L’immigrazione è stata un tasto dolente dei primi mesi della presidenza Biden. Il nuovo inquilino di Pennsylvania Avenue si è trovato in un fuoco incrociato, criticato sia da destra, per la ondata di migrazioni dal centro America di proporzioni storiche degli scorsi mesi, che da sinistra per il suo approccio troppo poco “deciso” nel ribaltare le politiche del suo predecessore.
Nuovi documenti recuperati dal New York Times, però, raccontano che Biden non stia perdendo tempo: il presidente sembra star preparando dietro le quinte una riforma epocale dell’immigrazione, snellendo la documentazione e i controlli di sicurezza, aumentando la possibilità di ricongiungimento familiare e di ottenere visti lavorativi a lungo termine. È un documento datato 3 Maggio, di 46 pagine, intitolato “Piano del Dipartimento di Homeland Security per ricostruire la fiducia nel nostro sistema di immigrazione legale”. I portavoce ufficiali della Casa Bianca hanno rifiutato di commentare, dicendo che questo tipo di bozze vengono modificate profondamente nel tempo, e che nessuna delle proposte descritte è definitiva, pur confermando che Biden ha tutte le intenzioni di mantenere le promesse fatte e ribaltare completamente le politiche di The Donald.

A seguito delle politiche di Trump, che hanno rallentato e reso più costosa l’immigrazione per qualsiasi tipo di migrante, il tempo necessario ad ottenere una green card richiesta dal futuro datore di lavoro è raddoppiato, mentre quello necessario ad avere un visto di tipo U, destinato a migranti che si impegnano a collaborare con la polizia e testimoniare in tribunale, è salito da cinque mesi a cinque anni. L’arretrato di richieste di cittadinanza non ancora evase ha raggiunto quasi il milione.
“Così come (le politiche di Trump) hanno avuto un approccio onnicomprensivo nel chiudere tutte le vie (legali di immigrazione), credo che vogliamo avere un approccio onnicomprensivo per aprire le vie legali che sono sempre state disponibili ma su cui hanno cercato ti porre degli ostacoli”, ha commentato Felicia Escobar Carillo, chief of staff dei Citizenship and Immigration Services.
Il documento si divide in sette sezioni, che riportano proposte dettagliate per facilitare l’ingresso legale negli USA. Alcuni dei casi particolari direttamente citati sono quelli dei lavoratori altamente qualificati, mediante i visti di tipo H-1B, ma anche imprenditori che vogliano “avviare una start-up negli USA”. Sono citate anche le vittime di traffico di esseri umani, le famiglie di cittadini americani, i nativi americani nati in Canada, gli agricoltori, i rifugiati, inclusi i membri della comunità LGBTQ che scappano da paesi in cui il loro orientamento sessuale non è accettato.
Ma quante possibilità ha il la riforma dell’immigrazione di diventare realtà? I sondaggi dicono che la maggior parte degli americani sono a favore di un aumento dell’immigrazione legale, e il più delle ricerche concordano che l’immigrazione sia un fenomeno economicamente benefico, soprattutto ora che la crescita demografica è così lenta. I repubblicani si sono sempre schierati fermamente dalla parte di Trump in materia, perciò la riforma vera e propria è bloccata in Congresso, in stallo per l’incapacità di scendere a compromessi, tuttavia una larga parte dei cambiamenti, dal punto di vista pratico, potrebbero essere operativi con ordini esecutivi, senza dover passare attraverso il Parlamento.
L’unica certezza è la strenua opposizione del partito dell’elefante. “Vogliono solo stipare qui le persone”, ha detto Kenneth Cucinelli, che guidava i Citizenship and Immigration Services sotto Trump ed ha sempre considerato l’immigrazione una forma di competizione iniqua a discapito degli americani. In particolare, l’idea di adottare regole più permissive riguardo ai visti H-1B, quelli destinati ai lavoratori altamente qualificati, è stata aspramente criticata in quanto potrebbe diventare uno strumento, in particolare per le big tech, per importare lavoratori a basso costo.
L’elemento centrale del piano di Biden ottenuto dal Times riguarda l’evasione di tutte le richieste pregresse che hanno inceppato il sistema di immigrazione. Cass R. Sunstein, che aveva lavorato anche con Obama ed è docente presso la prestigiosa Harvard Law School, è stato convocato per reimmaginare completamente il sistema, introducendo anche colloqui virtuali e la possibilità di presentare documenti unicamente per via elettronica, in modo che sia “più efficace e meno oneroso”.
La domanda centrale, però, rimane come modificare il sistema dell’immigrazione passando attraverso il Congresso stesso, anziché evitandolo, in modo da imprimervi un cambiamento permanente.