A Roma con le gambe, a Washington con la testa. Una giornata densa di incontri, strette di mano, sorrisi per i fotografi quella che Joe Biden e la first lady Jill hanno avuto nella capitale italiana in occasione del vertice del G 20. Ma il pensiero del presidente era tutto rivolto a Washington, al Congresso, ai suoi stessi compagni di partito, che stanno giocando una partita politica che potrebbe irrimediabilmente compromettere la sua presidenza.
Una giornata densa di appuntamenti quella dei coniugi Biden. Dopo essere stati ricevuti dal Papa in Vaticano sono andati al Quirinale, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi a Palazzo Chigi per un colloquio con il presidente del Consiglio Mario Draghi e poi a Villa Bonaparte, la stupenda sede dell’ambasciata di Parigi presso la Santa Sede dove hanno incontrato il presidente francese Emanuel Macron.
Il capo della Casa Bianca si è presentato al Papa dicendo: “Lei è il più grande combattente per la pace che abbia mai conosciuto”. Poi ha donato al Pontefice una medaglia con il sigillo degli Stati Uniti “E Pluribus Unum” su un lato e dall’altro quello del Delaware, lo Stato di cui Beau Biden, il primogenito morto di cancro a 49 anni, era stato Attorney General. “Mio figlio avrebbe voluto che lei avesse questa medaglia”, ha detto il presidente e ha aggiunto scherzando: “La tradizione vuole che se al nostro prossimo incontro non l’avrà con se, dovrà pagare da bere ma io sono l’unico americano di origine irlandese astemio”. “Peccato – ha risposto il Papa – avevo da parte una bottiglia speciale di whiskey”. Sorrisi, strette di mano, una serie di battute e poi la lunga riunione privata nell’ufficio del Pontefice durata quasi un’ora e mezzo. I cambiamenti climatici, il Covid e i migranti sono stati al centro dell’incontro. “Non abbiamo parlato di aborto – ha detto Biden ai giornalisti – ma il pontefice mi ha detto che posso continuare a ricevere la comunione”. Una frecciata al cardinale Raymond Burke, il porporato novax per anni legato a Steve Bannon, che aveva definito Biden un apostata per la decisione del presidente di sostenere la libertà di scelta sulla questione dell’aborto. Una questione molto sentita dopo che in Texas è entrata vigore una nuova legge molto restrittiva sull’interruzione di gravidanza, la più radicale del Paese, contro la quale Biden si è schierato.
Subito dopo al Quirinale dal presidente Mattarella. Un incontro di circa 45 minuti nel corso del quale si è parlato di clima, pandemia e rapporti con l’Unione Europea. Biden ha ribadito a Mattarella come l’America sia “tornata” e che oggi, rilanciando la Nato Washington stia rinsaldando i rapporti con la Ue. Mattarella lo ha ringraziato per questa sua particolare sensibilità. Biden inoltre nel suo colloquio al Quirinale, ha riconosciuto “l’ottimo lavoro” fatto dall’Italia sui vaccini. E ha ricordato – ha fatto sapere il portavoce del Quirinale – che gli Stati Uniti condividono la necessità di vaccinare i Paesi più fragili senza distinguere tra Paesi alleati e no.
Terza fermata del presidente e della first lady a Palazzo Chigi ricevuti da Mario Draghi e dalla moglie Serena. “Stai facendo un lavoro straordinario qui! Abbiamo bisogno di mostrare che le democrazie possono funzionare e che possiamo produrre un nuovo modello economico. Tu lo stai facendo”, ha detto Biden a Draghi che di rimando gli ha risposto: “Grazie per il tuo sostegno alla nostra presidenza del G20 e per la tua determinazione nell’affrontare la transizione ecologica”. Dopo le foto e gli inni nazionali le due First Ladies sono andate a prendere un tè mentre Biden e Draghi entravano nello studio del presidente del Consiglio per i colloqui. In una nota diffusa da Palazzo Chigi è stato affermato che i temi affrontati tra i due sono stati “sull’eccellente cooperazione fra la Presidenza italiana del G20 e gli Usa nella gestione delle più importanti sfide globali: la lotta alla pandemia, il contrasto ai cambiamenti climatici, il rilancio dell’economia, il rafforzamento del sistema multilaterale basato sulle regole”.
Poi il quarto incontro bilaterale, forse il più spinoso per il presidente Biden, quello con il presidente francese Macron. Iniziato con alcune dichiarazioni di fronte alle telecamere nelle quali i due leader hanno sottolineato la solidità dei legami franco-americani, di recente messi a dura prova dalla “crisi dei sottomarini”. Biden ha parlato di un “importante chiarimento” con un “alleato di estremo valore”. Non ha chiesto scusa per la vicenda dei sottomarini venduti all’Australia, ma ha riconosciuto che gli Stati Uniti sono stati maldestri. “Pensavo che la Francia fosse a conoscenza che l’accordo non sarebbe stato rispettato”, ha detto il presidente riferendosi all’intesa tra Parigi e Canberra per la fornitura dei sottomarini, cancellata poi dall’accordo Aukus. Macron ha affermato la necessità di studiare una “cooperazione ad ampio raggio” nel settore della sicurezza, e non solo nell’Indo-Pacifico. “Nessun alleato è più leale della Francia”, ha detto Biden. “La Francia è un partner estremamente importante abbiamo gli stessi valori”, ha sottolineato il capo della Casa Bianca.
Domani Biden ha in agenda l’incontro con il premier britannico Boris Johnson, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel per discutere la ripresa dei negoziati per il ritorno all’accordo sul nucleare iraniano. Peccato che non si sia potuto presentare a questo importante incontro con in tasca il successo dell’approvazione del suo piano di rilancio per gli Stati Uniti. Una vittoria gli avrebbe dato maggior peso politico, mentre così si presenta come un presidente dimezzato. Inevitabilmente il pensiero di Biden era concentrato su Washington. Sui suoi compagni di partito che prendono tempo perché non si fidano dei senatori centristi.
Il democratico Joe Manchin è stato visto a fitto colloquio con il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell. Secondo il New York Post starebbe considerando il suo passaggio nel partito repubblicano. Una mossa che farebbe perdere la maggioranza ai democratici. Del piano originale dei Biden L’American Family Plan da 3 mila e 500 miliardi di dollari il senatore Manchin e la senatrice Sinema lo hanno tagliato a metà, portandolo a 1.750 miliardi, 400 saranno dedicati alla cura dei bambini e all’età pre scolare, 555 all’energia pulita e al clima e 35 alla copertura sanitaria. Oltre a questi, altri 100 verranno destinati all’immigrazione. In particolare, quello per il clima è “il più grande investimento singolo nella storia della nostra economia energetica pulita”, evidenzia la Casa Bianca ricordando l’obiettivo di tagliare la riduzione dei gas serra entro il 2030. Ma sono state cancellate dalla proposta il congedo parentale pagato, la tassazione sui redditi miliardari, la mutua oculistica e odontoiatrica, i community colleges gratuiti e alcune deduzioni fiscali cancellate dall’amministrazione Trump.
Perché la proposta possa diventare legge, deve però essere approvata dal Congresso. Non sarà facile: i Democratici hanno una maggioranza sottilissima al Senato, e il nuovo piano di riforme sociali e ambientali scontenta l’ala progressista del partito. Ieri il Progressive Caucus della Camera, ha chiesto un po’ di tempo per valutare la proposta.
L’ala dem liberal sta considerando se sia meglio un accordo di gran lunga inferiore alle loro aspettative e alle promesse fatte agli elettori durante la campagna elettorale (ma che contiene mille e 750 miliardi di dollari in spese sociali), o se respingerlo sperando di ottenere il consenso popolare e avere una maggioranza più solida alle elezioni di Midterm del prossimo anno. La speaker della Camera, Nancy Pelosi, spinge affinché il piano venga immediatamente approvato e poi, eventualmente, se si dovesse ottenere una maggioranza più solida al Senato nelle elezioni del prossimo anno, apportare quelle migliorie che per ora sono state tolte. Ma è evidente che i due leader democratici, Chuck Schumer al Senato e Nancy Pelosi alla Camera, non riescono a far rispettare gli ordini di scuderia e in questa sfida fratricida il prezzo lo paga la Casa Bianca.