All'interno degli eventi organizzati dalla città di Torino a New York in occasione del 2013: anno della cultura italiana negli USA, giovedì 31 ottobre all'Istituto Italiano di Cultura si è tenuto un seminario tecnico per confrontare l'esperienza torinese e quella newyorchese nell'ambito delle start-up accademiche.
Con la partecipazione di rappresentanti delle università, delle istituzioni di entrambe le città e del mondo industriale, introdotti dal sindaco di Torino, Piero Fassino, e da Maria Grazia Pellerino, assessore all'istruzione, il seminario ha evidenziato come le start-up possano essere motore dell'economia della conoscenza. Sia Torino che New York sembrano consapevoli di questo potenziale e, sfruttando la presenza in entrambe le città di prestigiose realtà universitarie, stanno mettendo in campo strategie per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali legate al mondo della ricerca. Dietro un approccio del genere c'è la convinzione che il rapporto città-università sia fondamentale per la crescita dell'economia del sapere e che il mondo accademico possa e debba essere parte dello sviluppo sociale dei centri urbani.
“Torino e New York sono entrambe città che cercano di superare la crisi economica con strategie innovative – ha spiegato la moderatrice dell'incontro, Maria Teresa Cometto, giornalista e autrice del libro Tech and the City dedicato proprio alle start-up newyorchesi – Torino, dopo la crisi dell'industria dell'auto si è reinventata come hub culturale. New York dopo la crisi del 2009 ha avviato diversi programmi per promuovere le start-up”.
Anche Leslie Whatley, vice presidente esecutivo del programma Start-up NY dello stato di New York, nel suo intervento ha sottolineato le somiglianze tra la Grande Mela e la ex capitale d'Italia, entrambe città che nel passato sono state fortemente dipendenti dall'industria e che oggi, per combattere la disoccupazione seguita all'abbandono dell'industria pesante, devono essere in grado di attirare un nuovo tipo di imprenditorialità. Per questo motivo, ha spiegato Leslie Whatley, lo stato di New York vuole creare una tax free zone per le aziende che portano avanti progetti qualificati di ricerca tecnologica. L'esenzione dalla tasse si applicherebbe a tutti i campi, dalle imposte sulla proprietà a quelle sul reddito. “Il capitale richiesto per avviare un'azienda a New York è alto, si tratta di investimenti consistenti – ha detto Leslie Whatley – ma se riuscissimo a togliere la parte di tasse, allora alcune idee imprenditoriali che altrimenti avrebbero poche possibilità di sopravvivere, potrebbero risultare di successo”.
Il seminario è proseguito con gli interventi di Enrico Macii (PoliTo) ed Edoardo Rabino (FIAT) che hanno illustrato la collaborazione tra il Politecnico di Torino e la Fiat evidenziando come università e aziende private possano trarre reciproci vantaggi dal portare avanti progetti di ricerca condivisi. Gianmaria Ajani, il nuovo rettore dell'Università di Torino, ha poi ricordato che l'Italia investe in ricerca lo 0.6 per cento del PIL contro una media europea dell'1.8. La collaborazione con il settore privato, ha detto Ajani, è quindi indispensabile per l'università italiana. A dare un esempio di questo tipo di collaborazione sono stati Attilio Ferrari, docente dell'Università di Torino, e Armando Ciampolini, direttore ALTEC – Advanced logistics technology engineering center/Thales-Alenia Space (società pubblico-privata partecipata dalla maggiore azienda spaziale europea, Thales Alenia Space, dall’Agenzia Spaziale Italiana ASI e dal consorzio pubblico ICARUS costituito dagli enti locali e da Finmeccanica), che hanno illustrato i progetti di ricerca avviati dalle due realtà con particolare riferimento alla missione spaziale Gaia. Il seminario è proseguito con gli interventi di: Marco Cantamessa presidente di I3P, Innovative Enterprise Incubator del Politecnico di Torino, Craig Gotsman direttore del Technion Cornell Innovation Institute e Carlton Vann, direttore della Division for International Business ufficio del sindaco per gli affari internazionali di New York. Tutti hanno insistito sulla utilità di un rapporto di stretta collaborazione tra istituzioni cittadine, mondo imprenditoriale e università: un terzetto strategico per sostenere l'economia del futuro.