Nella seconda giornata del processo di impeachment per Donald Trump al Senato, l’ex Presidente è finito nel mirino dei procuratori della Georgia. Secondo il The New York Times, Fani Willis, procuratrice democratica della contea di Fulton, ha aperto un’indagine penale sul Tycoon per aver tentato di manipolare i risultati delle elezioni presidenziali 2020 nello stato.
Al centro di tutto vi è la chiamata registrata fra Trump e Brad Raffensperger dello scorso 2 gennaio, pubblicata in esclusiva dal Washington Post. In quella occasione, l’ex Presidente minacciò il Segretario di Stato della Giorgia di azioni legali se non avesse scoperto prove di brogli. “Voglio solo trovare 11.780 voti” ammette il tycoon nella registrazione, cioè quelli necessari per ribaltare l’esito delle elezioni nello stato.
Proprio riguardo a questo, Fani Willis ha inviato una lettera ai funzionari statali (compreso Raffensperger) chiedendo di conservare tutti i documenti utili ad “un’indagine sui tentativi di influenzare l’amministrazione delle elezioni generali del 2020 in Georgia”. Da questo documento, il The New York Times ha dedotto l’inizio di un’indagine penale ai danni di Donald Trump, sebbene non venga mai menzionato dalla procuratrice nella lettera.

Raggiunta dalla CNN, Fani Willis ha confermato Trump come il soggetto della sua indagine, specificando che “l’indagine include, ma non si limita a, potenziali violazioni delle leggi della Georgia che proibiscono la sollecitazione a commettere frode elettorale, fornire dichiarazioni false ad organi statali e locali, cospirazione, racket, violazione del giuramento d’ufficio e qualsiasi coinvolgimento in minacce relative all’amministrazione delle elezioni” .
Raffensperger non è stato l’unico funzionario statale bersagliato dalle richieste di Trump. Prima del voto per i ballottaggi in Georgia, l’ex inquilino della Casa Bianca contattò Brian Kemp, Governatore repubblicano dello stato, chiedendogli di riunire l’Assemblea legislativa ad Atlanta per ribaltare il risultato delle elezioni. Un altro funzionario rimasto anonimo ha affermato di essere stato chiamato dall’allora Presidente che lo avrebbe esortato a trovare prove di brogli, rpomettendo: “farò di te un eroe”.
Le pressioni esercitate da Donald Trump per sovvertire l’esito del processo elettorale potrebbero costargli care. Secondo un ex procuratore intervistato dal The New York Times, per “sollecitazione a commettere frode elettorale” l’ex Presidente potrebbe rischiare fino ad un anno di prigione. Rischierebbe gravemente anche se fosse accusato di “cospirazione”, mentre il terzo possibile reato “interferenza intenzionale” nell’esercizio di “doveri elettorali” sarebbe il più lieve.

Grazie a questa indagine penale, la Georgia diventa il secondo stato ad aver attivato procedure legali contro Donald Trump. A Manhattan, il tycoon è indagato per reati fiscali e frode, rispettivamente dal procuratore Cyrus R. Vance Jr. e dalla procuratrice generale di New York Letitia James.
Di brogli, in Georgia, neppure l’ombra. Anche a causa delle insistenze del tycoon, lo stato ha contato le proprie schede ben tre volte: a mano al momento dello spoglio, nella medesima modalità su richiesta del Governatore ed una terza volta, con sistemi automatici, attraverso commissione di Trump stesso. Ma il comportamento dell’ex Presidente, così irrispettoso del processo elettorale, ha sparso dubbi sulla legittimità delle elezioni, allontanando gli elettori repubblicani dalle urne in occasione dei ballottaggi del 5 gennaio. Questa narrazione, oltre a costargli un’indagine penale nello stato, ha fatto perdere la maggioranza in Senato al suo partito. Una sconfitta su tutti i fronti.