Il mondo è contro Putin? Da Washington partono strali contro Mosca? Chi non è “contro” Mosca, è “con” Mosca? Proprio così. Noi, allora, difendiamo Vladimir Putin leader russo, difendiamo la Russia dai mercanti, dagli emotivi, dai poco informati, e dai guerrafondai mascherati da pacifisti, da samaritani. Mercoledì scorso all’Accademia Militare di West Point, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tracciato le linee della politica estera americana da qui alla fine del suo secondo mandato: intensificazione della lotta al terrorismo islamico, ma con nuove strategie; e, attenzione, massimo rigore con la Russia. “Fermare”, insomma, la Russia.
Fermare la Russia? Quali mai crimini stanno commettendo i russi? Carriarmati russi puntano ora su Kiev, capitale dell’Ucraina? Truppe moscovite si preparano a investire Poltava, Zitomir, Dnepopetrovska? Unità navali russe cannoneggiano ora Odessa, perla del Mar Nero, porto di alta valenza strategica? Mosca intende forse annettere l’Ucraina? Mosca ha magari in mente di divorare almeno mezza Polonia, come Stalin nel 1939 e questo mentre la Wehrmacht da ovest picchiava duro? Vladimir Putin ha forse in animo la riconquista dei pozzi petroliferi di Baku? Che il “sogno” del leader russo sia quello di diventare lo zar di tutti i popoli di lingue slave e condurre le proprie armate fino a Zagabria, a Lubiana: alle porte di Trieste?
No di certo. Il personaggio non è un fesso. Non è il Galtieri russo (Galtieri, il Generale argentino che nel 1982 invase le Falklands con conseguente disfatta argentina sotto la veemente controffensiva britannica). Non è nemmeno il Murat russo che sopravvaluta se stesso in dimensioni sesquipedali, l’uomo di Napoleone a Napoli, ma un irrazionale, un prevedibile; un “astratto”, per quanto generoso e schietto.
Putin ora altro non fa che reagire alla politica d’accerchiamento nei confronti della Russia decisa all’incirca una quindicina di anni fa, forse anche meno, da un Occidente che negli “accerchiamenti” dimostra da secoli una disinvoltura che lascia stupefatti. Si prenda come solo esempio la politica inglese nei confronti dall’Italia fra, grosso modo, il 1850 e il 1936. E’ l’Inghilterra guidata dal Primo Ministro Palmerston che sposa senza indugio la causa dell’indipendentismo italiano, appoggiato anche, sebbene in modo meno vistoso, molto meno “passionale”, da una Casa Bianca comunque acerrima nemica del Papato. Quando poi l’Italia osa “metter la testa fuori dal sacco”, ecco che invece arrivano le mazzate, tipo quella delle Sanzioni (vi si mobilitarono cinquantadue Stati…) ai danni di Roma per l’invasione italiana dell’Abissinia.
Care lettrici, cari lettori: la Russia è accerchiata. Da ovest è accerchiata dalla NATO, da est dalla Cina. Da Cina e Occidente legati da grossissimi, reciproci, debilitanti interessi sui quali si dovrà, un giorno, gettare luce in nome della giustizia, in nome della verità. Nel momento in cui, oramai diverso tempo fa, apprendemmo che la Polonia era stata ammessa nella NATO, ci colse un moto di nausea, un brivido ci percorse da capo a piedi. Varsavia membro della NATO? Se questa non fu una smaccata provocazione nei confronti della Russia, ditemi voi quale è una “smaccata provocazione”…
Nella sua “democraticità”, da una ventina di anni a questa parte, l’Occidente ci serve la calcolata negazione di se stesso. Ci parla di pace, di concordia, di affratellamento; ci esorta a credere nella Democrazia, e non ce n’è nemmeno bisogno: siamo democratici, ma, a questo punto, ci scoccia esser chiamati a dimostrarlo in continuazione!
Eccolo, l’Occidente che pretende di mettere in riga Vladimir Putin, l’uomo che cura gli interessi del proprio popolo. L’Occidente che sorvola sui macelli sociali, e anche fisici, i quali hanno luogo in Cina, in India. Eccolo l’Occidente campione del “privato” che oggigiorno ci assassina e nessuna speranza ci vuole concedere. Vuole, “soltanto”, che tu ti spezzi la schiena, e che te la spezzi grato dei pochissimi quattrini che ricevi come salariato… E che altro pretendi?
La causa della Russia è la causa di “tutti noi”. Di tutti noi che non ne possiamo più di promesse non mantenute, di recessioni senza fine, di elucubrazioni nemiche dalla dignità, dell’intelligenza umane.
Ma ora si rischia che l’Ucraina diventi la Serbia del 1914…
Grazie, Occidente! Le vie del tuo volere sono infinite!