Poche ore prima dall’inizio dei bombardamenti in Siria, il Segretario di Stato americano John Kerry parla nella suggestiva cornice del tempio di Dendur al Metropolitan Museum of Art di New York.
È lì per l’incontro “Heritage in Peril, Iraq and Syria”, sulla distruzione del patrimonio storico-artistico delle terre intorno all'antica Mesopotamia. La mostra con i tesori di quelle aree del Medio Oriente è stata inaugurata ieri sera al museo più prestigioso della città.
Sono le 6 del pomeriggio di lunedì 22 settembre e Kerry già parla della necessità di attaccare i terroristi. Intorno alle 20:30 gli americani hanno finito di cenare, mentre in Siria iniziano i bombardamenti.
Con Kerry e la direttrice del Met Emily Rafferty, c'è la Direttrice dell'UNESCO Irina Bokova, che afferma: "gli attacchi contro la cultura sono attacchi contro le persone, contro la loro identità, contro i loro valori e la loro storia, il loro futuro. Proteggere l'eredità dev'essere parte integrante degli sforzi per costruire la pace".
Tra simboli della civiltà assiro-babilonese e egiziana risuonano parole che mandano in guerra l’America proprio nelle terre dalle quali quell’arte proviene. “Siamo qui perché se l’ISIL (Stato islamico dell’Iraq e del Levante) distrugge musei, chiese e monumenti, siamo testimoni di una cultura della barbarie”. Barbari erano letteralmente i “balbuzienti” per i greci, quelli che non parlavano greco.
Di solito questa parola viene utilizzata da chi non conosce la cultura degli altri e in maniera sbrigativa sostiene che gli altri, “alter” appunto i diversi da sé, non sono alla propria altezza. Kerry invece sostiene che c’è un motivo nobile per chiamarli barbari: sono sgozzatori, seminano distruzione e morte e ora sono arrivati a colpire anche l’arte.
Il Segretario di Stato ha detto di essere convinto che “l’America può fare la differenza e deve proteggere l’Iraq e la Siria”. Le strategie sono due: bombardare e restaurare, distruggere e ricostruire. Il via al piano, che a questo punto chiamiamo “dis-costruttivo,” arriva lo stesso giorno dell’inizio dei bombardamenti in Siria.
L’idea di Kerry è riportare alla luce i tesori del patrimonio dei due paesi martoriati da guerre e estremismo: Iraq e Siria. Il Dipartimento di Stato degli USA ha pubblicato una lista rossa in cui sono indicati 1000 siti a rischio, tra musei, siti archeologici. Più del 90 % dei siti culturali siriani si trovano in zone soggette a conflitti e cambiamenti.
Il progetto da cui parte l’idea della “Red List” sarà esteso anche ad altri tipi di reperti come documenti e manoscritti in pericolo in Iraq e Siria. “Nella loro realtà perversa i terroristi dell’ISIL vedono nella cultura una minaccia”, ha detto Kerry.
Non è ancora possibile fare una stima dei danni al patrimonio storico-artistico fatto dalle azioni dei terroristi, come la distruzione del tempio di San Giorgio o la tomba del profeta Giona nel mese di luglio a Mosul in Iraq. Lo stesso si può dire degli anni di guerra, 11 in Iraq, e in Siria, circa 3, che non hanno potuto salvare hanno le persone, figurarsi i monumenti. Molti oggetti dei musei e dei siti archeologici sono stati saccheggiati e rubati e rischiano di riapparire nel mercato dei traffici illegali. Lo stesso museo di Baghdad ha perso una gran parte del proprio patrimonio.
I tesori delle terre dell’Iraq e della Siria non sono scomparsi solo da quando esiste l’ISIL, ma da tanti anni di guerre. Eppure ora nel più alto momento dello scontro, gli americani hanno deciso di restaurare ciò che contemporaneamente verrà distrutto. Per il Segretario di Stato “essere in Iraq e in Siria oggi è molto importante”. In un modo o nell’altro.
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