Joe Biden sciocca l’Europa. L’ambiguità nei confronti del Dragone si paga. Tenuto segreto fino alla sigla, il Patto “storico” del Pacifico taglia fuori la Nato e rivela la strategia definita da tempo dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato quando alla guida della Casa Bianca c’era ancora il repubblicano Donald Trump. D’altronde, che il “nemico” fosse ora la Cina, anche l’amministrazione democratica lo aveva precisato fin dal primo giorno. Un boccone amaro per le cancellerie del Vecchio Continente che il 14 giugno scorso si erano finalmente decise a rivedere lo Strategic Concept, inserendo, per la prima volta, la minaccia cinese. Troppo tardi?
“Aukus”, dalle iniziali di Stati Uniti, Regno Unito e Australia, è la nuova partnership militare e politica per la sicurezza nell’area indo-pacifica. Rafforzerà la cooperazione nelle tecnologie di difesa avanzate e comprende il sostegno a Canberra per lo sviluppo di sottomarini a propulsione nucleare con base nel porto di Adelaide. Una doccia gelata che ha fatto infuriare la Francia che senza mezzi termini si è definita “in collera”. Per il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, la scelta australiana è “una pugnalata alle spalle” perché straccia il contratto da 66 miliardi di dollari con l’industriale francese Naval Group. Al centro del mirino, l’inquilino della Casa Bianca: “tra alleati non si fa – ha tuonato Le Drian – questa decisione unilaterale e deplorevole assomiglia molto a quel che faceva Trump”. Offesa, la Francia ha annullato il gala a Washington per celebrare l’alleanza con gli Stati Uniti.
In queste ore a Bruxelles regna l’imbarazzo. Ad irritare l’Europa è stato il silenzio del presidente USA. “Non eravamo stati informati”, commentano dalla Commissione Europea. “Presumo l’accordo non sia stato fatto in una notte, – insinua l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell e ribadisce – Questo ci costringe ancora una volta a riflettere sulla necessità di essere indipendenti e di sviluppare l’autonomia strategica dell’Ue“.
Non solo l’Europa. Biden mette sotto scacco Xi Jinping e la tensione aumenta. Anche se i funzionari USA hanno affermato che l’alleanza “non era mirata a nessun paese“, Aukus è chiaramente una mossa provocatoria per la Cina, con l’obiettivo di contenere le sue crescenti capacità militari. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha risposto che questo patto “mina la pace e la stabilità regionali e intensifica la corsa agli armamenti“. Sbeffeggiando le grandi nazioni anglosassoni, Pechino le ha invitate a “scrollarsi di dosso la mentalità da Guerra Fredda e il pregiudizio ideologico“.
Il Patto del Pacifico è un annuncio di deterrenza. Con i sottomarini nucleari cambierà l’equilibrio di potere nel Mar Meridionale Cinese. Il progetto trilaterale avrà 18 mesi di incubazione e saranno necessari 10 anni per realizzarlo. Il rapporto tra Cina e Australia è ormai destinato a mutare. Le due nazioni sono state forti partner commerciali, ma l’allineamento australiano a USA e Regno Unito rivela l’intenzione del Paese di svolgere un ruolo più attivo nella sicurezza asiatica.
Per quanto riguarda l’Europa, è probabile che i segnali di freddezza americana alimenteranno il divario transatlantico. Ormai gli europei devono abituarsi all’idea che la politica estera di Washington non cambierà con la nuova amministrazione. L’invito dei diplomatici Ue è però quello di non drammatizzare troppo, ma dopo la catastrofica vicenda dell’Afghanistan, questa volta Bruxelles non ci passa sopra e programma di affrontare il tema dei rapporti con gli alleati al prossimo Consiglio europeo degli Esteri, fissato per il 18 ottobre in Lussemburgo. Non sembra che tutti i mali vengano per nuocere. La crisi tra le due sponde dell’Atlantico sta spronando l’Ue e dopo grandi difficoltà è finalmente nato un embrione di esercito europeo.
Al Palazzo di Vetro dell’ONU, le Nazioni Unite restano abbottonate. Alla nostra domanda, sia il portavoce del Segretario Generale Guterres, sia la portavoce del nuovo Presidente dell’Assemblea Generale Abdulla Shahid, non avevano parole da offrire. Ma a seguito del briefing con i giornalisti in una nota diffusa dall’ufficio del portavoce di Guterress si legge:
“Evidenziamo l’enfasi di tutti e tre i leader sul fatto che i sottomarini sono a propulsione nucleare e non dotati di armi nucleari e notiamo che i tre Stati hanno dichiarato che si consulteranno con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica sugli accordi. Incoraggiamo tutte le parti a continuare ad agire in conformità con i loro impegni ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e i loro obblighi in materia di disarmo nucleare e non proliferazione… E sottolineiamo l’importanza del dialogo per risolvere le tensioni regionali e il mantenimento di un’Asia-Pacifico pacifica e prospera“.