Era la fine di ottobre del 2021, quasi due anni fa. Roberto Gualtieri, il cui curriculum ricordava incarichi di prestigio come la presidenza della commissione Bilancio del Parlamento Europeo e più recentemente quello di ministro dell’Economia in Italia, era stato appena eletto sindaco di Roma. Su una delle questioni chiave della capitale, i rifiuti urbani, così parlò: «Ho iniziato a lavorare dal primo minuto su questo dossier… abbiamo incontrato i vertici di Ama (è la società controllata dal comune che si occupa dei rifiuti urbani, NdR) e stiamo programmando la pulizia straordinaria di Roma. Pensiamo di farcela per Natale, forse prima se riusciremo a essere rapidi. Rimuoveremo i cumuli di rifiuti, spazzeremo e puliremo le strade, falceremo l’erba e puliremo le caditoie. Il perno sarà Ama, ma ci saranno supporti esterni».
Sono passati quasi due anni ed è attesa una riunione dei vertici di Ama per affrontare un’emergenza. Roma è piena di rifiuti, le strade sono invase da sacchi della spazzatura, in centro come in periferia, la pulizia delle strade è sconosciuta alle autorità politiche e amministrative, la società Ama non è in grado di assolvere al suo compito istituzionale. Si calcola che negli ultimi due weekend sono rimasti nelle strade mille tonnellate di rifiuti e con temperature che superano i 30 gradi celsius, è facile immaginare quale delizia sia per i cittadini e i turisti una situazione del genere. È assai probabile che salteranno direttore generale e altri funzionari. È assai probabile che nessuno, a cominciare dal sindaco Roberto Gualtieri, sarà in grado di mettere a punto un programma che, sia pure a tappe e non dall’oggi al domani, renda la capitale di Italia simile, per pulizia e capacità di smaltimento di rifiuti, a capitali di altre nazioni dell’Unione Europea.
È quasi certo che saranno rinnovate le ultradecennali lamentele sulla mancanza di luoghi in cui smaltire e sulla burocrazia cattiva che ostacola il progetto di costruzione di un inceneritore. Così come è certo che saranno spesi milioni di euro di soldi pubblici e di tasse sui rifiuti pagate dai cittadini romani per trasportare i pochi rifiuti che vengono raccolti e selezionati in altre città e in altre nazioni. La storia di Roma e dei suoi rifiuti è piena di episodi da commedia all’italiana: dai bandi per acquistare nuovi mezzi per l’Ama cancellato dai giudici, a un assenteismo tra gli addetti alla pulizia che ha come unica giustificazione l’assoluta mancanza di controllo, alle iniziative estemporanee in tema di organizzazione come obbligare i netturbini ad andare in coppia perché fa troppo caldo.

Roma è una delle poche capitali europee dove non vengono con cadenza settimanale, quindicinale o mensile, lavate le strade con i cittadini che sanno che in una certo giorno a una certa ora non possono parcheggiare per facilitare le operazioni di pulizia. Ovviamente, l’incapacità dei politici e degli amministratori ad affrontare il problema, trova una sponda nella maleducazione di tantissimi cittadini romani che lasciano i loro rifiuti dove capita e nella cronica assenza di qualsiasi controllo e sanzione dei comportamenti scorretti o illeciti. I turisti spesso si comportano allo stesso modo, vedendo il panorama che li circonda.
Adesso il sindaco Gualtieri, che è alla testa di un’amministrazione composta dal Partito Democratico, dai Verdi e da Sinistra, annuncia il taglio delle teste all’interno di Ama e sposta in avanti la data in cui Roma avrà risolto il problema: «Il problema spazzatura a Roma sarà risolto entro la fine del mio mandato (2026, NdR), ma spero già con il Giubileo». A fronte dell’incapacità di risolvere un problema giornaliero come quello dei rifiuti prodotti da una metropoli, l’amministrazione della capitale sostiene di pensare in grande. Si prepara all’evento del Giubileo tra due anni e da mesi cerca i voti per portare a Roma Expo 2030. Che cosa potrà accadere in una città già oggi invasa da decine di migliaia di turisti con il Giubileo o con Expo e con questa situazione dei rifiuti?
Intanto, si sfornano piani fantasmagorici che dovrebbero attirare ancor più visitatori a Roma. Come un parco archeologico nell’area dei Fori Imperiali dove si immagina di costruire installazioni di arte contemporanea come di intrattenimento e non essendoci ancora un progetto pubblico da giudicare la fantasia fa temere il peggio. Visto che per visitare l’area dei Fori e tutte la zona archeologica del centro di Roma si ipotizza anche una nuova linea di tram, già ribattezzato l’Archeotram. Usando però vetture che hanno 75 anni di servizio perché risalgono all’anno 1947, da sottoporre a continua manutenzione. Meglio non immaginare come potrebbero essere ridotti i Fori Imperiali e le vestigia romane dell’area tagliate in due da rotaie dì acciaio sormontate dai pali delle corrente che servono a far camminare i tram. Quasi certamente un Luna Park da incubo.
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