Cosa significa essere liberi? Fare tutto quello che ci pare? Calpestare i diritti altrui, la mente e il corpo degli altri? Tutti noi viviamo in uno stato, in una organizzazione sociale. Se questo stato ci permette di prevaricare il prossimo e farci giustizia da soli non è uno stato dove vige la libertà. E’ uno stato dittatoriale. Perché, se ti concede questo permesso, significa che devi per forza stare dalla parte del dittatore: sei semplicemente uno strumento per delimitare, in nome di questo stato, la libertà altrui. Sei il braccio armato del dittatore, sei un aguzzino che lavora per il carnefice. Che si chiami Hitler o Trump, dipende solo dall’epoca storica, ma è sempre lui il tuo capo e tu fai quello che lui ti comanda. Sei il suo servo.
Solo le persone ignoranti accettano di essere sottomesse a un capo unico e di commettere delle azioni che dalla notte dei tempi sono state moralmente riconosciute come dei delitti ancor prima che fossero state istituzionalizzate come tali. Queste persone, che non sono capaci di pensare con la propria testa, non sono in grado di giudicare il valore delle azioni che sono chiamate a compiere.
Trump ha incitato il popolo bue come facevano i capipopolo delle popolazioni nomadi che, provenienti dalle steppe del nord est dell’Asia centrale, tra il 4000 e il 2000 avanti Cristo invasero ripetutamente Mesopotamia, Asia Minore, Egitto, Grecia distruggendone la civiltà mediterranea. Introdussero il sistema bellicoso della dominanza patriarcale sopprimendo quello della pacifica partnership matriarcale.
La sociologa ed antropologa americana Riane Eisler, fondatrice e presidente del Center for Partnership Studies, lo spiega molto bene in diversi suoi libri, il più famosi dei quali è Il calice e la spada (Frassinelli), ma il più completo è Il piacere è sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla preistoria ad oggi (Forum). Il titolo originale è Sacred Pleasure. Sex, Myth and Politics of the Body (HarperCollins 1995). Su Facebook, Eisler sostiene che l’assalto al Parlamento americano del 6 gennaio è stato commesso da gente molto disturbata. Siamo nel XXI secolo dopo Cristo, ma questa gente nei filmati sembrava arrivata da un altro mondo e da un’altra epoca. Il fatto è che anche il nostro mondo è tuttora permeato dal sistema della dominanza, altrimenti uno come Trump non avrebbe mai potuto diventare presidente dell’America. Ma basta guardarlo in faccia per capire che è disturbato, se poi lo si ascolta, sembra proprio che arrivi da un’epoca molto lontana. Sebbene abbia trovato il suo gregge di ignoranti pecoroni da incitare per assaltare e saccheggiare Capitol Hill, si è dimostrato oltre che un presidente vile, un uomo psicologicamente infantile, perché incapace di accettare una sconfitta. Un soggetto primitivo il quale, credendosi un dominatore superiore, ha causato la morte e il ferimento di cittadini americani. L’istigazione alla violenza mi risulta essere un reato e spero che paghi per le nefandezze che ha generato e il degrado in cui ha gettato il suo Paese.
Riane Eisler spiega che gli invasori delle steppe istaurarono la deificazione del potere di dominare e distruggere attraverso gli dei della guerra e del tuono, che sostituirono le divinità femminili della natura e dell’amore. Massacravano gli uomini e si tenevano le donne; introdussero l’istituto della schiavitù e imposero modi diversi di strutturare i rapporti sociali. Le loro migrazioni erano state causate da radicali cambiamenti climatici nei loro paesi dove la siccità aveva trasformato zone boschive in aride steppe. La durezza dell’ambiente aveva provocato la pretesa di una rigida subordinazione sessuale delle donne, producendo traumi, fisici, psicologici e sociali. Una volta affermatisi questi modelli organizzativi, essi furono perpetuati nelle terre conquistate attraverso l’istituzionalizzazione del trauma mediante pratiche educative nei bambini che inibiscono l’espressione degli affetti e gli impulsi al piacere. La distorsione della sessualità umana e la subordinazione femminile sono stati i meccanismi primari per il mantenimento delle società della dominanza. Le società basate sulle partnership contavano sul piacere e non sul castigo per mantenere la coesione sociale, perché il piacere era sacro, essendo l’unione sessuale l’incontro con il divino.