Migranti, Libia, diritto al cibo e diritti delle donne. Roma, Torino, Milano per poi volare il 17 ottobre a Bratislava e ricevere una laurea honoris causa. Tra conferenze, messaggi, incontri e discorsi. E’ questa l’agenda del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon in Europa di questi giorni che dovrà affrontare numerosi problemi che l’Italia chiede all’Onu di risolvere. Ma anche per commemorare il 60esimo anniversario dell’adesione dell’Italia all’Onu e la 70a giornata mondiale dell’alimentazione.
A Milano nella giornata più importante dell’Expo sull’alimentazione globale. Un viaggio di commemorazioni, ma anche di incontri strategici italiani per cercare di risolvere i numerosi problemi che l’immigrazione e la povertà stanno delineando. Si comincia il giorno prima alla Camera dei Deputati dove un applauditissimo Ban Ki-moon ha presieduto a Roma la cerimonia commemorative del 60esimo anniversario dell’adesione dell’Italia alle Nazioni Unite. “Grazie Italia per come affronta la più grande crisi migratoria dalla Seconda guerra mondiale”, ha detto un sincero Ban Ki-moon salutando il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Matteo Renzi e i presidenti di Senato e Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini. E anche se appena terminato l’inno nazionale è scattata la protesta dei parlamentari di Forza Italia che hanno innalzato cartelli in difesa dei marò italiani, detenuti in India da tre anni con l’accusa di duplice omicidio, la cerimonia è continuata con grande solennità a camere unite.
“Nel darle il benvenuto –ha detto Laura Boldrini, presidente della Camera – affermo che il mondo ha bisogno delle Nazioni Unite come non mai. Senza l’Onu i 60 milioni di migranti forzati nel mondo non riceverebbero l’assistenza che spesso fa la differenza tra la vita e la morte, non avremmo i trattati che ci guidano nella lotta alle violazioni dei diritti umani e alle discriminazioni. Senza l’Onu, milioni di bambini non verrebbero vaccinati, né potrebbero studiare. Oggi celebriamo l’Italia nell’Onu, ma anche l’Onu stessa e tutto ciò che rappresenta”. Mentre il premier Renzi ha detto che se l’Italia ha bisogno dell’Onu, l’Onu ha bisogno dell’Italia, ricordando l’operato svolto dai caschi blu.
Ban Ki-moon ha sottolineato che nell’emergenza migratoria affrontata dall’Italia, il paese “ha saputo dare una risposta coraggiosa e umana. Rendo omaggio – ha aggiunto -agli uomini e donne che hanno salvato decine di migliaia di migranti. Ringrazio l’Italia, anche se è una responsabilità globale che deve essere equamente condivisa”. Poi ha spiegato gli sforzi per affrontare la soluzione al problema Libia, una polveriera alle porte dell’Europa, lanciando un appello ai leader libici di “sostenere lo sforzo per realizzare le ambizioni della rivoluzione del 2011”.
Tra i numerosi appuntamenti europei in agenda di Ban Ki-moon, dopo Roma ecco Milano, dove è arrivato in treno dopo una sosta a Torino. Insieme al sindaco Piero Fassino, Ban Ki-Moon a Torino ha chiuso la riunione planetaria in piazzetta Reale, del Forum mondiale dello Sviluppo Sostenibile. Una riunione durata un’ora per poi salire sul Frecciarossa verso il capoluogo lombardo per la giornata Mondiale dell’alimentazione 2015 che non poteva capitare in un momento più opportuno per l’Italia. Tra il summit mondiale sullo sviluppo sostenibile dello scorso settembre alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento climatico di dicembre, l’evento di Milano è stata un’occasione unica per mandare un messaggio forte ai giovani – la generazione Fame Zero che sta a cuore al segretario delle Nazioni Unite – per coinvolgerli nella sfida dei prossimi 15 anni per eliminare fame e povertà. Ma se l’Europa è un fermento di problemi e un crocevia di immigrazione che rischia di cambiarne gli equilibri già precari del Vecchio Continente, al segretario generale dell’Onu le donne del Women in Parlaments, il net work mondiale di donne parlamentari, hanno presentato con forza un documento per difendere i diritti delle donne, alla terra, alla proprietà e al controllo delle risorse naturali. Infatti non c’è emancipazione senza quella economica e sociale. Oltre 9mila parlamentari aderenti al Wip , si sono impegnate ad intervenire nei rispettivi parlamenti per migliorare le condizioni lavorative e di vita, e chiedono il sostegno dell’Onu. Affidando l’impegno all’Onu e chiedendone l’appoggio. “Non c’è lotta alla fame senza lotta contro le ineguaglianze di genere e i parlamenti mondiali sono occupati all’80% da uomini e spesso le donne non possono possedere nulla– ha ricordato Linda Lanzillota che con Emma Bonino è artefice dell’iniziativa.
In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, Ban Ki-moon ha anche firmato la Carta di Milano, il documento che impegna la città e i cittadini che lo sottoscrivono ad assumersi l’impegno a promuovere il diritto al cibo, come diritto fondamentale per tutta l’umanità. Sfida alla fame nel mondo significa quindi diritto al cibo. E ancora Protezione sociale ed agricoltura: per rompere il ciclo della povertà rurale. Questi gli argomenti di cui Ban Ki-Moon, con il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, dell'Agricoltura Maurizio Martina, e il direttore generale della Fao Josè Graziano da Silva, la direttrice esecutiva del World Food delle Nazioni Unite Ertharin Cousin, e il presidente dell’international Fund and Agricultural Development, Kanayo Nwanze, ha affrontato al padiglione Zero dell’Expo e all’Auditorium di Milano, davanti a numerosissimo pubblico per celebrare la giornata World Food Day a 70 anni dalla sua fondazione. L’Expo di Milano, che chiuderà i battenti a fine mese ha vissuto con queste presenze la giornata più importante dall’apertura con 20 milioni di visitatori. Un’Expo a cui hanno partecipato migliaia di paesi e che oggi vede, a margine di solenni manifestazioni, protagonista il padiglione Usa dove il ristorante temporaneo Galleria, con la Jemes Beard Foundation ha creato la World Food Week: ovvero tre giorni di cucina realizzata solo dal cibo da scarto. Già perché il mondo si divide tra chi il cibo lo butta e chi non ne ha.
Il segretario generale dell'Onu quindi, continuerà la sua visita in Europa volando a Bratislava per incontrare il primo ministro, e ricevere dalla più grande università della Slovacchia, la Comenius University, la laurea onoris causa in diplomazia.