Un solo uomo oggigiorno ci fornisce la speranza di cui abbiamo disperato bisogno. È uno di ceppo piemontese, nato in Argentina. È Papa Francesco. Un gigante, un esempio. Ve lo dice un fiorentino come me, titolare di questa rubrica dalle cui colonne spesso si fa fuoco ad “alzo zero”… Un fiorentino che non crede nel Signore, che ha in uggia ogni religione, pronto a sottolineare che in nome delle religioni da oltre mille anni si commettono in tutto il mondo i peggiori misfatti, gli atti più efferati. Un fiorentino come me che i Papi li vedrebbe volentierissimo abitare in un convento, piccolo, disadorno, fornito di un chiostro raccolto, anche un poco leggiadro. Un fiorentino come me che detesta gli “ermellini”, i paludamenti. Lo sfarzo offensivo. Lo sfarzo immorale.
Papa Francesco martedì scorso, nella visita ricevuta a opera di cappellani delle carceri italiane, ci ha offerto la seguente considerazione: “Punire i più deboli è facile; i pesci grossi nuotano”. Questo concetto, esemplare nella sua semplicità, dimostra (se mai ve ne fosse ancora bisogno) la statura, la alta statura di questo Pontefice. Dimostra la “tensione” interiore di questo Pontefice. Tensione interiore dell’uomo che impegna il proprio spirito nella lotta incessante contro il Male. Non m’ero sentito vicino a nessun Papa fra quelli avvicendatisi a San Pietro dal 1946 (anno della mia nascita) in poi. Mi sento invece vicino a “questo Papa”. Non è che il Vaticano nobiliti Francesco: è Francesco a nobilitare il Vaticano. Francesco monda il Vaticano (ma ci sarebbe da mondare ancora di più…). Il suo sguardo è cristallino, il suo sorriso è come quello d’un nonno, d’uno zio che ci comprendono, ci sono di sommo aiuto, ci sanno persuadere, ma non è detto che ogni volta ci assicurino la loro assoluzione. Lui piacerebbe perfino a Nino Bixio!
Papa Francesco è diventato Vescovo di Roma in tempi bui, bui per l’Italia, bui per mezzo mondo. Nulla più conta. Non conta più la vita umana. Atrocità d’ogni genere sono all’ordine del giorno. In politica dilagano il raggiro, il sotterfugio (molto più che ai tempi di Madame Pompadour, della Contessa di Castiglione…), la finzione, la millanteria; la ricerca spasmodica di ricchezze materiali sempre più ingenti. In settori del lavoro, almeno in Italia, s’è stabilito un regime di semi-schiavitù, s’è creato un sistema (vedasi certi ‘call centre’) in cui la dignità umana viene offesa, presa a calci. S’è creato un sistema il quale premia con entusiasmo la ragazza formosa, ‘tutta curve’, ‘spigliata e disinvolta’… La “ragazza” che magari diventa assessore o approda, addirittura, al Parlamento: nessuno le nega uno scranno…
Papa Francesco vada avanti, vada molto più avanti. Sciolga l’Azione Cattolica, faccia sciogliere Comunione e Liberazione. I due organismi non sono ‘cristiani’: sono settari. Sono nocivi. Liberi i cristiani dalla politica. Percorra scalzo le vie di Roma vestito d’un saio… Nelle trattorie della Suburra o di Campo Marzio, chieda pasta e fagioli e un bicchiere di ‘rosso’. Passi poi la notte in un ricovero per i “reietti”, i dimenticati. Questo vorrebbe dire “andare fino in fondo”. Questo, forse, cambierebbe un sacco di cose nell’Italia superficiale, egoista, arida che da troppo tempo conosciamo e che è la nostra prigione.