Il mondo deve affrontare tante crisi, guerre, epidemie e calamità naturali. Le Nazioni Unite, per bocca del Segretario Generale Ban Ki-moon, dichiarano che sono necessarie unità e cooperazione tra tutti i paesi.
L’appello giunge nella mattina di martedì durante la conferenza di apertura della 69ª Assemblea Generale. “Mercoledì prossimo nel mio discorso – ha detto il segretario generale – chiederò ai capi di stato di tutto il mondo di unirsi e sostenere la difesa della dignità umana, il ruolo della legge e i principi della carta fondamentale delle Nazioni Unite”.
L’unità richiesta da Ban Ki-moon ai 140 capi di stato, personalità della società civile, della finanza e dell’economia che parteciperanno all’Assemblea Generale non è solo per il bene, ma anche contro il male.
“Sono contento – ha detto Ban Ki-moon – per il consenso internazionale con cui si sta reagendo alla seria minaccia rappresentata dai gruppi terroristici in Siria e Iraq che lavorano contro la pace e la sicurezza”.
La situazione di Iraq e Siria è talmente esplosiva che mette in discussione il ruolo stesso dell’ONU come arbitro internazionale di conflitti nel mondo. La posizione del Palazzo di Vetro su quella che lui stesso ha definito “una violenza orrenda” non è ancora chiara. “Come Segretario delle Nazioni Unite voglio che combattiamo il terrorismo che è un nemico comune dell’umanità”, ha detto Ban Ki-moon, ma ha anche aggiunto che “l’unico intervento fatto dall’ONU in questa situazione è stata l’assistenza sanitaria, perché le operazioni delle Nazioni Unite vanno sempre nella direzione di azioni umanitarie”.
Alle domande dei giornalisti se sia necessaria una risoluzione al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per consentire i bombardamenti su Iraq e Siria e se la legge internazionale li permette, il Segretario ha spiegato che se ne discuterà durante il Consiglio di Sicurezza del 24 settembre prossimo presieduto dal Presidente degli USA Barack Obama e dedicato alla minaccia dell’ISIL (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante).
Intanto il fronte del Medio Oriente non è diventato meno incandescente nonostante la tregua a Gaza, dove, secondo il segretario, si è consumata “un’altra inutile e devastante guerra”. “È importante – ha aggiunto – che la comunità internazionale renda il cessate il fuoco sostenibile”.
Durante la prossima Assemblea Generale si parlerà anche di altri focolai di guerra come Mali, Sud Sudan e Repubblica dell’Africa Centrale, Ucraina, Libia e Nigeria.
Non sono solo le guerre che mietono vittime nel mondo, un’altra battaglia è quella contro l’Ebola, il virus intorno al quale tra due giorni il Consiglio di Sicurezza si riunirà per un incontro d’emergenza.
Ban Ki-moon ha spiegato che insieme alla direttrice generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tracceranno “un piano di azioni internazionali per contenere il contagio”. Il problema non è sanitario, ma bisogna pensare anche agli altri servizi da fornire alle persone infette come l’acqua, il cibo e tutta l’assistenza di cui c’è bisogno. “Ogni giorno che sprechiamo, facciamo crescere in maniera esponenziale i costi e le sofferenze”, ha detto il Segretario.
La soluzione delle Nazioni Unite non può essere quella di fermare i trasporti e i viaggi, ma isolare le persone affette dal virus e non le nazioni in cui si trovano i malati”. Sull’Ebola Ban Ki-moon lancia l’allarme e definisce il virus non una semplice crisi umanitaria, ma piuttosto un problema che porta con sé “profonde conseguenze umanitarie, economiche e sociali”. Per questo le Nazioni Unite diventeranno “il centro dell’azione di risposta all’epidemia”. Il Segretario ha spiegato di aver consultato e discusso con numerosi capi di Stato interessati al problema dell’Ebola, tra cui il Primo Ministro italiano, Matteo Renzi.
Proprio negli ultimi tre giorni 600 migranti sono arrivati sulle coste italiane. Tra questi molte persone provengono da paesi dell’Africa occidentale attraversati dal virus.
Anche il Segretario Generale, che stamane ha partecipato alla presentazione del nuovo rapporto della Commissione mondiale sull’economia e il clima, ha riconosciuto che il cambiamento climatico è una questione impellente: “Più tempo aspettiamo e più pagheremo in vite umane e soldi”, ha detto. Ha inoltre annunciato il sostegno nella lotta al cambiamento climatico dell’attore Leonardo Di Caprio, impegnato da sempre nelle battaglie ambientali. Come messaggero di pace l’attore aprirà il Summit sul cambiamento climatico martedì 23 settembre, quella che il Segretario ha definito “una delle più grandi riunioni di leader internazionali dopo la Conferenza di Copenaghen del 2009”.
Quel summit, l'ultimo su cui si erano concentrate le speranze internazionali per una soluzione globale al problema dei cambiamenti climatici, fallì anche per colpa dell'ostruzionismo di un gruppo di nazioni guidato da Cina e India. Un atteggiamento che fa paura ancora oggi, ma che il Segretario ha assicurato non bloccherà le trattative, anche se i due paesi non invieranno all'ONU le più alte cariche istituzionali, bensì dei delegati per il clima.