Caro Direttore,
Ho letto il recente pezzo del nostro Fabio Cammalleri nella sua column "FUORI DAL CORO" e l’ho trovato, come gli altri suoi articoli, eccellente. Una sola cosa mi ha fatto un poco sorridere: il solito riferimento a Mussolini, categorico, lapidario. Certo che la Storia è fatta per aiutare la Conoscenza, ma suonare sempre quel disco… E’ d’una facilità estrema.
Mi pare che la mia natura di democratico non possa essere posta in discussione. Mai vorrei un’altra dittatura in Italia. Mi opporrei a chi solo pensasse di far trionfare il Partito Unico. Sarebbe una sciagura.
Ma come te ben sai la Storia è fatta, sì, per essere studiata e, soprattutto, interpretata.
L’Italia è passata attraverso l’esperienza fascista come l’Inghilterra passò con Cromwell (l’Inghilterra della Magna Charta!) attraverso quella del repubblicanesimo dittatoriale, e come la Francia di Voltaire e Rousseau conobbe a un tratto il Terrore…
Nessuno mette in discussione le efferatezze delle Leggi Razziali del 1938, che il Duce avrebbe potuto, sissignori, risparmiarci. Ma con l’attenzione, costante, che la Storia merita, ci si accorge che sotto il Governo Mussolini tutto avveniva alla luce del sole. Non c’erano segreti. Dal dopoguerra in poi siamo invece seppelliti dai segreti… Con molta frequenza Mussolini riferiva in pubblico degli sviluppi della politica interna, della politica estera. Il Duce tentò, fra le sue innumerevoli iniziative, di eliminare dal carattere italiano il senso del ‘pittoresco’, il senso d’un fatalismo piccino, egoista, del tutto improduttivo. Il fatalismo degli sconfitti…
Toni De Santoli, Roma
Toni De Santoli scrive per la VOCE la column "FURORE"