Sono passate meno di due settimane dalla storica visita ufficiale a Taiwan della presidente della Camera USA, la dem Nancy Pelosi, che fece infuriare Pechino scatenando una escalation militare limitatasi finora al campo delle esercitazioni lungo il confine.
Washington ha però deciso di non indietreggiare, e così domenica un’altra delegazione di cinque parlamentari statunitensi è atterrata a Taipei per dimostrare il loro sostegno a favore dell’indipendenza dell’isola – reclamata dalla Cina continentale come parte del suo territorio sovrano (e in quanto tale “ineluttabilmente” destinata ad essere annessa con ogni mezzo, secondo la retorica della leadership comunista).
Intorno alle 19:00 di domenica (le 7:00 a New York, le 13:00 in Italia) un jet governativo USA è atterrato all’aeroporto Songshan di Taipei. A bordo cinque deputati e senatori di entrambi gli schieramenti: il capodelegazione Ed Markey, senatore dem del Massachusetts, la deputata repubblicana Aumua Amata Coleman Radewagen, delle Samoa Americane, oltre ai congressisti dem John Garamendi, Alan Lowenthal (California) e Don Beyer (Virginia).
Il gruppo di congresspeople ha fatto tappa a Formosa nell’ambito di un più ampio tour nell’Indo-Pacifico. Nella due-giorni di permanenza, i parlamentari USA hanno incontrato diversi alti funzionari del Paese, tra cui la presidente Tsai Ing-wen, per discutere dei legami tra Stati Uniti e Taiwan, della sicurezza regionale, del commercio bilaterale, e dei rapporti con la Cina.
La mossa americana ha inevitabilmente aggravato le ire cinesi, con Pechino che ha annunciato nuove esercitazioni militari in uno spazio pericolosamente vicino all’isola contesa. Già dopo la visita della speaker Pelosi di inizio agosto, le autorità comuniste avevano sorvolato con i propri caccia la “linea mediana” dello Stretto di Taiwan (il confine de facto tra Cina continentale e Cina insulare, non riconosciuto però dalla Repubblica Popolare) con cadenza pressoché quotidiana. Secondo il Ministero della Difesa di Taiwan, almeno una decina di violazioni dello spazio aereo taiwanese si sarebbero verificate anche domenica.

L’ultima visita a Taiwan di un funzionario statunitense di alto livello risale al 1997, quando a recarsi a Taipei fu il repubblicano Newt Gingrich, anch’egli speaker della Camera in carica. Due mesi fa la Casa Bianca ha promesso a Formosa il pieno sostegno militare statunitense in caso di attacco cinese – pur continuando a riconoscere la Repubblica popolare cinese (quella di Pechino) quale unica Cina legittima tra le due, in ossequio alla cosiddetta “politica di una sola Cina” (one-China policy).