L’Italia celebra la sua moda e lo fa in grande stile. Una ventata di glamour attraversava le stanze dell’ICE lunedì sera, con ospiti d’eccezione e soprattutto tanta creatività.
Un evento insolito quello ospitato da Riccardo Monti, presidente dell’Italian Trade Commission e organizzato da Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia: 8 Short Video X 8 Long Stories è una mostra itinerante che celebra la commistione tra le arti, nel segno dell’eleganza. Otto registi emergenti di diverse nazionalità hanno interpretato otto abiti di altrettante case di moda italiane tra le più prestigiose.
Franca Sozzani ha spiegato così, a La VOCE, l’idea che ha dato vita a questo evento: “Nell’anno della Cultura Italiana negli USA non poteva mancare un evento dedicato alla moda che ormai non è più solo abiti, ma è musica, cinema, arti visive, contaminazione. Va al di là dei vestiti e diventa un’esperienza. È per questo che abbiamo avuto l’idea di chiedere a otto giovani registi internazionali (ed era importante per noi che venissero da culture e paesi diversi) di scegliere un abito di uno degli otto stilisti italiani più importanti e di interpretarlo, di costruirci sopra una storia. Non raccontando gli abiti e gli stilisti in senso commerciale, ma cercando di restituire il mood che quell’abito ispira. E mi sembra che abbiano creato delle cose bellissime”.
La mostra, ospitata nelle eleganti stanze del palazzo su 67th street che è sede dell’ICE, vede esposti i lavori degli otto registi e diversi abiti di Valentino, Prada, Gucci, Armani, Missoni, Versace, Dolce & Gabbana, Fendi. Abiti da sogno, di quelli che si vedono solo nei film. E che in questi film vengono raccontati con stile, ironia, leggerezza e passione.
Ognuno dei registi ha interpretato gli abiti con un tocco estremamente personale e i video sono tanto diversi tra loro quanto lo sono gli abiti esposti. Se la regista di Hong Kong, Flora Lau, ha interpretato l’abito di Armani con immagini architettoniche e linee essenziali al limite del freddo, l’italiana Ginevra Elkann ha dato una lettura di Missoni che restituisce l’allegra libertà delle fantasie e dei colori che hanno reso inconfondibile la famosa casa di moda. L’Argentino Leonardo Brzezicki racconta il sobrio abito di Gucci con un gusto retrò da dolce vita, mescolato a un tocco di sensuale follia. Le immagini dell’inglese Babak Jalali descrivono una donna Prada fragile e allo stesso tempo selvaggia, quasi estraniata dal mondo.
“Abbiamo voluto proporre le icone della moda italiana in un modo diverso e totalmente inaspettato – ci ha detto Pier Paolo Celeste, direttore della sede ICE di New York – Durante la Fashion Week, un momento in cui New York ospita 350 eventi legati alla moda, ognuno cerca di attirare l’attenzione e noi abbiamo voluto organizzare un evento eccezionale, limitato a questa sera perché, appunto, eccezionale. Volevamo che attirasse le persone giuste e ci siamo riusciti perché questa sera ci sono tutti quelli che avevamo invitato: celebrità, attori, designer, imprenditori, creativi. Abbiamo avuto un 94 per cento di adesioni”.
Di sicuro sorprende vedere tanto glamour in una compassata sede istituzionale. Ma di certo non dispiace. E quale sia il segreto per trasformare la seriosa Agenzia per il Commercio Estero nel posto più cool di New York per una notte ce lo dice Celeste: “Gli ingredienti giusti, nelle dosi correte. E poi tanto amore”.
L’evento di New York è durato solo qualche ora, ma la mostra non si ferma: nei prossimi 24 mesi abiti e video gireranno nella altre sedi ICE nel mondo. E il prossimo capitolo, ci promette Pier Paolo Celeste, sarà dedicato ad altri otto stilisti, ma questa volta giovani.