Nella notte Israele ha attaccato Gaza con un’offensiva aerea e terrestre. Non un’invasione, come precisato dall’esercito dopo un “errore di comunicazione“, ma oltre ai raid, a bombardare la Striscia ora sono anche i carri armati. “Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto alto ad Hamas” – ha scritto su twitter il premier Benyamin Netanyahu subito dopo l’inizio dell’operazione militare – Lo facciamo e continueremo a farlo con grande intensità” e poi “la parola fine non è ancora detta e andremo avanti per tutto il tempo necessario”.
La situazione è grave e i bombardamenti nel nord di Gaza proseguono incessantemente, mentre il movimento islamico ha risposto con il lancio di oltre 50 razzi. La prospettiva di una guerra vera e propria sta diventando sempre più concreta. Sotto una pioggia di fuoco le famiglie palestinesi stanno scappando. Il numero dei morti è già salito a 109 di cui 28 bambini. Un altro centinaio sono invece i feriti.
1600 circa i razzi lanciati da Gaza in direzione delle città israeliane da quando sono iniziate le ostilità. Almeno 10 alti esponenti militari di Hamas sono stati uccisi e due edifici, sede dell’organizzazione palestinese, sono stati rasi al suolo. “Le capacità offensive di Hamas sono già calate del 25%”, aveva dichiarato il portavoce militare israeliano Zilberman che nelle ore precedenti aveva confermato che l’esercito aveva già sottoposto ai vertici politici piani disparati tra cui proprio quello terrestre.

L’escalation militare tra Israele e Hamas “non è che all’inizio”: lo hanno reso noto fonti del governo israeliano che precedentemente aveva respinto una proposta di cessate il fuoco avanzata da mediatori russi.
I timori del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si fanno sempre più grandi, e in un lungo colloquio con il presidente russo Vladimir Putin ha invitato a fermare la violenza e a proteggere i civili. Il presidente Usa, Joe Biden, ha telefonato Netanyahu per invitare le due parti al dialogo e ha espresso il desiderio che questa escalation “possa fermarsi quanto prima”. Gli Stati Uniti restano fedeli alleati di Israele, ma è certo che l’amministrazione Biden non gradisce queste rappresaglie, tanto che il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha dichiarato: “va bene difendersi da attacchi terroristici, ma Israele deve evitare vittime civili tra cui anche i bambini”. Intanto la Casa Bianca sostiene un’azione di mediazione di Egitto e Tunisia, paesi meno esposti direttamente.

Cresce la tensione, ma anche la preoccupazione della comunità internazionale. La Cina chiede “moderazione” ma soprattutto “a Israele“, lo ha dichiarato il rappresentante permanente della Cina alle Nazioni Unite, Zhang Jun. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, aveva convocato una riunione d’urgenza per venerdì, ma gli Stati Uniti si erano opposti a questa data chiedendo tempo per la diplomazia. Infine, sollecitato da Tunisia, Norvegia e Cina, l’incontro si terrà domenica in videoconferenza.
Intanto l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, in una lettera ufficiale al CdS e al Segretario generale ha chiesto di condannare fermamente gli attacchi terroristici da Gaza e di sostenere il diritto di Israele a difendersi. “Hamas, un gruppo terroristico jihadista designato internazionalmente e sostenuto dall’Iran, è responsabile di questi attacchi omicidi – si legge – Il lancio indiscriminato di razzi costituisce un doppio crimine di guerra… Inoltre, Hamas si presenta come il ‘difensore di Gerusalemme e dei luoghi santi’. Questa è, ovviamente, una menzogna“.