Il Consiglio di Sicurezza si è riunito giovedì 21 luglio in una seduta a porte chiuse per tenere il primo sondaggio informale riguardo alla scelta del prossimo Segretario Generale, che succederà a Ban Ki-moon a partire dal 1 gennaio 2017. Al contrario di ciò che si credeva non è stata una donna ad uscire vincitrice da questo primo straw poll: Antonio Guterres sembra infatti essere il favorito tra i 12 candidati.
Come abbiamo già spiegato, quest’anno per la prima volta sembra che l’Assemblea Generale sia determinata a rendere il processo più trasparente dando ai candidati la possibilità di presentarsi al pubblico tramite dibattiti e town halls. Con la riunione di oggi, però, l’impressione è che il Consiglio di Sicurezza sia tornato ad utilizzare la stessa metodologia del passato, quando le votazioni avvenivano in gran segreto all’interno delle sale del Palazzo di Vetro e l’opinione pubblica era pressoché esclusa.
Nonostante il sondaggio di oggi fosse di carattere informale esso ha sicuramente permesso di fare una prima scrematura dei candidati. I 15 paesi del CdS (5 permanenti e 10 eletti) hanno infatti avuto la possibilità di giudicare i 12 potenziali Segretari tramite tre opzioni: “favorevole”, “neutro” e “sfavorevole”. L’attenzione è certamente stata puntata sui “P5” (i cinque permanenti), cioè i paesi che ancora godono del diritto di veto. Sebbene sia improbabile che Francia o Regno Unito abbiano scoraggiato la nomina di un candidato, le decisioni prese da Russia, Stati Uniti e Cina potrebbero essere determinanti in vista della scelta vera e propria.
Dopo l’avvenuto “straw poll” al Consiglio di Sicurezza, l’Ambasciatore giapponese e attuale Presidente del Consiglio di Sicurezza Koro Bessho ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa. Interrogato sulla mancanza di trasparenza riscontrata nella procedure, Bessho ha dichiarato: “A differenza delle precedenti elezioni, sono stati organizzati incontri informali con ognuno dei candidati e sulla base di questi il Consiglio ha votato. I risultati del sondaggio sono indicativi e mirano a informare i candidati riguardo alla loro posizione e i membri del Consiglio di Sicurezza riguardo ai pareri dei singoli Stati. Credo che il sondaggio sia stato positivo”. Ai giornalisti che gli domandavano spiegazioni riguardo al perchè i risultati del sondaggio non venissero resi subito pubblici, Bessho ha risposto sostenendo pienamente le procedure seguite dal Consiglio, che richiede che i paesi dei candidati vengano informati dell’esito del voto prima di chiunque l’altro. A chi chiedeva se il Presidente dell’Assemblea Generale fosse stato informato dei risultati del voto, l’ambasciatore giapponese ha fatto capire di no. Chissà se l’atteggiamento di Bessho, così favorevole alle tradizionali procedure del Consiglio di Sicurezza, non sia anche influenzato dalla mai perduta speranza di arrivare con un “quick fix” ad ottenere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza insieme alla Germania.
In seguito alla riunione il danese Mogens Lykketoft, Presidente dell’Assemblea Generale e responsabile del rinnovamento e apertura del processo di elezione del Segretario Generale, ha reso pubblica una lettera indirizzata a tutti i capi missione dei paesi dell’ONU, in cui afferma: “Dal mio punto di vista, limitare le comunicazioni in questo modo non ha valore e non è all’altezza delle aspettative fissate dai nuovi standard di apertura e trasparenza”.
Il risultato del sondaggio non è quindi stato reso ufficialmente noto ma poco dopo la France Presse, che aveva ricevuto una soffiata da qualche missione diplomatica (indovinate quale?) ha rivelato che il candidato vincitore della prima tornata di sondaggi è stato António Guterres, ex Primo Ministro portoghese e già responsabile del UNHCR, che ha ricevuto 12 voti favorevoli e tre neutrali. Guterres si era già presentato in modo molto positivo durante le audizioni pubbliche con l’Assemblea Generale e la town hall, dove è chiaramente risultato il favorito tra gli uomini. Al secondo posto troviamo Danilo Türk, già Presidente della Repubblica sloveno, con 11 voti favorevoli, due contrari e uno neutrale. La bulgata Irina Bokova, il serbo Vuk Jeremic e il macedone Srgjan Kerimc si contendono invece il terzo posto con nove voti a favore, seguiti dalla neozelandese Helen Clark (otto favorevoli) e l’argentina Susana Malcorra. La candidata con il peggior risultato è stata invece la croata Vesna Pusic, che ha ricevuto ben 11 voti contrari. Sembra che neanche questa volta, quindi, una donna riuscirà a rappresentare le Nazioni Unite.
Non ci sono ancora notizie riguardanti i voti espressi dai cinque paesi con diritto di veto. Mentre Russia e Cina non hanno ancora chiarito le qualità che ricercano per il successore di Ban Ki-moon; Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno invece dichiarato di cercare un candidato forte che possa guidare le Nazioni Unite nel periodo difficile in cui ci troviamo oggi. In particolare Samantha Power, ambasciatrice americana, ha affermato prima di recarsi nella Sala del Consiglio di Sicurezza: “Non potrebbe esservi un incarico più importante e non potrebbe esservi un momento più delicato per scegliere il miglior leader possibile per un’organizzazione dalla quale dipende la vita di molte persone”.
Anche l’Ambasciatore britannico Matthew Rycroft ha commentato il sondaggio di giovedì definendo l’elezione del Segretario Generale un “reclutamento” che, come ogni altro processo di questa natura, deve avvenire rispettando la privacy dei candidati. Rycroft ha proseguito dichiarando che “l’area geografica di provenienza è il criterio meno importante” per guidare la scelta e che, sebbene sia il momento di avere una donna come Segretario Generale, “le qualità di leadership sono la cosa più importante. Ci sono alcuni uomini molti forti tra i candidati, e se uno di loro dovesse dimostrare di essere la persona più appropriata per il ruolo allora avrà il nostro supporto”. Questo primo sondaggio dovrebbe inoltre indurre coloro che hanno ricevuto un basso numero di consensi a ritirarsi dalla corsa in modo da ridurre il numero di candidati, ha spiegato Rycroft.
Nel corso delle prossime settimane si terranno nuovi straw polls che, se si ripeteranno con le stesse modalità, potrebbero rendere più forti le tensioni tra Assemblea Generale e Consiglio di Sicurezza. Vi terremo aggiornati.