Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
April 13, 2018
in
Primo Piano
April 13, 2018
0

Siria, Mario Mauro: “Quando nel 2013 negai le basi a Francia e Gb contro Assad”

L'allora ministro della Difesa fronteggiò una situazione molto simile a quella di questi giorni. E, con il Governo italiano, lavorò per evitare la soluzione militare

Giulia PozzibyGiulia Pozzi
Siria, Mario Mauro: “Quando nel 2013 negai le basi a Francia e Gb contro Assad”

L'ex ministro della Difesa Mario Mauro.

Time: 5 mins read

In base agli accordi internazionali e bilaterali vigenti, l’Italia continuerà a fornire supporto logistico alle attività delle forze alleate, contribuendo a garantirne la sicurezza e la protezione. Ma non parteciperà a qualsivoglia azione militare in Siria. È questa la posizione espressa dal premier Paolo Gentiloni, secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi, ai suoi interlocutori nei contatti avuti sulla questione siriana. Questione che in queste ore ha fatto temere il peggio, dopo che l’ultimo attacco chimico del 7 aprile scorso a Douma, periferia di Damasco, ha suscitato l’indignazione del mondo intero e l’ira del presidente Donald Trump. Il quale, a colpi di tweet come è uso fare, ha minacciato la Russia di un attacco imminente, apparentemente sostenuto dalla Francia di Emmanuel Macron e dal Regno Unito di Theresa May. Più prudente, invece, la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha subito esplicitato che Berlino non contribuirà a un eventuale intervento armato. La tensione era talmente palpabile che i russi hanno spostato tutte le navi ormeggiate nel porto di Tartus, e che l’ambasciatore di Mosca alle Nazioni Unite ha dichiarato che l’ipotesi di uno scontro con gli Stati Uniti non è da escludere. Abbiamo chiesto a Mario Mauro, senatore e già ministro della Difesa con il governo Letta – e a quell’epoca si confrontò direttamente, come uomo delle istituzioni, con le vicende di politica internazionale legate al conflitto in Siria -, una riflessione su quanto sta accadendo e quanto potrebbe accadere, e sul ruolo dell’Italia nella crisi.

Senatore, in queste ore drammatiche soffiano venti di guerra. L’escalation è inevitabile, o pensa che la comunità internazionale riuscirà a sventarla?
“Intanto, penso sia indispensabile una premessa, che riguarda il conflitto siriano. Siamo abituati a chiamarlo guerra civile, ma è un fenomeno molto più complesso. Stiamo parlando di una guerra regionale in cui sono coinvolte importanti potenze, tra cui Arabia Saudita e Iran, che da tempo si contendono l’egemonia per il controllo sul Golfo. Ma il conflitto riguarda da vicino anche il tema della sicurezza di Israele, e le conseguenze della politica neo-ottomana di Erdogan. In più, teniamo conto che le sorti della Siria significano molto per il fenomeno dello spill over dei richiedenti asilo, soprattutto per quel che riguarda due Paesi confinanti come Giordania e Libano: manca poco per avere impressa l’immagine di quella “guerra mondiale a pezzi” paventata anche da papa Francesco”.

“Mondiale” perché, in aggiunta a tutti questi attori, sono coinvolte anche le grandi potenze mondiali…
“Esattamente: Stati Uniti, Russia, ma anche Francia e Gran Bretagna. E sullo sfondo, e non vorrei che fosse per pagare il conto, una Unione Europea che appare al traino di strategie che mi limito a definire nazionali, ma che forse dovrei definire neocoloniali, e che possono rappresentare un pericolo molto concreto anche per la natura del progetto europeo”.

Strategie che, peraltro, abbiamo già visto in passato…
“Sì, le abbiamo già viste. Nel 2013 la Francia e la Gran Bretagna adombrarono l’idea, insieme con Obama, di un intervento armato che potesse annichilire l’arsenale chimico di Assad. Per evitare una tragedia di più grandi dimensioni – il bombardamento avrebbe aperto la strada di Damasco alle formazioni armate di Al-Nusra e Isis -, si convenne, nel G20 di San Pietroburgo, anche grazie al grande attivismo del Governo italiano, di arrivare a un’altra soluzione, cioè una consegna volontaria da parte dei siriani del proprio arsenale chimico, che venne poi distrutto in mare. La verifica di quella consegna venne fatta dagli americani. Per cui, appare ancor più dubbioso il quadro che oggi viene tracciato di un esercito siriano iperdotato di armi chimiche, che per di più userebbe quando ha già vinto la guerra sul terreno, giusto per dare l’occasione di farsi spianare dall’intervento di potenze occidentali che solo in questo momento potrebbe ribaltare gli esiti della guerra”.

Lei, quindi, dubita che la responsabilità dell’attacco chimico sia di Assad, come l’Occidente sostiene?
“Io reputo Assad tutt’altro che un santo. Certo, quando alle comunità siriane è stato chiesto di scegliere tra l’Isis e Assad, molti hanno scelto quest’ultimo. Essere consapevoli di quello che sta succedendo in quella parte dello scacchiere, vuol dire anche dosare interventi e denunce: è capitato più di una volta di vedere entrare in questa guerra – che è anche guerra mediatica – operazioni in cui molto poco si è capito di chi ha fatto che cosa. Dato che tutti sono operativi sul terreno, perché vi operano eserciti di innumerevoli nazioni, credo che prima di far partire azioni unilaterali in cui ognuno dice di avere le prove senza mai mostrarle, sarebbe logico che nel luogo deputato – il Consiglio di Sicurezza dell’Onu – se qualcuno ha delle prove le mostrasse. Inoltre, un Paese come la Siria che è diviso tra due tavoli – quello delle Nazioni Unite e quello di Astana, in cui operano Turchia, Iran e Russia – vede prospettarsi delle soluzioni traumatiche per le proprie vicende da luoghi che oggi non esistono sul piano diplomatico: un’iniziativa di una qualsivoglia coalizione che operasse a senso unico proporrebbe o imporrebbe soluzioni fuori dai tavoli deputati a farlo”.

Lei citava peraltro il caso del 2013. In quell’occasione fu parte attiva nel fronteggiare quella crisi, come ministro della Difesa.
“Sì, anche in quella circostanza ci fu una richiesta di basi da parte di Francia e Gran Bretagna, richiesta – con molta semplicità – rispedita al mittente con l’obiettivo di confrontarsi su qualcosa di molto più concreto, cosa che poi fece recedere dall’idea di un intervento armato in quei termini”.

Come dovrebbe comportarsi quindi l’Italia in questo momento, a suo avviso?
“L’Italia in questo momento ha un governo in supplenza, legittimo dal punto di vista costituzionale, ma è già stato eletto un nuovo Parlamento. In passato, spesso è capitato – e l’ultima è stata la vicenda libica – che iniziative trainate dalla Francia abbiano creato più problemi di quanti ne abbiano risolti. Quindi, io suggerirei molta prudenza, e, al nostro Parlameno e Governo, di discernere con la rara saggezza di Angela Merkel”.

Le consultazioni sono in corso e sono ancora ben lontane dal concludersi positivamente. C’è chi pensa che, visto il quadro internazionale, il presidente Mattarella dovrà per forza di cose accelerare i tempi…
“Spero che non ci si riduca al punto di chiudere le consultazioni perché si deve dare una risposta a livello internazionale. Direi piuttosto il contrario: che l’urgenza sul piano internazionale dovrebbe dare più consapevolezza alle forze politiche nell’affrontare le consultazioni. Sono i partiti che devono essere più maturi e consapevoli di quello che succede nel mondo, e non sacrificare ciò che succede nel mondo al risiko da piccoli protagonisti della politica”.

E secondo lei è realistico che ciò accada?
“[Ride] Per questa domanda mi avvalgo alla facoltà di non rispondere”.

Lei è stato in Siria di recente. Che impressione si è portato a casa, vedendo un Paese distrutto da un conflitto che dura da 7 anni?
“Sicuramente, in questo Paese è successo qualcosa che occorreranno generazioni per dimenticare. Il lavoro che bisogna fare come comunità internazionale è prima di tutto quello di liberare il terreno dagli attori esterni. Così come consideriamo esterni i foreign fighters, prima o poi dovranno andarsene le milizie di Hezbollah, il partito di Dio filolibanese sciita e filoiraniano, come le stesse milizie iraniane, come i soldati americani che sono al di là dell’Eufrate e che concordano con i curdi la strategia di combattimento anti-Isis, oggi in imbarazzo per l’intervento turco. Sono i siriani che si devono riappropriare del proprio destino, contenendo il più possibile l’influenza di Arabia Saudita, Turchia e Israele. Per ottenere questo bisogna garantire i termini di più basilare sicurezza”.

E sui rapporti con la Russia come finirà? Nelle scorse ore Mike Pompeo ha detto che l’era del soft power con Mosca è finita…
“Penso faccia parte più in generale di una valutazione strategica da parte americana. Parliamoci chiaro: io penso che per gli Stati Uniti si affacci una prospettiva molto impegnativa per il futuro, perché ci sono tre Paesi – Russia, Cina, Turchia – che hanno modificato le proprie democrazie sul piano costituzionale, rendendole democrazie a vita, cioè consentendo ai presidenti di esserlo a vita. Questo non è poco, sul piano del confronto internazionale. Credo che molta durezza che vediamo da parte americana sia motivata dal timore che prendano piede ipotetiche dittature, in modo da complicare lo scenario globale , e di non avere più, nel giro di breve tempo, la possibilità di porre dei limiti. Sono problemi talmente ampi che forse meriterebbero un coinvolgimento più che formale di questa istituzione un po’ “appassita” che chiamiamo Organizzazione delle Nazioni Unite”.

Share on FacebookShare on Twitter
Giulia Pozzi

Giulia Pozzi

Classe 1989, lombarda, dopo la laurea magistrale in Filologia Moderna all'Università Cattolica di Milano si è specializzata alla Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e ha conseguito un master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI). Ha lavorato come giornalista a Roma occupandosi di politica e affari esteri. Per la Voce di New York, è stata corrispondente dalle Nazioni Unite a New York. Collabora anche con "7-Corriere della Sera", "L'Espresso", "Linkiesta.it". Considera la grande letteratura di ogni tempo il "rumore di fondo" di calviniana memoria, e la lente attraverso cui osservare la realtà.

DELLO STESSO AUTORE

As Italians Return from Vacation, Covid-19 Cases See a Sharp Rise

As Italians Return from Vacation, Covid-19 Cases See a Sharp Rise

byGiulia Pozzi
As the Mystery Around Paciolla’s Death in Colombia Deepens, the UN Remains Silent

UN Is in Close Communication with Italy on Mario Paciolla’s Death in Colombia

byGiulia Pozzi

A PROPOSITO DI...

Tags: crisi sirianaDonald TrumpMario MauroOnuRussiaSiriaUSA
Previous Post

Kali Uchis, l’anima colombiana del pop americano

Next Post

Governo, venti di guerra su giochi di carte: sarà capace l’Italia di uscire dallo stallo?

DELLO STESSO AUTORE

As the Mystery Around Paciolla’s Death in Colombia Deepens, the UN Remains Silent

Morte Mario Paciolla in Colombia, l’ONU assicura: “In stretto contatto con l’Italia”

byGiulia Pozzi
As the Mystery Around Paciolla’s Death in Colombia Deepens, the UN Remains Silent

As the Mystery Around Paciolla’s Death in Colombia Deepens, the UN Remains Silent

byGiulia Pozzi

Latest News

Elena Mazzon in una scena di “The Popess: Instructions for Freedom”.

The Popess: Elena Mazzon porta in scena l’eresia al femminile

byMonica Straniero
Il piccolo protagonista di The Legend of Ochi Courtesy of A24/Universal Pictures

Isaiah Saxon e “The Legend of Ochi”: il fantasy più strano dell’anno

byMonica Straniero

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Governo, venti di guerra su giochi di carte: sarà capace l’Italia di uscire dallo stallo?

Governo, venti di guerra su giochi di carte: sarà capace l'Italia di uscire dallo stallo?

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?