Tra ieri e l’altro ieri, in Sicilia, sono sbarcati altri tremila e 400 migranti o giù di lì. Soliti gommoni stracolmi di esseri umani al largo delle coste libiche. Solito soccorso da parte della navi della Guardia costiera e delle navi tedesche, irlandesi e via continuando. Poi tutti nei porti siciliani. Ed è anche logico: non è che si può pretendere dai tedeschi che si portino gli immigrati in Germania! Troppo distante. Approdare in Sicilia (e qualche volta, a dirla la verità, anche in Sardegna) viene di passaggio. Agli sbarchi degli ultimi due giorni se ne sommeranno altri. Il 21 giugno arriva l’estate. Le condizioni meteo-marine, nei prossimi mesi, saranno ideali per il grande business degli scafisti che ormai lavorano a mezzo servizio: appena poche miglia e, oplà!, poi se la vedono le navi da soccorso. Una comodità. Anzi, una pacchia.
Un tempo bisognava fare tutta la traversata. Poi sono arrivate le navi di Mare Nostrum. Oggi ci sono quelle dell’operazione Triton e altre navi ancora. Per gli scafisti, alla fine, tutto più semplice. Costi di trasporto più che dimezzati. Però c’è un però. Di questo però, ieri, si è fatto portavoce il capo del governo italiano, Matteo Renzi (nella foto sotto insieme con Alfano tratta dal fattoquotidiano.it). Che, con qualche mese di ritardo, ha capito che in Europa non ne vogliono più sapere di ricevere migranti. Renzi, ovviamente, ha parlato delle ‘quote’ di migranti – in verità piuttosto risibili – che alcuni (non tutti) Paesi dell’Unione europea dovrebbero accogliere (come potete leggere in questo articolo).
La dobbiamo dire tutta? Diciamola. Renzi non è preoccupato per le quote risibili di migranti da ripartire tra alcuni Paesi dell’Unione europea. Renzi è preoccupato – seriamente preoccupato – del fatto che i Paesi che fino ad oggi hanno chiuso tutt’e due gli occhi sull’emigrazione clandestina di migranti dall’Italia si accingono a chiudere le frontiere. Il motivo di questa scelta è serio e semplice. In Europa hanno finalmente cominciato a capire che avallare il trasporto di migranti sui barconi significa sostenere gli affari della criminalità organizzata e, forse, anche dei terroristi. Da qui la probabile chiusura delle frontiere con l’Italia. Per tagliare i viveri alla criminalità organizzata che sta dietro gli scafisti. E anche per bloccare l’arrivo in Europa di possibili terroristi.
I Paesi europei, inoltre, hanno capito un’altra cosa. Hanno capito che in Italia le cooperative ‘bianche’ e ‘rosse’ hanno organizzato un grande e malavitoso affare con la gestione truffaldina dei migranti. Un affare scoperchiato a Roma con l’inchiesta di Mafia Capitale. Ma che si estende in tutta l’Italia, con in testa la Sicilia, dove il pentolone del malaffare gestione-migranti è ormai una pentola a pressione. Con la mafia e i soliti ‘pezzi’ dello Stato seduti sul coperchio per evitare che salti tutto in aria…
In Europa, dove non sono affatto scemi, hanno messo nel conto anche l’ipotesi di un collegamento tra le mafie italiane e i criminali che gestiscono gli sbarchi nelle coste del Nord Africa. Insomma, hanno fatto due più due e si sono chiesti: è possibile che un’organizzazione criminale potente come la mafia si lasci passare sotto il naso il business dei barconi e quello dei centri di accoglienza? Di solito la mafia siciliana non fa sconti, come dimostrato, negli anni '80 del secolo passato, dal traffico di armi verso il Nord Africa che passava proprio dalla Sicilia. Perché, questi sconti, dovrebbe farli proprio oggi?
Insomma, in Europa hanno deciso di mettere un freno a questa storia. Con scelte politiche dette e non dette. Come la storia del possibile bombardamento delle carrette del mare (idea piuttosto balzana fatta propria da Federica Mogherini, dall’1 novembre dello scorso anno Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che si è recata a New York, all’Onu, per proporre l’intervento armato sulle coste libiche) . O come la ripartizione delle quote che, alla fine, lascia all’Italia, ovviamente sulla carta, il 90 per cento dei migranti (che in larga parte lasciano poi l’Italia clandestinamente).
In questa storia non è importante quello che l’Unione europea annuncia di voler fare. Sono importanti le scelte politiche conseguenti. Come l’eventuale chiusura delle frontiere: scelta che, se attuata, è destinata a far saltare il sistema che è stato costruito dall’Italia e solo dall’Italia. Il sistema è semplice. Si accolgono tutti i migranti che arrivano, anzi si vanno a prendere in mare nel nome della solidarietà (leggere Mare Nostrum), si piazzano in minima parte nei centri di accoglienza che fanno guadagnare una barca di soldi a chi li gestisce. Mentre la maggioranza dei migranti si fa andare via dall’Italia a ‘umma ‘umma. Il gioco è semplice. Lo conoscono gli stessi migranti. Che ormai arrivano in Italia e non vogliono essere foto-segnalati. Proprio perché, per la maggioranza di loro, l’Italia è la via per entrare in Europa, non la meta ultima. La base dalla quale partire per recarsi, clandestinamente, in altri Paesi europei (come vi abbiamo raccontato in questo articolo).
Il sistema fino ad oggi ha funzionato alla perfezione. Ci hanno guadagnato gli scafisti (e chi sta dietro di loro) che, a parità del costo del ‘biglietto’ pagato da ogni disgraziato (da 3 mila e 5 mila euro a testa per un posto-carretta del mare, più del costo di una crociera!), non hanno più nemmeno la preoccupazione di fare arrivare i gommoni nelle coste siciliane. Perché di questo si occupano i soccorritori (prima le navi di Mare Nostrum, ora quelle di Triton e altre imbarcazioni internazionali che soccorrono i migranti e li portano in Italia, soprattutto in Sicilia). Ci hanno guadagnato i gestori dei centri di accoglienza ‘bianchi’ e ‘rossi’ del Belpaese. Ma il sistema funziona – lo ribadiamo ancora una volta – se la maggior parte di questi migranti giunti in Italia poi prende la via per altri Paesi europei. Se i Paesi europei bloccano le frontiere, beh, buona notte ai suonatori. Il sistema va in tilt, perché i migranti resterebbero tutti in Italia. Due mesi di sbarchi estivi con l’emigrazione clandestina dall’Italia bloccata provocherebbe il caos. Ed è quello che teme Renzi.
Certo, il sistema reagirà. Con la prassi collaudata dei barconi che si capovolgono in mare provocando morti. Questa è la vera, grande e micidiale arma a disposizione della criminalità organizzata che sta dietro ai barconi. Quando il sistema rallenta per intoppi vari, ecco che un barcone si capovolge in mare. Morte, disperazione, funerali. Appelli umanitari internazionali. Insomma l’uso dei migranti come carne da cannone per ‘oliare’ il sistema. Dopo le polemiche il sistema riprende a funzionare: sbarchi in Italia (soprattutto in Sicilia), centri di accoglienza pieni, migrazione clandestina verso altri Paesi europei. Tutto come sempre.
Ma, lo ripetiamo, se il sistema si interrompe, se l’Italia non riuscirà più a far emigrare clandestinamente i migranti in altri Paesi europei sarà il caos. La verità è che l’Italia rischia di finire travolta dalla furbizia a raggio corto delle proprie mafie e dei propri politici in eterna combutta. Invece di porre, in tempi non sospetti, la questione in termini di politica internazionale, mafie e politici italici hanno messo su un sistema truffaldino nella convinzione che l’Europa avrebbe lasciato le frontiere aperte a vita. Agevolando, da una parte, i criminali dei barconi e, dall’altra parte, una patologica crescita del cosiddetto ‘Terzo settore’ in Italia.
In un Paese con l’economia in crescita, l’espansione del ‘Terzo settore’, sempre che non assuma dimensioni patologiche, può anche essere un fatto positivo. In un’Italia dove, da un anno a questa parte, la recessione si è trasformata in depressione economica, l’espansione abnorme del ‘Terzo settore’, che pesa tutto sulla spesa pubblica, è una follia. Perché i costi delle ruberie di Mafia Capitale e dei tanti centri di accoglienza dove la ‘cresta’ è la regola, sono tutti sulle spalle degli ignari contribuenti italiani.
Solo che il sistema, adesso, come già ricordato, potrebbe andare in tilt. Da una parte le indagini di Mafia Capitale (che potrebbero investire in pieno la Sicilia dove il malaffare è ancora diffuso e protetto). Dall’altra parte l’Unione europea che si è stancata delle ‘furbate’ italiane. Un’Europa che si accinge a bloccare l’emigrazione clandestina di migranti dall’Italia. In mezzo c’è la Sicilia, che di fatto non ha più un governo regionale, visto che a comandare sono i pro-consoli di Renzi. Una Sicilia dove sbarca il 90 per cento dei migranti. Una Regione, la Sicilia, ridotta allo stremo dagli tagli romani e che, per prima, subirà gli effetti della chiusura delle frontiere, perché i migranti, per un certo periodo, continueranno ad arrivare lo stesso. Caos su caos.
Chi ha capito tutto quello che potrebbe succedere sono i governanti delle Regioni Veneto e Lombardia. Che non ne vogliono più sapere di albergare altri migranti. Il “No” ai migranti di Zaia e Maroni non è legato alla carenza di posti dove ospitarli, ma ad altri due motivi. Il primo motivo è che la Lega Nord – che amministra queste due Regioni – non ha nulla a che spartire con le cooperative ‘bianche’ e ‘rosse’ che gestiscono questo business. Non dobbiamo ricordare che i cattolici di Comunione e Liberazione sono passati da Andreotti a Berlusconi, mentre negli ultimi tempi gravitano con il Nuovo centrodestra di Alfano, come certificato da quanto emerge dall’inchiesta su Mafia Capitale. In secondo luogo, Zaia e Maroni sanno che se i Paesi dell’Europa bloccheranno l’emigrazione clandestina dall’Italia, i migranti resterebbero in Veneto e in Lombardia. E tenere migliaia di persone che vogliono espatriare non è una cosa semplice. Anzi.
Questi sono i motivi veri per i quali Renzi è preoccupato. Perché il blocco dell’emigrazione clandestina dall’Italia porrebbe fine al sistema di ‘accoglienza’ con i ‘vasi comunicanti’ messo in piedi in Italia. Con effetti devastanti sul suo governo. E’ molto preoccupato Renzi. E ne ha ben donde.
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