“E’ un bel giorno per l’America” dice il presidente Biden dal giardino della Casa Bianca commentando la decisione del Centers for Disease Control and Prevention che ha stabilito che gli americani vaccinati possono non usare la mascherina. E all’America è tornato il sorriso in un momento politico carico di tensione.
E’ stata una giornata impegnativa quella del presidente che di prima mattina è intervenuto per rassicurare gli automobilisti degli Stati del Sud, che fanno file chilometriche alle stazioni di servizio per rifornirsi di carburante, che la Colonial Pipeline aveva ripreso la piena operatività dopo il cyber attacco del finesettimana. La società che opera la Colonial Pipeline, il più grande oleodotto degli Stati Uniti, ha pagato un riscatto di quasi 5 milioni di dollari in criptovaluta agli hacker russi autori dell’attacco. Erano riusciti ad entrare nel sistema di computer dell’azienda petrolifera bloccando il flusso della benzina. Una volta ricevuti i soldi, gli hacker hanno dato alla società le password per ripristinare il network dei computer che avevano bloccato.
Il capo della Casa Bianca ha detto che non ci sono prove che gli hacker abbiano agito su direttive del Cremlino. Quindi ha firmato un ordine esecutivo per rafforzare le capacità federali nella cyber sicurezza e meglio proteggere la sicurezza digitale nel settore privato.
Un po’ di serenità finalmente dopo che gli animi dei politici, già accesi dopo l’assalto al Congresso dei 6 gennaio si sono ulteriormente riscaldati in questi giorni in seguito alle affermazioni dei parlamentari repubblicani e dei loro tentativi per cambiare ora il ricordo delle violenze, minimizzandole, affermando che la dimostrazione era pacifica, quasi una gita scolastica. Salti mortali per modificare le loro dichiarazioni fatte subito dopo gli incidenti (sfortunatamente per loro espresse davanti alle telecamere). Tensioni che amplificate dalle nuove bugie dette per rinforzare quelle vecchie, ma soprattutto dai toni che vengono usati. Dal modo in cui colleghi di lavoro di partiti opposti si rivolgono tra di loro. Dall’atteggiamento di confronto e dagli insulti che si scambiano. La vicenda di ieri al Congresso terminata con la destituzione di Liz Cheney dalla leadership del partito repubblicano perché si rifiuta di confermare le menzogne dell’ex presidente può essere un esempio della faziosità politica di questi tempi. Una prova evidente della mancanza di tolleranza e di rispetto verso chi le bugie non le accetta.
Il Washington Post scrive che ieri pomeriggio la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha cercato di bloccare la collega Alexandria Ocasio-Cortez che camminava in uno dei corridoi della Camera dei Rappresentanti. Urlando l’ha accusata di sostenere i “terroristi” di Black Lives Matter e di Antifa, di essere una vigliacca che non accetta un dibattito con lei, di essere una radicale socialista disinteressata al benessere degli americani. Alexandria Ocasio Cortez si è girata e se ne è andata senza dire una parola.

Non è la prima volta che la parlamentare fedelissima di Donald Trump, e delle farneticanti teorie dei QAnon, rabbiosamente affronta i suoi “nemici”. E’ già successo con David Hogg, il giovane attivista sopravvissuto alla strage della scuola di Parkland, in Florida, convocato al Congresso per testimoniare in una commissione parlamentare in seduta per studiare come rimediare alle stragi nelle scuole. E’ già successo quando espose i cartelli davanti l’ufficio della collega democratica Marie Newman mentre veniva discussa in aula la proposta di legge per estendere la protezione dei diritti civili anche alla comunità LGBTQ. E’ già successo quando all’apice della pandemia prese a male parole la congresswoman democratica Cory Bush che l’aveva rimproverata perché non copriva la bocca con la mascherina. Nancy Pelosi costrinse Kevin McCarthy, il leader repubblicano della Camera, a toglierla da tutte le commissioni parlamentari per il suo antisemitismo, per il suo estremismo e per il suo razzismo. Il partito su di lei non ha mai preso nessun provvedimento al contrario di quello preso per Liz Cheney.
Al raduno di “America First”, il movimento politico che appoggia Donald Trump, tenuto a The Village, in Florida, il weekend scorso, Marjorie Taylor Green era insieme a Matt Gaetz, l’altro “pretoriano” di Donald Trump, ufficialmente indagato dall’Fbi per avuto rapporti con una minorenne. Sul palco, davanti a un migliaio di simpatizzanti, i due, tra gli applausi scroscianti, gridavano “Ditemi chi è il presidente?” e di risposta il pubblico in tripudio rispondeva Donald Trump. Sfoderando sotto i riflettori tutto il repertorio dell’ex presidente, al grido “Noi siamo i patrioti” se la sono presa con Liz Cheney definita “La leader dei RINO”, l’acronimo di Republican In Only Name Only inventato da Trump per diffamare i repubblicani a lui contrari.

Le indagini sulla vicenda in cui è coinvolto Matt Gaetz si sono arricchite oggi di un particolare. Secondo la CNN il compagno di avventure del congressman, Joel Greenberg, in prigione per altri reati, si è accordato con gli inquirenti per raccontare tutto sugli intrighi a sfondo sessuale di Gaetz in cambio di una riduzione della pena. Nelle settimane scorse invece si era dichiarato non colpevole dei reati di cui era imputato. Questa mattina il suo avvocato difensore ha detto che lunedì mattina Greenberg cambierà la dichiarazione ammettendo le sue colpe. Al centro delle indagini una ragazza di 17 anni che in un altro Stato avrebbe avuto rapporti sessuali con il congressman il quale le avrebbe pagato il viaggio aereo e dato soldi a Greenberg per pagarla. Nei mesi scorsi Matt Gaetz aveva denunciato di essere al centro di una estorsione in cui con false prove sarebbe stato ricattato. Fini’ nelle indagini degli agenti federali per le sue telefonate a Greenberg con cui organizzava i festini non sapendo che Greenberg aveva i telefoni controllati ed era sotto sorveglianza da parte dell’Fbi. Gli agenti avevano aperto le indagini su di lui dopo le accuse di corruzione che gli erano state mosse dai commercianti della contea della Florida dove Greenberg era stato eletto Tax Collector.