Le cerimonie commemorative, a Washington e a New York, giocano a incastro con il 12esimo anniversario degli attacchi dell'11 settembre 2001. Tra i silenzi spianati di Ground Zero e lo spettro dei crimini di guerra in Siria, la tradizione implode e seppellisce la lettura dei nomi delle vittime del crollo delle Torri Gemelle. All'orizzonte, c'è una diplomazia con l’opzione militare accesa. L'ultimo discorso alla nazione di Barack Obama sulla Siria – quindici minuti in diretta tv dalla Casa Bianca – si racchiudono nella frase pronunciata dal Presidente: “Gli Stati Uniti non possono far finta di niente di fronte all’uccisione di bambini con i gas”. Rimandato al Congresso il voto sull’intervento in Siria, restiamo in attesa delle trattative all’Onu. Nel frattempo, un organo suona tra l'etere e le strade che dividono il nuovo destino di Manhattan da quello di Damasco.
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