GOCE (Gravity field and steady-state Ocean Circulation Explorer): fino a ieri nessuno sapeva cos’era. Tranne noi geofisici che lo avevamo studiato, sviluppato e realizzato presso i laboratori dell’Alenia di Torino con un finanziamento dell’Agenzia Spaziale Europea, nessuno sapeva cosa facesse.
Sin dalla sua scoperta, fatta da Isaac Newton nel XVII secolo, il campo gravitazionale è stato oggetto di studi e tuttora, non sappiamo ancora, del tutto, che cosa è e non siamo riusciti a unificarlo con le altre tre forze che rappresentano l’Universo in cui siamo immersi.
Sappiamo che tutto ciò che ha massa è attratto dalla forza di gravità. Einstein nel suo articolo sulla Teoria della Relatività Generale del 1916 descrisse la vera natura della gravità, rivoluzionando il modo di concepire lo spazio. Fino allora lo spazio e il tempo, secondo la relatività Galileiana, erano considerati due entità slegate. Invece per Einstein il tempo e lo spazio sono legati e generano lo spazio-tempo. Lo spazio viene deformato dalla presenza di masse, lo spazio dice alla materia come muoversi, la materia dice allo spazio come incurvarsi. Se pensiamo allo spazio-tempo come un telo e noi buttiamo una palla su quel telo, vediamo che si produce un avvallamento. La gravità fa la stessa cosa perché lo spazio-tempo s’incurva in presenza di una grande concentrazione di materia come può essere quella di un pianeta o di una stella. Maggiore è la massa e maggiore sarà la distorsione e quindi maggiori sono gli effetti della gravità. La gravità quindi è il risultato della forma curva dello spazio-tempo.
Partendo da queste considerazioni è stato sviluppato il gradiometro di GOCE, che contiene una palla sospesa nel vuoto. In orbita questa palla oscilla in funzione delle masse che sta sorvolando, rivelando la vera natura della Terra. I risultati di queste osservazioni hanno dimostrato che la Terra non è una sfera perfetta, anzi è molto asimmetrica, e al suo interno ha livelli e zone di diversa densità che fan sì che ci siano zone di diversa gravità intorno al globo.
La conoscenza della gravità e delle sue variazioni nello spazio sono fondamentali per conoscere e studiare ogni processo dinamico sulla superficie della Terra e al suo interno. Migliorare la nostra conoscenza su come la gravità influisce sull'interazione tra processi che avvengono sulla Terra, ha vantaggi pratici che ci permettono di capire meglio i cambiamenti del nostro pianeta. Tutti questi cambiamenti vanno sotto il nome di Global Change. Una mappa accurata di gravità – il geoide – è cruciale per applicazioni di geodesia e per definire un modello di riferimento dell’altezza della superficie del mare, per studiare l’effetto serra, fino ai terremoti.
Ora GOCE ha finito il suo lavoro. La formula uno dello spazio, così denominato per la sua forma affusolata, sta rientrando nell’atmosfera. La finestra temporale per il rientro del satellite, che si è aperta alle ore 22 del 9 novembre 2013 e si chiuderà nella tarda mattinata dell’11 novembre 2013. Secondo la Protezione Civile, non è ancora possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possa cadere sull’Italia, tra le 8.26 alle 9.06 del 10 novembre, coinvolgendo potenzialmente il Centro-Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Sardegna); dalle 19.44 alle 20.24 del 10 novembre, interessando potenzialmente i territori di Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Sardegna; dalle 7.48 alle 8.28 dell’11 novembre. ASI ed ESA stanno ancora elaborando le traiettorie possibili di quest’ultimo periodo.
Come per altri satelliti la disintegrazione di GOCE avviene per effetto dell’impatto con l’atmosfera il che produce migliaia di frammenti che usualmente cadono in mare o in zone poco abitate. Può tuttavia accadere che alcuni frammenti caschino in zone urbane, per questo c’è l’allerta, anche se i danni che possono causare sono assai limitati .
Per approfondire si può andare su http://www.spaceflight101.com/goce-re-entry.html