Riallacciare i rapporti con i partner europei, lotta globale al coronavirus, avviare una campagna di vaccinazione in tutto il mondo e facilitare la produzione e distribuzione dei vaccini. Si parlerà anche della crisi climatica, ma soprattutto ricucire i rapporti con i partner e riprendere il ruolo leader delle democrazie occidentali messo pesantemente in discussione dal suo predecessore. Con questa agenda di lavoro il presidente Joe Biden e la First Lady Jill sono arrivati a Saint Ives, in Cornovaglia dove nel lussuoso resort di Carbis Bay da venerdì cominceranno i lavori del G7. Quest’anno il vertice è in persona dopo che quello dello scorso anno, a causa del coronavirus, fu tenuto in remoto. E’ questo il primo viaggio all’estero di Joe Biden da presidente degli Stati Uniti.
Il presidente e la first lady sono atterrati nella base aerea di Mildenhal dove sono stazionati i giganteschi aerei cisterna della US Airforce, unica base americana in Europa per il rifornimento degli aerei in volo. A riceverli il comandante e i militari americani della base. “Gli Stati Uniti sono ritornati” ha detto il presidente in un breve discorso ai soldati. Il benvenuto ufficiale a Biden lo darà domani il primo ministro britannico Boris Johnson. In serata la “first couple” ha raggiunto il Tregenna Castle Hotel dove la coppia alloggerà per i prossimi giorni.
“L’obiettivo di questo viaggio – ha detto il presidente alla Base Aerea di Andrews prima di imbarcarsi sull’Air Force One – è quello di “rafforzare l’alleanza per rendere chiaro a Putin e alla Cina che l’Unione Europea e Stati Uniti hanno gli stessi obiettivi e il G7 farà passi avanti”.
Il Washington Post scrive che giovedì al G7 il presidente darà l’annuncio che gli Stati Uniti hanno stanno comprando dalla Pfizer 500 milioni di dosi di vaccino da donare al resto del mondo; 200 milioni di dosi saranno distribuite quest’anno, gli altri 300 milioni nel 2022.
Prima di salire sull’aereo, Biden ha scherzato con i giornalisti dopo che una cicala era “atterrata” sul suo collo. “Attenti alle cicale” ha detto. E in effetti sciami di questi insetti sono finiti nei motori dell’aereo che aveva a bordo un gruppo di giornalisti al seguito del presidente forzando una sosta di alcune ore sulla pista per la manutenzione.
Carbis Bay, nel paesino di Saint Ives, è il resort nel quale Boris Johnson, Joe Biden, Mario Draghi, Angela Merkel, Emmanuel Macron, Justin Trudeau e Yoshihide Suga, affiancati da Charles Michel e Ursula von der Layen per l’Ue) si riuniranno venerdì e sabato. Domenica il presidente e la First Lady concluderanno il loro soggiorno nel Regno Unito con una visita al Castello di Windsor, dove saranno ricevuti dalla regina Elisabetta. Successivamente Jill Biden rientrerà a Washington, mentre il presidente si sposterà a Bruxelles per prendere parte al summit NATO previsto per il 14 giugno. Il giorno successivo sempre a Bruxelles, il summit Stati Uniti-Unione Europea.
L’ultima tappa sarà a Ginevra, dove il 16 giugno incontrerà Vladimir Putin. Un incontro molto atteso soprattutto dopo l’escalation di insulti che i due leader si sono reciprocamente lanciati nei mesi scorsi. Biden ha diversi temi da affrontare con il premier russo, come il trattato Open Skies appena scaduto, il rispetto dei diritti umani e il trattamento riservato agli oppositori di Mosca, gli hacker che dalla Russia lanciano gli attacchi cibernetici, le interferenze di Mosca nelle elezioni americane.
In una sua Op Ed pubblicata dal Washington Post, Biden scrive: “Poiché la ripresa economica dell’America aiuta a spingere l’economia globale, saremo più forti e più capaci quando saremo affiancati da nazioni che condividono i nostri valori e la nostra visione per il futuro. Non ci saranno dubbi sulla determinazione degli Stati Uniti a difendere i nostri valori democratici, che non possiamo separare dai nostri interessi”, ha precisato. “Nelle mie telefonate con il presidente Putin, sono stato chiaro e diretto. Gli Stati Uniti non cercano il conflitto. Vogliamo una relazione stabile e prevedibile in cui possiamo lavorare con la Russia su questioni come la stabilità strategica e il controllo degli armamenti”.
Mentre il presidente si trova in Europa, a Washington c’è incertezza sul piano presentato dal capo della Casa Bianca per la modernizzazione delle infrastrutture dopo che ieri sera ha respinto la proposta dei repubblicani e ha interrotto i negoziati con la delegazione capeggiata dalla senatrice Shelley Moore Capito. L’appoggio bipartitico che il presidente affannosamente cerca non si materializza e in seguito alla decisione del senatore della West Virginia Joe Manchin che ha affermato che non sosterrà né la riforma della legge elettorale, né quella del cambiamento delle regole per limitare il Filibuster, tutta l’agenda di Biden rischia di rimanere paralizzata nelle sabbie mobili del Congresso.

Alla Camera dei Rappresentanti il gruppo bipartitico Problem Solvers Caucus, composto da 29 congressmen democratici e 29 repubblicani, ha avviato un giro di consultazioni per cercare di trovare il consenso per un piano di spesa alternativo per la modernizzazione delle infrastrutture. Stessa iniziativa anche alla Camera Alta portata avanti da un gruppo di 10 senatori di entrambi i partiti. Il senatore repubblicano Mitt Romney, che fa parte del gruppo, afferma di aver preparato con i suoi colleghi un piano da 900 miliardi di dollari “senza aumentare di un centesimo le tasse”. Il problema, comunque, non è alla Camera, dove i democratici hanno una netta maggioranza, ma è al Senato dove i democratici e i repubblicani sono in parità e per rompere l’equilibrio c’è bisogno dl voto di Kamala Harris. Così basta un solo democratico non allineato con la linea del presidente che la maggioranza viene meno.

Questa fragilità rischia di mettere in seria discussione le riforme che il partito democratico chiede a gran voce. L’ala più a sinistra del partito, capeggiata al Senato da Bernie Sanders e alla Camera da Alexandria Ocasio Cortez vuole forzare il Senatore Manchin a fare la scelta : o con il partito o fuori dal partito. Chuck Schumer, il leader della maggioranza democratica al Senato ha definito la proposta come un “suicidio” politico affermando che bisogna trovare punti comuni all’interno per portare avanti la battaglia per le riforme.