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January 23, 2019
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Cosa succede in Venezuela? Ciò che accade spesso alla democrazia in Sud America…

OPINIONE/ Il Venezuela deve poter essere sovrano sul proprio territorio senza che le ingerenze degli Stati Uniti ripetano le tragedie del passato

Andrea PescebyAndrea Pesce
Time: 3 mins read

In Venezuela il leader dell’opposizione Juan Guiadò si è auto proclamato (penso a: democraticità, elezioni, legittimità popolare, diritti umani, interessi) Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela con l’obiettivo di portare avanti nelle prossime ore un consiglio di transizione. In questi minuti la destra venezuelana sta cercando di usurpare alcuni poteri statali tra questo, come è immaginabile, l’esercito.

Tutto questo mi ricorda a grandi linee l’11 settembre 1973 quando a Santiago del Cile, un altro “paladino” della libertà e della democrazia, Pinochet, prendeva il potere a danno di Salvador Allende, legittimo Presidente cileno, a danno del popolo cileno e a danno della storia dell’umanità.

Anche allora, come oggi, Pinochet venne riconosciuto dalla presidenza statunitense che negli anni successivi lo assecondò in tutte le sue scriteriate manovre politiche ed economiche, suggerite ma soprattutto dettate dalla scuola di Chicago con Milton Friedman e i chicago boys. Decine di migliaia di desaparecidos e un paese tra i più diseguali dell’America è il risultato di quell’enorme esperimento sociale. Sembra fantascienza eppure è la storia.

Oggi come allora il quadro sembra ripetersi. Un presidente eletto dalla popolazione a maggio 2018 e che l’11 gennaio 2019 ha giurato per la presidenza, Nicolas Maduro. Che l’opposizione non riconosca un presidente è certamente grave e triste ma ciò non toglie che bisogna rispettare il risultato elettorale. È fondamentale ricordare che le elezioni venezuelane sono state monitorate da qualunque agenzia possibile e immaginabile, associazioni, Università di tutto il mondo, giornalisti e governi di tutte le latitudini. Sono tutti quanti giunti alla stessa conclusione, le elezioni si sono svolte in maniera del tutto regolare. 

Seppur personalmente ritengo che andare a valutare le elezioni di un altro paese sovrano sia un gesto di arroganza imbarazzante, ho apprezzato che il Venezuela lasciasse lavorare gli analisti accorsi a controllare le elezioni. Un esempio di umiltà ma soprattutto la dimostrazione che non ci sia nulla da nascondere. Tra l’altro è curioso come Maduro avesse chiesto alle Nazioni Unite di mandare una missione che osservasse le elezioni. L’allora leader dell’opposizione chiese alle Nazioni Unite di non mandare alcun osservatore e di non riconoscere le elezioni.

Cosa sarà di questo illegittimo tentativo di colpo di stato lo dirà solo la storia. I giornali riportano dalle loro sedi sparse in tutto il mondo, meno che in Venezuela, che il popolo in piazza appoggia il colpo di stato. Non è così. I lettori più attenti sanno da tempo che non è affatto così. Chi appoggia la destra e i tentativi di colpo di stato non è la popolazione ma gli industriali interessati a una presidenza in stile Bolsonaro, privatizzazioni, disuguaglianze e soprattutto zero stato sociale. Spesso purtroppo l’unità popolare non è sufficiente a fermare la violenza degli interessi economici. D’altronde se il Venezuela non fosse un enorme giacimento di petrolio sarebbe anche lui nel triste dimenticatoio geografico.

Il presidente degli Stati Uniti, Donal Trump, non ha tardato molto a garantire il proprio appoggio all’auto proclamato presidente del Venezuela. E ci mancherebbe, lui è profondo conoscitore di diritti civili, umani e democratici. E come se stesse leggendo un copione già recitato, ha detto che farà tutto ciò che gli è in potere per riaffermare la democrazia e i diritti umani in Venezuela. Ma cosa è esattamente per lui la democrazia? Un presidente auto proclamato?

Sarebbe un gran bene se Trump rispettasse i confini che difende ferocemente e rimanesse a far danni nel suo paese, in preda a una crisi sociale ed etica senza precedenti. Trump ha anche esortato l’Occidente a fare altrettanto. Spero, da europeista convinto, che l’Europa non caschi nello stesso vergognoso errore.

Per concludere è doveroso andare a scomodare, anche stavolta, Cuba. Perché vedete, quello per cui l’isola caraibica combatte da sessant’anni con gli Stati Uniti è drammaticamente semplice: la sovranità sul proprio territorio. La Repubblica bolivariana del Venezuela deve poter essere sovrana sul proprio territorio senza che ingerenze e interessi esteri possano stravolgere l’equilibrio politico e dettarne le regole odierne e future.

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Andrea Pesce

Andrea Pesce

Andrea Pesce, 24 anni, nato a Torino, cresciuto a Roma, studi a Bologna, è appassionato di Politica, Educazione e Ambiente. Frequenta l’America Latina dal secolo scorso. È convinto che per il futuro ci sia bisogno di solidarietà e sostenibilità, per questo ha fondato zeroCO2 e Comparte.

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