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September 19, 2015
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New York la liberale dà l’ok a papa Francesco

Maurita CardonebyMaurita Cardone
Time: 4 mins read

A pochi giorni dall’arrivo del papa a New York, la città è in fermento. Immagini del pontefice compaiono su muri e spillette, mentre la City Hall inizia a diffondere informazioni sulle variazioni del traffico dovute alla visita papale. E in una città che generalmente reagisce con una certa insofferenza alla routine delle visite istituzionali che aumentano esponenzialmente i livelli di caos urbano, stavolta i newyorchesi sembrano non essere affatto infastiditi: al contrario sono pronti ad accogliere a braccia aperte il papa argentino. A dirlo non è soltanto la frizzante atmosfera di attesa che si respira in città, ma anche i dati di un sondaggio condotto da Newsday/News 12 Long Island/Siena College, secondo i quali quasi il 90 per cento dei cittadini della Grande Mela vede con molto favore Francesco e la sua imminente visita negli USA.

Il sondaggio ha riguardato la città di New York e l’area di Long Island, a forte presenza italiana (in questo articolo, tuttavia, riportiamo i dati relativi alla sola città di New York), ma i ricercatori non si sono limitati a chiedere l’opinione dei cattolici, bensì hanno allargato la conversazione all’intera popolazione di una città demograficamente tra le più eterogenee al mondo. La New York che con l’elezione del sindaco Bill de Blasio sembra aver ritrovato la sua vera natura liberal, apprezza le idee del papa e ritiene che Francesco sarà in grado di portare un cambiamento positivo nella religione cattolica e non solo. Quasi tre quarti degli intervistati, si legge nel comunicato stampa che accompagna il sondaggio, si trovano d’accordo con il papa su almeno una delle posizioni da lui espresse su temi sociali, politici e religiosi. “Grazie, probabilmente, alle sue posizioni su questi temi o alla buona impressione che ha fatto sui newyorchesi, al momento almeno tre quarti dei residenti della città e dell’isola, e tra l’80 e il 90 per cento dei cattolici, si aspettano che Papa Francesco avrà un significativo, o comunque un qualche, effetto positivo sulle persone di tutto il mondo”, dichiara Don Levy, direttore del Siena Research Institute, nello stesso comunicato stampa. É il 34 per cento degli intervistati a ritenere che il papa avrà un significativo effetto positivo; il 45 per cento gli concede invece un “qualche” effetto positivo. Per dovere di cronaca va detto che il 2 per cento ritiene che Francesco avrà invece un significativo effetto negativo sulla popolazione mondiale.

Sui cambiamenti climatici su cui il papa, nella sua recente enciclica Laudato Si’, ha riconosciuto la matrice antropogenica del problema, il 73 per cento dei newyorchesi è d’accordo con il pontefice. E proprio questo tema ci si aspetta sarà al centro della visita papale e in particolare del suo discorso all’ONU di venerdì mattina, strategicamente programmato in una settimana in cui alle Nazioni Unite si discuterà di sviluppo sostenibile e in vista dell’appuntamento della Cop21 di Parigi, da cui la comunità internazionale si aspetta finalmente un accordo decisivo sulla riduzione delle emissioni.

Sull’evoluzionismo, su cui il papa ha portato la Chiesa su posizioni che includono e non rifiutano la scienza, i newyorchesi si dimostrano invece più vicini all’America profonda: solo il 57 per cento si identifica con le posizioni del papa che ammette la compatibilità tra evoluzionismo e creazionismo.

E se New York è la città libertina per eccellenza dove la sessualità si esprime in tutte le combinazioni possibili, Francesco è l’unico papa possibile per i cattolici di New York: le sue aperture nei confronti degli omosessuali e di una qualche forma di contraccezione, devono aver lasciato il segno in una città in cui le famiglie con genitori dello stesso sesso sono sempre più nella norma. A ritenere che papa Francesco stia facendo un eccellente lavoro nel rivolgersi (e presumibilmente includere) la comunità LGBT è il 25 per cento degli intervistati di religione cattolica, mentre il 36 per cento ritiene che stia facendo un buon lavoro e il 22 un lavoro discreto. Il 60 per cento degli intervistati cattolici ritiene inoltre che la Chiesa dovrebbe riconoscere il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ma solo il 40 per cento pensa che questo avverrà. Allo stesso modo, l’80 per cento ritiene che la Chiesa dovrebbe consentire ai credenti cattolici l’uso di contraccettivi ma solo il 56 per cento pensa che questo cambiamento diventerà realtà.

In una città che spesso detta il ritmo del mondo, secondo gli intervistati cattolici (che si professano cattolici al momento del sondaggio o che hanno un passato cattolico), il problema principale della Chiesa cattolica nell’area di New York è che la dottrina ufficiale non è al passo con la larga maggioranza dei credenti: a pensarlo è il 39 per cento.

Per quanto riguarda la macchia più pesante sulla reputazione della chiesa cattolica americana (e non solo, ma qui la cosa è stata presa con una certa serietà), ovvero i casi di abusi sessuali su minori da parte dei sacerdoti, gli intervistati cattolici sono stati tiepidi: nell’affrontare questi scandali papa Francesco farà un eccellente lavoro per il 24 per cento degli intervistati, un buon lavoro per il 32 e un discreto lavoro per il 19 per cento.

Se a New York qualche ombra c’è intorno a Francesco, si concentra nell’area di Wall Street: nella capitale della finanza sfrenata, solo con le sue tirate contro i danni del capitalismo Francesco è riuscito ad alienarsi qualche simpatia tra i newyorchesi: secondo il sondaggio, solo il 35 per cento degli intervistati di tutte le religioni è fortemente d’accordo con l’affermazione del papa che il capitalismo selvaggio è tirannia. Chi è d’accordo resta comunque una maggioranza, con il 59 per cento tra fortemente e moderatamente d’accordo, ma il 14 per cento è invece moderatamente o fortemente in disaccordo. Il 52 per cento, tuttavia, dichiara che a contribuire alla propria opinione positiva nei confronti del papa è stato anche lo stile di vita semplice e umile scelto dal pontefice.

“L’America e la zona di New York sono pronte ad accogliere un popolare Papa Francesco la prossima settimana – conclude Levy – Il nostro studio dimostra che è benvoluto, non solo dai cattolici ma da tutti. Seppure alcuni non sono d’accordo con le sue opinioni, i più, sia per i suoi modi umili o per la sua presenza spirituale, tendono ad essere d’accordo con lui. In ogni caso, a questo Papa si chiede tanto. I newyorchesi sperano che non solo aiuterà i poveri del mondo, ma il mondo stesso, e che allo stesso tempo riesca a portare la Chiesa cattolica in quello che credono sia il mondo reale americano. Un compito arduo, anche per un Papa”.

 

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Maurita Cardone

Maurita Cardone

Giornalista freelance, abruzzese di nascita e di carattere, eterna esploratrice, scrivo per passione e compulsione da quando ho memoria di me. Ho lavorato per Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia, QualEnergia, L'Indro, senza che mai mi sia capitato di incappare in un contratto stabile. Nel 2011 la vita da precaria mi ha aperto una porta, quella di New York: una città che nutre senza sosta la mia curiosità. Appassionata di temi ambientali e sociali, faccio questo mestiere perché penso che il mondo sia pieno di storie che meritano di essere raccontate e di lettori che meritano buone storie. Ma non ditelo ai venditori di notizie.

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