E’ un decreto che arriva con almeno dieci anni di ritardo, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai. Oggi il Governo italiano ha approvato misure in base alle quali si amplia lo spectrum dei fermi e degli arresti giudiziari e si sancisce un marcato inasprimento delle pene nei confronti degli uomini che uccidono, violentano, oltraggiano donne. Giro di vite anche nei riguardi di chiunque (maschio o femmina) si abbandoni alla disgustosa pratica dello “stalking”. Ecco, quindi, la risposta (appunto tardiva, scandalosamente tardiva) al femminicidio in atto in Italia ormai da parecchi anni, ma estesosi negli ultimi tempi fino ad assumere spirito e connotati da tragedia sociale, non solo morale. Resta da vedere quale sarà l’iter del provvedimento varato dal Governo Letta in un Paese come questo che non sa difendersi, non sa difendere, avalla gli istinti più bassi, incita alla volgarità, al cattivo gusto; alla conquista del “successo”, alla ricerca di beni materiali sempre più ingenti; all’affermazione di un individualismo esasperato, cialtrone, asociale, amorale.
Oggi in Italia nessuna donna può dire di sentirsi sicura. Difatti, non lo è. Lo dimostrano le cronache, le cronache quotidiane: “bollettini di guerra” che mettono i brividi. Una piaga nazionale, eccome. Perciò, una vergogna nazionale. Ad assassinare donne non è ‘sempre’, e ‘soltanto’, “lo straniero”, il maschio “esotico”. La grande maggioranza delle donne vittime di morte violenta, ha avuto come suoi carnefici italiani, “rispettabili” italiani, figli della terra di Dante, Petrarca, Beccaria. Italiani “alla moda” coi loro SUV, i loro cellulari, le scarpe da ginnastica “fiche”, l’altrettanto “fico” Rolex al polso, due, tre, quattro carte di credito e la testa stracolma di luoghi comuni tipo “le inglesi sono fredde” (il che non è per nulla vero), “i tedeschi pensano solo al lavoro” (non è vero neanche questo), “non c’è nulla di più bello delle spiagge delle Seychelles” (dove la Storia però non è passata!)…
Ma il nostro discorso parte da lontano. Deve partire da lontano. Ci riconduce alla Rivoluzione Sessuale scattata mezzo secolo fa in Gran Bretagna e in Scandinavia, giunta pochi anni dopo in Germania, Francia, Italia. Certo che è umano che nel “paradiso sessuale” contemporaneo, un uomo perda il controllo di sé se non riesce a conquistare una sola donna e si ritrova così in una sorta di ghetto, il ghetto degli “sfigati”… Diventa irritabile. Può diventare violento. Può trasformarsi in un assassino se una donna è riuscito a trovarla, ma lei un bel giorno lo pianta in asso. Non fraintendiamoci: nulla giustifica un atto di violenza su una donna, che è atto vile, raccapricciante. Una donna deve potersi sentir libera d’andare in giro in minigonna o di lasciare per sue ragioni il proprio uomo, e questo senza che debba rischiare lo stupro, o la vita. Siano quindi inasprite davvero le pene per chi uccide, stupra, minaccia una donna.
Ma se ci ritroviamo alle prese col femminicidio, la responsabilità di ciò ricade sulla Scuola, sulla tv, sulla classe politica, sull’editoria, sull’intrattenimento. Su un sistema intero. Un sistema pigro, molto borghese, di scarsa cultura o di erudizione fine a se stessa. Un sistema che non sa prevedere il disastro, l’infezione; che non sa anticipare i tempi. E’ il Sistema degli individualisti… Noi ne siamo alla mercè.
Questo articolo esce anche su Oggi7-America Oggi