Joe Biden un anno dopo. “E’ stato un periodo di sfide ma anche un periodo di enormi progressi” ha detto il presidente affrontando i giornalisti per la sua prima conferenza stampa del 2022 rispondendo ad una serie domande sulla sua agenda presidenziale ad un anno dal suo insediamento alla Casa Bianca.
“Un anno dopo, l’America è di nuovo in moto”, ha esordito il presidente cercando di mettere in fila i successi di questi mesi e manifestando ottimismo sui problemi ancora da risolvere. Una lunga conferenza stampa durata più di un’ora e mezza con i giornalisti che lo hanno bersagliato di domande.
Biden ha parlato di “progressi storici” nell’economia, che un anno fa “era sull’orlo del collasso” e che ora può vantare un tasso di disoccupazione del 3,9% (contro il 6,4%) e il record di 6,4 milioni di nuovi posti di lavoro (contro la perdita di 9,4 milioni). Poi ha sottolineato la svolta nella pandemia, con il 74% degli adulti completamente vaccinati (contro l’1% un anno fa) e il 95% delle scuole aperte (contro il 46%). Tra i successi rivendicati anche il piano di aiuti anti Covid da 1.900 miliardi e quello sulle infrastrutture da 1.250 miliardi.
“Non ho fatto promesse eccessive, ma non avevo previsto un tale livello di opposizione da parte dei repubblicani”, ha ammesso Biden che ha poi citato alcuni dati record: i 210 milioni di vaccinati, gli oltre 6 milioni di nuovi posti di lavoro, il tasso di disoccupazione al 3,9%.
Riguardo alla situazione coronavirus, Biden ha assicurato: “Non torneremo ai lockdown, ma dobbiamo vaccinarci”. E ha lanciato un appello: “Chi deve, faccia la terza dose”. Il presidente, spiegando che presto il virus “non farà più paura”, ha poi sottolineato: “So che c’è molta frustrazione, ma questo è a causa del Covid che crea ansia e panico. Ma ora dobbiamo immaginare un futuro oltre la pandemia”.

I sondaggi della vigilia non erano benevoli con lui. Secondo l’indagine demoscopica di Morning Consult/Politico, Joe Biden sta entrando nel suo secondo anno in carica con un basso indice di gradimento mentre la sua agenda rimane bloccata al Senato per il mancato sostegno dei suoi compagni di partito. Tuttavia gli elettori gli danno voti migliori rispetto al suo predecessore allo stesso punto quattro anni fa. Il sondaggio, condotto dal 7 al 10 gennaio, ha indicato che il 33% dei 1.313 intervistati approva le prestazioni lavorative di Biden, mentre il 53% disapprova. Solo il 10% degli intervistati non aveva un’opinione sulla sua prestazione.
Un calo di 15 punti in un anno mentre l’America ancora lotta con il COVID-19, con l’aumento dei prezzi che minimizza i successi per la ripresa del lavoro, l’aumento dei salari e la diminuzione della disoccupazione. Poco ha inciso il pacchetto legislativo firmato dalla Casa Bianca, il Build Back Better Act, capricciosamente ridimensionato dal senatore Joe Manchin.
“È un bene che la Federal Reserve ricalibri gli aiuti all’economia”, ha detto accennando anche alla sfida dell’inflazione. La crescita, ha spiegato, è il miglior rimedio all’inflazione. “La cosa migliore per affrontare i prezzi alti è rendere l’economia più produttiva”, ha proseguito il presidente, indicando tra le priorità la soluzione del problema della catena di rifornimento. Importante, a suo avviso, anche ridurre i costi per le famiglie, dagli asili all’energia, attraverso il suo piano Build Back Better. Biden ha poi invitato il Senato a confermare Jerome Powell alla guida della banca centrale per il secondo mandato: “Sostengo l’indipendenza della Fed”, ha aggiunto.

Durante la conferenza alla Casa Bianca, Biden si è detto fiducioso che grandi parti del suo piano da 1.900 miliardi per welfare e clima diventeranno legge. Il piano, per ora, è bloccato da due senatori del suo partito, Kyrsten Sinema e Joe Manchin. Il presidente ha quindi ribadito la promessa di far passare in Congresso gran parte della sua agenda di grandi riforme sociali, a partire dalle leggi per la difesa del diritto di voto. Riforma anche questa bloccata dai due senatori che non vogliono votare per cambiare le regole del filibuster. A proposito della protezione del diritto di voto, Biden ha spiegato di essere soddisfatto del lavoro della vicepresidente Kamala Harris, da ultimo – appunto – quello svolto per promuovere il passaggio di queste leggi. “La vicepresidente Kamala Harris correrà di nuovo con me alle presidenziali del 2024”, ha poi detto Biden, tentando di fugare le voci su alcuni dissapori all’interno del ticket presidenziale. Secondo alcune fonti, Harris avrebbe espresso frustrazione per il suo limitato ruolo nell’azione di governo.

Riguardo alla politica estera, Biden ha sottolineato: “Sarà un disastro per la Russia se invaderà l’Ucraina”. E ha spiegato che vi saranno “sanzioni severe” e “perdite umane” anche per Mosca. Il presidente ha ricordato di aver mandato già 600 milioni di equipaggiamento militare sofisticato a Kiev. “Penso che Putin non voglia una guerra conclamata, ma che stia testando la forza dell’Occidente e della Nato per quanto può”, ha spiegato Biden, aggiungendo che il leader del Cremlino comunque “pagherà un grave e caro prezzo” se invaderà l’Ucraina. Riguardo alla Cina, invece, Biden si è detto “incerto” se allentare o rimuovere in questa fase le sanzioni e i dazi che penalizzano le importazioni dal Paese, misure in buona parte introdotte dal suo predecessore Donald Trump. Sull’Iran: “Non è ancora l’ora di abbandonare il tavolo dei negoziati sul programma nucleare”.
Poco prima che Biden tenesse la sua conferenza stampa i membri del Congressional Black Caucus si sono recati al Senato per consegnare un messaggio ai senatori per cambiare le regole del filibuster e ad approvare i progetti di legge sui diritti di voto. “Il nostro messaggio è chiaro: il Congressional Black Caucus sta assumendo un ruolo leader sulla questione legislativa. I diritti di voto sono il fulcro delle nostre priorità”, ha affermato la rappresentante democratica dell’Ohio Joyce Beatty, presidente del caucus. Oggi stiamo facendo sapere ai senatori che combatteremo fino alla fine”. Un avvertimento per i due senatori dissidenti Manchin e Sinema.
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