Tra straordinarie misure di sicurezza, grandi sponsor, vip, ma soprattutto tantissimi sportivi e tifosi, domenica 3 novembre a New York si è corsa la 43esima maratona più famosa del mondo.
Dopo lo stop dello scorso anno dovuto all’uragano Sandy, quest’anno la maratona nella Grande Mela era ancora più attesa, e gli amanti della corsa, professionisti e non, hanno percorso i 42 km tra i quartieri di New York sostenuti dal tifo inarrestabile di un pubblico che ha seguito la gara nella prima giornata forse veramente gelida di questo autunno newyorchese.
Neanche l’allerta sicurezza ai massimi livelli, con ulteriori telecamere, accessi controllati, cani addestrati nella ricerca di esplosivi, elicotteri e sommozzatori, ha disincentivato i tifosi di ogni nazionalità venuti appositamente a New York per la maratona, molti dei quali presenti per sostenere mariti, mogli, figli, fidanzati, parenti e amici partecipanti alla corsa.
Un pubblico dove di certo non mancavano gli italiani, entusiasti dello spettacolo e felici di sostenere i loro connazionali. “Mio marito è un appassionato di corsa – dice, emozionata, Paola di Novara – ha corso 33 maratone in Italia e da sempre sognava di correre a New York. Così quando l’anno scorso è andato in pensione, insieme abbiamo deciso che era finalmente ora di organizzare questo viaggio”. E tante altre mogli e fidanzate sventolavano bandiere tricolori tra le foglie gialle e rosse di Central Park, aspettando i loro compagni nell’ultimo tratto del percorso. Poi c’era Eleonora, una ragazza che aspettava la madre, che da tanto tempo si preparava per la maratona newyorchese, e finalmente domenica è riuscita a coronare il suo sogno condividendolo con la figlia. C’era Jacopo, un bimbo di 5 anni, che aspettava paziente l’arrivo del babbo. Poi ancora fidanzati, parenti e amici, tutti a gridare “vai” per i loro cari e per tutti gli italiani in gara. Molto caldo il tifo anche per gli italiani professionisti, tra i quali si sono piazzati Valeria Straneo, quinta per le donne, e Daniele Meucci, decimo per gli uomini.
Quest'anno mancava Gianni Morandi, grande appassionato di corsa che in passato ha partecipato diverse volte alla maratona newyorchese. Ma a ricordargli la sua esperienza, ha raccontato l'artista bolognese, c'è una quercia dalle foglie rosse, che sta crescendo nel suo giardino da una ghianda che aveva raccolto a Central Park vicino all’arrivo, durante la sua ultima maratona nel 2006.
Poco entusiasti della gara, invece, i tanti newyorchesi che hanno dovuto muoversi tra le strade transennate di Manhattan, dove gran parte delle vie di accesso tra East e West side erano state chiuse. Ma nonostante i disagi, le persone chiedevano e cercavano vie e accessi alternativi, senza particolari scene di isterismo. In fin dei conti con la maratona si chiude mezza New York, c’era da aspettarsi qualche disagio.