Francesca D'addetta, 31 anni, di Parma, vive e lavora a New York da due anni e mezzo e ha l’Italia sempre nel cuore. Sguardo vispo, carattere deciso, attaccata alle sue origini emiliane, amante della natura. Quando ci siamo incontrate alla fermata 72nd Street ci siamo incamminate verso Central Park dove tra breakdancer e novelli sposi protagonisti di scatti fotografici dei turisti e non solo, mi ha raccontato la sua esperienza newyorchese.
Francesca si è innamorò di New York quando atterrò per la prima volta al JFK all’età di 16 anni. Arrivò nella Big Apple per trascorrere un mese di vacanza dai cugini. Una volta rientrata in Italia con l’entusiasmo di una 16enne e la determinazione di una donna con le idee ben chiare ha guardato negli occhi i genitori e ha detto: “Io vado a vivere a New York”.
Da quel giorno, prima che il sogno si realizzasse sono trascorsi diversi anni. Si è prima diplomata poi laureata in marketing. Finiti gli studi, una nuova breve fermata a New York. Questa volta di tre mesi. Scopo? Migliorare l’inglese. In quel periodo e negli anni a seguire il richiamo della City era forte, ma non era ancora giunto il momento di fare le valigie definitivamente.
La condizione ideale è arrivata quando si è conclusa l’esperienza lavorativa in un’azienda internazionale nel settore cosmetico di Parma. Un lavoro che ha permesso a Francesca di rapportarsi con 17 nazionalità diverse, facendole rivivere il clima newyorchese e crescere il desiderio di volare negli States. Senza più lavoro, Francesca ha fatto il grande passo. Così eccola prendere il coraggio e il destino tra le mani con un biglietto di sola andata per attraversare l'Oceano.
“Il pensiero l’ho sempre avuto. Solo che una cosa è pensare, un’altra é fare. Per questo è stato fondamentale il sostegno della mia famiglia e degli amici. Mi hanno incoraggiata ricordandomi che era il mio sogno da sempre. Il loro supporto ha reso l'azione concreta”.
“Qualunque cosa tu possa fare, qualunque sogno tu possa sognare, comincia. L’audacia reca in se genialità, magia e forza. Comincia ora”. Johann Wolfgang Göethe
Atterrata a New York, Francesca non sapeva cosa sarebbe accaduto ma sapeva che in quel momento voleva essere proprio dov’era. Nella Big Apple! Il primo anno non poteva permettersi di pagare un affitto e ha avuto la fortuna di essere ospitata a casa di sua cugina, all’epoca single, che viveva distante da Manhattan. Ma per Francesca questo era secondario: l’importante era che il suo sogno di vivere a New York era appena iniziato. Vivendo con la cugina, Francesca ha potuto risparmiare i soldi per poi prendersi un appartamento a Brooklyn.
Questi due anni non sono stati semplici sia per la lontananza dalle persone care, che per l’adattamento alla nuova vita oltre che il ricostruirsi nuovi punti fermi. “Le difficoltà sono quotidiane, più grandi o più piccole, ma ci sono. Ero pronta a tutto questo. Sapevo che sarebbe stata difficile. All’Università e poi lavorando ho imparato che se vuoi veramente una cosa non ti blocchi davanti ai primi problemi. Vai avanti verso l’obiettivo senza fermarti. Nella vita niente è facile.
I primi tempi pensavo che non ce l’avrei mai fatta. Mi mancava tutto. I miei amici, la mia famiglia, il mio cane. É stato veramente difficile. Poi, come in tutte le cose, ti abitui. Questa esperienza mi ha insegnato tantissimo. Mi ha insegnato a mai dire mai nella vita e che non bisogna autolimitarsi. Bisogna continuare a costruire e imparare dalle difficoltà. Bisogna essere aperti e guardare avanti”
"Il successo non è definitivo e l'insuccesso non è fatale. L'unica cosa che conta davvero è il coraggio di continuare" . Winston Churchill
Francesca, come molti italiani, ha dovuto adattarsi anche alle grandi distanze. Ogni giorno prendeva la metro per 40 minuti, poi altri 20 minuti di autobus per raggiungere la City. Dopo le 8 di sera, l'autobus non c'era quindi doveva prendere il taxi. Era stressante, ma andava bene così perché era la sua scelta. Per quanto riguarda il lavoro, anche in questo caso è stata fortunata ma anche molto determinata. L'ha trovato dopo un mese e mezzo grazie ad un fornitore con cui ha lavorato che gli ha dato il contatto della persona che sarebbe diventato il suo attuale superiore. Lavora in un’azienda di servizi nel settore cosmetico in fase di start up. Organizza corsi di make up, cosmetici, fragranze. Quindi è passata da un’azienda di 300 persone in Italia a lavorare in un ufficio newyorchese con 6 persone. Per Francesca è stato un adattamento veramente importante. “Non é stato facile, ma ne é valsa la pensa”.
Il primo anno tornava a casa ogni tre mesi. Successivamente, una volta all'anno per due settimane. E in queste due settimane doveva rilassarsi per rientrare al lavoro riposata, vedere gli amici e trascorrere del tempo con la famiglia. Impegnativa la vacanza italiana. “Non é facile. L'anno scorso, però, quando sono rientrata a New York ero felice. Quindi é bello, perché dopo tutta la fatica che ho fatto, sapevo di aver fatto la scelta giusta per me”.
"Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e significato ai sogni. Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo". Sergio Bambarèn
La maggior parte delle persone che si trasferiscono a New York considerano la città difficile. Per Francesca invece è una città da scoprire. “La cosa bella di NY é che non ti annoi mai. Ogni giorno ci sono migliaia di cose da fare. Io mi sono creata il mio gruppo di amici. Una cosa che in tanti apprezzano, ma credo sia una questione di sopravvivenza. Ho bisogno di avere gli amici, dei punti di riferimento. Avendo questi punti saldi hai la forza di raggiungere i tuoi obiettivi senza demoralizzarti e trascorrere del tempo piacevole con persone di cui ti puoi fidare. Se hai punti di riferimento puoi andar dove vuoi e fare qualunque cosa”.
Infine la Big Apple ha i suoi lati positivi e negativi, un po’ come in tutte le cose “Da una parte New York ti mette davanti a te stesso. Ti tira fuori i i lati d'ombra, ce li hai davanti e devi gestirli. Quindi ti fa crescere. Mi ha cambiata molto questa città tirando fuori un lato di me che non conoscevo ovvero avere una gran faccia tosta. Se non ce l’hai, non vai da nessuna parte. Dall’altra parte è una città stressante. Per me, per esempio é importante allontanarmi spessissimo. L'ideale sarebbe una volta al mese. Non accade sempre per il lavoro.. Lo stress é alto. Però tutto porta ad una cosa positiva. Mi ha insegnato ad amare lo yoga e che per ogni problema c'é una soluzione. Questa è la lezione che ti insegna questa città”.
Lifejournalistblog.com