Il crollo del Muro di Berlino e la pace “ininterrotta” avevano fatto dimenticare agli europei la necessità di un esercito. E anche la NATO, con Putin che guerreggiava in terre lontane come Cecenia o Ossezia, non sembrava avesse più tanto senso. Al punto che, molto ridotta in uomini e risorse dai tempi della Guerra Fredda, aveva fatto dire al Trump arrivato a Bruxelles nel luglio ’18 per il vertice NATO che “gli europei devono spendere almeno il 4 per cento del Pil“.
Il presidente americano si rivolgeva soprattutto alla Germania, che secondo lui era “totalmente controllata dalla Russia” a causa del gas.
Dopo il settore dei chip è proprio un esercito il secondo campione che manca all’Europa.
La definizione di “autonomia strategica” (As) appare per la prima volta nel “Libro bianco sulla difesa” pubblicato dal Governo francese nel ’94. In Italia ne perorava la necessità l’allora ministro della Difesa Beniamino Andreatta.
Il concetto di As diventa europeo nel 2013, quando nelle sue conclusioni il Consiglio d’Europa parla della necessità di disporre di una base industriale e tecnologica a sostegno delle capacità di difesa. Dovranno passare otto anni prima che, il 29 aprile ’21, il Parlamento europeo crei il Fondo Europeo per la Difesa (Fed), stanziando 2,5 miliardi di euro per ricerca e sviluppo degli strumenti di difesa.

Quattro mesi dopo, gli USA abbandonano precipitosamente l’Afghanistan: gli europei, che già lamentavano un lungo e progressivo indebolimento dell’Alleanza Atlantica, proclamavano a gran voce l’urgenza di una brigata di pronto intervento europeo. Dopo due mesi, nessuno ne parlava più.
“I Paesi occidentali – scriveva nel frattempo il politologo statunitense Robert Kaplan – si scusano per le conquiste del passato. Mosca e Pechino sono invece orgogliosamente imperialiste”.
Passano pochi mesi ancora e Putin invade l’Ucraina, mettendo a serio rischio la stessa sovranità europea. Bruxelles per la prima volta ipotizza la creazione di un Fondo comune europeo per la difesa. Macron, presidente di turno, riunisce i capi di Stato a Versailles, ma a parte qualche sanzione alla Russia e qualche fondo all’Ucraina, le partite decisive su energia e difesa vengono ancora rinviate.
C’è però una scadenza decisiva per la Ue: la Bussola strategica per la Difesa, prodromica alla formazione della brigata europea di 5mila uomini. Ora o mai più.
Intanto il cancelliere tedesco Scholz ha annunciato lo stanziamento immediato di 100 mld per ricostituire le forze armate tedesche. Il che significa che, ancora una volta, l’Europa procede in ordine sparso. Nel 2015, gli Stati Uniti avevano 27.500 carri armati di nove modelli diversi. Nello stesso anno gli Stati europei ne possedevano 17mila ma di 37 modelli diversi: come si fa a parlare di difesa comune?
Un nuovo modello di carro armato europeo è allo studio, ma serviranno anni. Intanto Putin avanza.