Di minori scomparsi non si parla quasi mai. L’unico momento in cui si dedica loro un po’ di attenzione è quando si celebrano eventi tragici. Come avvenne in Italia per la sparizione di Denis Pipitone. O, negli USA, a New York, dopo la scomparsa di Ethan Patz: il 25 maggio 1979, di lui si persero le tracce . Per trovarlo si fece di tutto. Non servì a niente: venne dichiarato morto, nel 2001 (anche dopo la confessione di un uomo e la riapertura delle indagini, molti anni dopo, del cadavere non si trovò mai traccia). Per questo, nel 1983, Ronald Reagan, presidente degli Stati Uniti d’America, propose di fare di quella data, la Giornata Mondiale del Minore Scomparsi. Una ricorrenza per la quale, ogni anno, si realizzano eventi molto scenografici ma che, finora, non sono serviti a molto: il numero dei minori scomparsi continua a crescere.
Ancora oggi, mancano direttive internazionali uniche per fornire indicazioni su cosa fare in caso di sparizione di un minore, nei singoli stati e a livello internazionale (e anche quelle poche settoriali come quelle per la “parental abductio”, il rapimento di un minore da parte di uno dei genitori, sono ratificate da una ristretta minoranza di Stati). Allo stesso modo, le misure concordate tra le polizie dei singoli paesi per cercare di prevenire il verificarsi di questi fenomeni sono spesso inefficienti e inefficaci.
Il risultato è che non si sa nemmeno quanti sono i minori scomparsi. In Italia, il referente nazionale del numero verde per le segnalazioni di minori scomparsi riporta di aver ricevuto nel 2017 (ultimo dato ufficiale) 177 telefonate relative a minori spariti (il motivo, forse è che molte segnalazioni avvengono direttamente ai numeri del pronto intervento della Polizia o dei Carabinieri). Il rapporto Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, aggiornato al 31 gennaio 2019, parla di un numero ben maggiore di sparizioni: 4.492 sono solo i minori stranieri non accompagnati IRREPERIBILI. Ma non basta. Un altro rapporto, la XX Relazione Secondo Semestre 2018 del Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse, non meno “ufficiale” e relativo allo stesso periodo, riporta che “nel corso dell’anno 2018, i minori italiani scomparsi sono stati 2.960; di questi ne sono stati ritrovati 2.431, con una percentuale del 82,1per cento”. Una differenza abissale rispetto ai numeri riportati in altri rapporti. Ma a questi si devono ancora aggiungere i minori stranieri. Solo nel 2018, di IRREPERIBILI se ne contano 7.929 “minori stranieri non accompagnati” che come aggiunge il rapporto “sono titolari di diritti in materia di protezione dei minori a parità di trattamento con i minori di cittadinanza italiana o dell’Unione Europea”. Una caratteristica, questa, che dovrebbe proteggerli doppiamente e, al tempo stesso, rendere le autorità doppiamente responsabili. Non è un caso se, nello stesso rapporto, questo fenomeno viene definito “allarmante”.
Dati tremendamente diversi tra loro. E non di poco. Eppure di questi numeri, il 25 maggio, non si parla mai. Nè in Italia nè in Europa nè nel resto del mondo. Sì perché, se la situazione nel Bel Paese può sembrare grave, oltre i confini è ancora peggiore. Un rapporto della polizia europea, Europol, parla di almeno 10.000 minori stranieri non accompagnati di cui si sono perse le tracce, solo nel 2016, e per la maggior parte solo poche ore dopo il loro arrivo in uno dei paesi dell’Unione Europea . Ancora una volta, numeri che stonano non poco con quelli riportati dai singoli paesi. In Spagna, sono 20.000 i bambini dichiarati dispersi . In Germania, secondo Initiative Vermisste Kinder (ente di riferimento in questo paese di una delle maggiori organizzazioni mondiali impegnata nel combattere la piaga dei minori scomparsi), sarebbero decine di migliaia i minori scomparsi (eppure alcuni rapporti delle autorità parlano solo di 5.835 minori stranieri dichiarati semplicisticamente “scomparsi” nel 2016, tutti richiedenti asilo e arrivati senza genitori). Sempre in Germania, un’altra fonte, l’Ufficio Federale di Investigazione Penale della Germania (BKA) parla di più di 8.400 minori rifugiati scomparsi nel 2017. Ma il paese europeo dove il numero di minori scomparsi presenta livelli più allarmanti è forse il Regno Unito: secondo l’ultimo rapporto ufficiale, i casi di persone scomparse sarebbero 134.757. Di questi, oltre la metà sarebbero minori e per oltre il 93 per cento si tratterebbe di minori di età tra 12 e 17 anni diventati IRREPERIBILI . Numeri enormi che fanno pensare: possibile che nessuno ne parli mai? e come mai non esistono dati unici e confrontabili? E, ancora: perchè finora non sono state messe a punto e attuate misure internazionali uniche per cercare di far fronte a queste sparizioni?
Internazionali, già perchè il problema non riguarda solo l’Italia e nemmeno solo l’Europa. Anzi, oltre l’oceano la situazione è, se possibile, ancora peggiore: negli Stati Uniti d’America, il Bureau’s National Crime Information Center (NCIC) Missing Persons File riporta che, nel 2017, sarebbero stati oltre 32.000 i casi di minori scomparsi. Ma, relativamente allo stesso periodo, l’FBI, il Federal Bureau of Investigation, nel rapporto “2017 NCIC Missing Person”, parla di 464.000 segnalazioni di bambini scomparsi . Un dato spaventoso specie se si pensa che il totale riportato dall’ente ufficiale per le persone scomparse parla di 600.000 IRREPERIBILI ogni anno (indipendentemente dall’età) .
Ancora una volta divergenze tra i dati che non aiutano a risolvere il problema. Anzi, semmai rendono più difficile agire correttamente. La stessa Europol ha dovuto ammettere che una delle cause di così tanti casi di minori scomparsi è da imputare proprio alla mancanza di coordinamento a livello nazionale e transfrontaliero insieme con la mancanza di informazioni sui loro diritti e possibilità, con procedure lente e complesse per la protezione e la mancanza di formazione per i professionisti e la scarsa cooperazione nelle relazioni tra paesi.
Proprio per cercare di far chiarezza su tutto questo fenomeno (e per trovare valide soluzioni), il KIWANIS Int. ha deciso di istituire, per il 18 Maggio, l’I-DAY, la giornata degli IRREPERIBILI. Non una semplice “celebrazione” di un solo giorno. Al contrario, una forma di collaborazione attiva e continuativa di numerosi soggetti pubblici e privati (Club service, scuole, organizzazioni, enti di volontariato, associazioni e anche autorità pubbliche, come l’ANCI e diversi Garanti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) che hanno deciso scendere in campo e mettere a punto interventi concreti da realizzare su tutto il territorio nazionale (e anche all’estero). Iniziative “attive” (per prevenire il fenomeno) e “passive” (per far fronte al problema una volta che si è verificato).
Il 18 maggio, in diverse sedi istituzionali, Sedi di Parlamenti regionali, scuole e perfino con la presenza di una sede diplomatica ufficiale, è stato dato il via ad alcune attività per cercare di far fronte concretamente al problema degli IRREPERIBILI. Un’occasione per portare a conoscenza di quante più persone possibile i veri numeri di quella che è ormai una vera piaga sociale. Lo stesso giorno è stato presentato un report curato oltre che dal Chairman del Kiwanis anche da un giornalista e dal presidente di una associazione che opera in Africa, nel quale oltre che analizzare a fondo il fenomeno e i suoi “numeri” sono state indicate alcune delle misure sia preventive che operative che sarebbe possibile attuare. Un progetto complesso che prevede azioni di prevenzione e formazione sia nelle famiglie che nelle scuole (spesso essenziali non solo perchè è qui che gli adolescenti trascorrono buona parte della giornata, ma perchè molti di loro preferiscono “parlare” con i professori e con i compagni di scuola che con i genitori – non bisogna dimenticare che uno dei problemi che sono alla base della sparizione di così tanti minori sono proprio le violenze subite tra le mura domestiche). Ma anche azioni di pronto intervento per ritrovare i minori una volta scomparsi.
Un’iniziativa sotto diversi aspetti innovativa e che ha ricevuto il plauso delle più alte cariche dello Stato: il Presidente della Repubblica ha destinato al KIWANIS I-DAY e inviato una medaglia al suo responsabile, il Chairman del Kiwanis Distr. Italia S.Marino, C.Alessandro Mauceri! Già, un piccolo traguardo, forse, ma una conferma che la strada per fare qualcosa di concreto per i minori scomparsi, gli IRREPERIBILI, è quella giusta.