravi e urgenti. “C’è ancora una finestra di speranza — ha affermato De Mistura — perché la Russia e gli Stati Uniti riescano effettivamente ad aiutare i siriani ad uscire da anni di sanguinosi conflitti. Chiedo a entrambi di superare le rispettive divergente in modo da salvare quanto deciso il 9 settembre”.
De Mistura in seguito ha inviato il Consiglio a sviluppare un piano d’azione comune che porti ad un cessate il fuoco in Siria, affermando: “Sono ancora convinto che sia possibile cambiare il corso degli eventi”. Molti, specialmente nell’ultimo periodo, si sono domandati perché l’inviato ONU non si sia ancora dimesso vista la disastrosa situazione con la quale ha a che fare e che non fa altro che peggiorare ogni giorno. Per rispondere a tutti i dubbi e le critiche, De Mistura ha chiarito davanti ai membri del Consiglio di Sicurezza: “Le mie dimissioni non porterebbero a nulla di positivo. Anzi, sarebbero il simbolo del fatto che la comunità internazionale sta abbandonando i siriani, e noi non lo faremo. Dobbiamo invece far sentire che la comunità internazionale è realmente intenzionata a terminare il conflitto una volta per tutte”.
In seguito alla riunione del Consiglio, De Mistura ha tenuto uno stakeout per la stampa in cui ha ripetuto che ci sono ancora speranze perché, anche se la situazione ad Aleppo è senza dubbio tragica, “Russia e Stati Uniti sono gli unici attori che possono decretare la fine ufficiale del cessate il fuoco, e al momento non lo hanno ancora fatto. Questi due paesi devono però dimostrare, con le parole ma anche con i fatti, che vogliono davvero portare avanti quanto affermato con il patto del 9 settembre”. De Mistura ha concluso il suo intervento affermando: “Ho lavorato alle Nazioni Unite per 46 anni e mi sono occupato di 17 guerre, ma non ho mai visto niente che possa essere comparato agli orrori di Aleppo”.
Allo stakeout, un giornalista ha chiesto a De Mistura quali saranno ora le azioni che intende intraprendere. L’inviato ha risposto che saranno diverse le mosse del Gruppo di Supporto Internazionale per la Siria, degli Stati Uniti o della Russia ma che, di certo, “le Nazioni Unite non abbandoneranno mai i siriani”.