La commissione d’inchiesta della Camera dei rappresentanti sull’insurrezione del 6 gennaio ha dichiarato mercoledì sera che l’ex presidente Donald Trump e i suoi associati sarebbero stati coinvolti in una “cospirazione criminale” per impedire al Congresso di certificare i risultati delle elezioni presidenziali, diffondere false informazioni ed esercitare pressioni su funzionari statali nel tentativo di ribaltare il risultato elettorale.
Secondo quanto pubblicato dal New York Times, Trump ha infranto “diverse leggi cercando di impedire al Congresso di certificare la sua sconfitta”. Nell’inchiesta condotta dalla commissione congressuale, viene evidenziato come l’ex presidente statunitense e il suo avvocato John Eastman siano stati parte attiva di una “cospirazione criminale” per ribaltare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, vinte dal dem Joe Biden. I risultati dell’indagine sono stati depositati in una Corte federale perché la commissione d’inchiesta vuole avere accesso alle e-mail dell’avvocato Eastman, il quale si è opposto sia alla sua testimonianza che alla consegna delle e-mail rivendicando il segreto professionale.
La commissione ha depositato le conclusioni in una memoria in risposta a quella presentata da John Eastman, l’ex consigliere di Trump che ha tentato di nascondere i tabulati delle conversazioni al Congresso. Secondo il comitato, nel rapporto tra avvocato e cliente esisterebbe un’eccezione legale che elimina la confidenzialità e consente la divulgazione delle comunicazioni qualora avvocato e cliente progettino atti criminali. “La commissione ha inoltre le basi giuridiche per concludere che il presidente e i membri della sua campagna si siano impegnati in una cospirazione criminale per frodare gli Stati Uniti”, recita la memoria.
Finora il dipartimento di Giustizia che sta indagando sul tentativo insurrezionale non ha fornito alcuna indicazione sulla possibilità di accusare Trump. “Le prove sono a sostegno delle interferenze dell’ex presidente e dei suoi collaboratori che sapevano che non aveva ottenuto abbastanza voti per essere dichiarato vincitore alle elezioni presidenziali del 2020 durante la sessione congiunta del Congresso del 6 gennaio, ma il presidente ha comunque cercato di manipolare il vicepresidente Mike Pence per ribaltare i risultati a suo favore”, si legge nel documento.
“La commissione d’inchiesta non sta conducendo un’indagine penale”, ha dichiarato al New York Times il congressista Bennie Thompson, presidente democratico del comitato. “Ma, come ha osservato il giudice in una precedente udienza, la tesi sostenuta dell’avvocato Eastman solleva la questione sull’opportunità che l’eccezione alla confidenzialità tra avvocato e cliente venga meno quando entrambi progettino insieme di commettere un crimine”.
Nella memoria difensiva ci sono anche estratti delle testimonianze rese alla commissione da diversi importanti aiutanti di Trump e membri della squadra dell’ex vicepresidente Mike Pence, tra cui il capo dello staff Marc Short e il capo consigliere Greg Jacob.
Bennie Thompson ha inoltre affermato di aver trovato prove sul tentativo di Trump di ostacolare un procedimento ufficiale – in questo caso, la certificazione dei risultati elettorali – cercando di sfruttare Pence per ritardare il procedimento in modo che ci fosse più tempo per “manipolare” i risultati usando i falsi delegati.
In uno scambio di e-mail del 6 gennaio 2021 tra Eastman e Jacob, Eastman avrebbe fatto pressioni affinché Pence intervenisse nel suo ruolo cerimoniale di sovrintendere alla certificazione dei voti elettorali.
Jacob in un’altra e-mail risponde: “Io rispetto la tua passione. Condivido le tue preoccupazioni su cosa faranno i democratici una volta al potere. Voglio che l’integrità elettorale venga riparata. Ma ho ripercorso ogni via legale che mi è stata presentata e concludo rispettosamente che, come quadro giuridico, c’è una posizione basata sui risultati che non sosterreste mai se dovesse essere tentata dall’opposizione, ed è interamente inventata”. E conclude: “E grazie alle vostre stro…te, ora siamo sotto assedio”.
In un altro capitolo della lunga memoria, l’ex alto funzionario del dipartimento di Giustizia Richard Donoghue ha raccontato nella sua testimonianza del tentativo di convincere Trump che le affermazioni sulle frodi elettorali fossero pura finzione. “Ho detto io stesso al presidente più volte e in diverse conversazioni, che queste accuse di schede elettorali falsificate o contrabbandate che venivano inserite più volte nelle macchinette elettorali erano frutto di fantasia. Non era vero. Abbiamo esaminato le schede, le macchinette, abbiamo guardato i video, abbiamo intervistato i testimoni e non era vero”. A un certo punto, ha detto Donoghue, ha dovuto rassicurare Trump sul fatto che il dipartimento di Giustizia avesse indagato a fondo su una notizia secondo cui qualcuno avrebbe trasportato da New York alla Pennsylvania un camion con rimorchio pieno di schede elettorali. Sono state fatte indagini a tappeto e nessuno ha trovato prove a sostegno di queste congetture, ha detto Donoghue.
L’Associazione degli avvocati della California ha dichiarato che è stata aperta una indagine su Eastman per verificare se abbia agito in modo non etico nel suo lavoro per Trump. L’indagine potrebbe portare ad un’azione disciplinare contro Eastman, come una sospensione della sua licenza legale o la radiazione dall’albo.