Nessuna sorpresa. Elise Stefanik, deputata dello Stato di New York nella 21ma circoscrizione elettorale, è stata scelta dai congressmen del partito repubblicano come presidente della Conferenza del Gop in sostituzione di Liz Cheney. Per lei hanno votato 134 parlamentari contro i 46 che hanno preferito Chip Roy, esponente del Freedom Caucus, texano molto più conservatore di lei e, soprattutto, non allineato con l’ex presidente Donald Trump. Il voto è stato segreto e non per alzata di mano come richiesto da Kevin McCarthy per silurare Liz Cheney. Elise Stefanik è anche lei l’unica donna della leadership repubblicana. La sua circoscrizione elettorale è una delle più vaste e inabitate regioni degli Stati Uniti, grande quanto un terzo di tutta l’Italia con solo 600 mila abitanti. La chiamano il “deserto verde” per le infinite foreste degli Adirondac al confine con il Canada e il Lago Ontario.
Ripetendo il mantra del leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy usato per eliminare Liz Cheney, Elise Stefanik ha detto che solo con un partito unito sarà possibile riconquistare la maggioranza alla Camera e al Senato alle elezioni di mid-term. Nel suo discorso di due minuti ha usato la parola “uniti” 28 volte.
Come è stata eletta l’ex presidente ha postato sul suo sito web “Congratulazioni a Elise Stefanik per la sua grande e schiacciante vittoria! Il Gop alla Camera è unito e il movimento Make America Great Again è forte!”
Liz Cheney sarà stata esautorata, ma di sicuro non è stata zittita. Ieri sera, invitata da Bret Baier alla sua trasmissione “Special Report” in onda su Fox News, nell’ora di massimo ascolto, ha messo sotto accusa la stazione televisiva che la ospitava. “Tutti noi abbiamo l’obbligo di dire la verità – ha detto la congresswoman in un acceso dibattito – specialmente questa stazione televisiva, deve dire agli ascoltatori che le elezioni non sono state vinte con i brogli elettorali. Continuare a ripetere le bugie di Trump crea un vero problema al nostro Pese”. La Fox News per anni è stata il megafono delle menzogne dette dall’ex presidente.
Secondo quanto riferisce il Washington Post oggi alla Camera è stato trovato l’accordo tra repubblicani e democratici per creare una commissione d’inchiesta indipendente per indagare sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. La commissione sarà composta da 10 membri ed avrà lo stesso formato di quella creata dal Congresso per indagare sugli attentati dell’11 settembre. La speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto che nel disegno di legge in programma alla Camera lunedì prossimo per il finanziamento della sicurezza al Campidoglio, sarà inclusa anche la formazione di questa commissione. Il leader della minoranza repubblicana alla Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy è contrario alla formazione di questa commissione d’inchiesta e non è detto che la metta nell’agenda dei lavori. Lui e una larga frangia di parlamentari strettamente legati a Trump cercano di diminuire la gravità degli avvenimenti del 6 gennaio, minimizzando sia il numero dei partcipanti, che le violenze fatte nella sommossa in cui persero la vita 5 persone.
La congresswoman repubblicana Marjorie Taylor Greene è stata nuovamente protagonista, questa volta indirettamente, di un acceso confronto tra uno dei suoi aiutanti e il congressman democratico Eric Swalwell al quale ha detto con aria di sfida, mentre camminava in uno dei corridoi della Camera, di togliersi la maschera anticovid. “Sono tutti dei bulli” ha twittato il parlamentare “e stanno creando un ambiente di lavoro ostile”.
Grande risalto viene dato dalla CNN ad un nuovo video trovato nei suoi archivi di un’altra provocazione di Marjorie Taylor Greene ai danni della congresswoman democratica Alexandria Ocasio Cortez avvenuto lo scorso anno. Oggi la parlamentare democratica ha definito la sua collega “profondamente malata”.
In Florida si complica la vicenda del congressman repubblicano Matt Gaetz, uno dei più fidi pretoriani di Trump, indagato dall’Fbi per aver avuto dei rapporti sessuali con una ragazza minorenne. Il New York Times riporta che Joel Greenberg, il compagno di festini del congressman, in prigione per una infinità di reati penali, ha deciso di dire tutto quello che sa’ sulle trasgressioni del parlamentare e ha patteggiato un verdetto di colpevolezza per ricevere una pena detentiva minore in cambio della sua testimonianza. Gaetz è finito nelle indagini perché gli agenti indagavano su un serie di truffe, taglieggiamenti e ricatti fatti da Greenberg quando era il responsabile dell’ufficio delle tasse in una contea della Florida. Con i telefoni sotto controllo Greenberg e Matt Gaetz parlavano dei modi per organizzare i party con minorenni, come prendere soldi in contanti “per non lasciare tracce”, come provvedere per l’ecstasy. Lunedì ci sarà in tribunale davanti al magistrate l’accordo formale tra lui e la public accusa.
Indagini anche a New York da parte del District Attorney di Manhattan Cy Vance sulle misteriose finanze di Donald Trump. Lo scorso febbraio l’ufficio del District Attorney, dopo una lunga battaglia legale finita alla Corte Suprema, è riuscito a ottenere le dichiarazioni dei redditi e altri documenti fiscali dell’ex presidente.
Attualmente ci sono due inchieste penali su Trump. Un riguarda i documenti finanziari privati – comprese le dichiarazioni personali dei redditi – su cui il procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus Vance sta indagando.
L’altra è quella avviata mesi fa da un procuratore di una contea in Georgia sui tentativi fatti dall’ex presidente di manipolare i risultati delle elezioni di quello Stato.
L’indagine di Vance è iniziata quasi tre anni fa, nell’agosto del 2018, dopo che i procuratori federali nominati da Trump si rifiutarono di aprire una indagine sui soldi dati dall’avvocato di Trump alla pornostar Stormy Daniels durante la campagna presidenziale del 2016.
L’ex consigliere legale di Trump, Michael Cohen, una delle persone più importanti in questa indagine, ha patteggiato tre anni di detenzione trasformati in seguito agli arresti domiciliari per una condanna di evasione fiscale a patto però che dia tutti i particolari della disinvolta gestione finanziaria delle società dell’ex presidente. In seguito ai suoi numerosi colloqui con i suoi inquirenti Vance ha allargato le indagini esaminando la possibilità che Trump e le sue aziende abbiano commesso frodi fiscali, bancarie e assicurative. Secondo Cohen nella sua testimonianza al Congresso affermò che Trump mentì sul valore dei suoi beni immobiliari gonfiando il valore dei plazzi e dei terreni al fine di ottenere prestiti bancari e polizze assicurative favorevoli, riducendoli, invece, nelle dichiarazioni dei redditi. Indagini anche alla Deutsche Bank che fino a poco tempo fa era uno dei maggiori finanziatori di Trump perché la banca tedesca ha tra i maggiori clienti numerosi oligarchi russi legati a Putin. Da capire chi abbia dato le garanzie alla banca su questi finanziamenti dopo i sette fallimenti delle società di Trump.
Un’altra figura importante nell’inchiesta è Allen Weisselberg, il direttore finanziario della Trump Organization, contabile che aveva già lavorato per il padre di Trump. Ha 73 anni e due figli che potrebbero essere coinvolti nelle ocure manovre finanziarie: Jack Weisselberg lavora presso uno degli istituti di credito che ha prestato soldi alla Trump Organization, Ladder Capital; l’altro, Barry, è stato il manager della pista di pattinaggio sul ghiaccio di Wollman e del carosello a Central Park, attività gestite dalla Trump Organization. L’ex moglie di Barry, dopo un divorzio “rovente”, ha consegnato alcune settimane fa agli inquirenti casse di documenti che il suocero aveva nascosto nella cantina della casa del figlio.
Ieri gli agenti federali hanno sequestrato la documentazione delle rette pagate dalla Trump Organization ad una scuola privata di Manhattan che nel corso degli anni avrebbe ricevuto circa mezzo milione di dollari. Gli inquirenti in base alla documentazione consegnata dall’ex nuora di Weisselberg vogliono capire se si tratta di benefici economici non dichiarati nelle denunce dei redditi.
Donald Trump finora è sopravvissuto a due procedimenti di impeachment alla Camera, alle indagini di Robert Mueller sul Russiagate, a sette procedimenti di fallimento, a ventisei accuse di violenza sessuale e a migliaia di cause legali. Cyrus Vance, che ha detto che non si ricandiderà più alla procura distrettuale di Manhattan, potrebbe essere l’uomo che alla fine gli porterà il conto.