La corsa alla nomination democratica per le elezioni a sindaco di New York City inizia a scaldarsi. A quattro mesi dalle primarie del Partito democratico, quelle che potrebbero virtualmente già designare il nuovo Mayor, i candidati sono ancora molti, ma i front runner sembrano essere già chiari a tutti. Questa fase di assestamento, in cui si delineano le personalità di punta che lotteranno per la nomination nei prossimi mesi, non sta ricevendo l’esposizione mediatica aspettata, sicuramente a causa della pandemia e degli sforzi per la vaccinazione di massa. Ma, nonostante questo, i candidati hanno iniziato a fare sul serio, attaccando i propri avversari e calando qualche asso nella manica. Ovviamente, non sono mancati gli scandali.
Lo scorso 31 gennaio si è tenuto il primo dibattito fra candidati sulla piattaforma Zoom. Errol Louis, conduttore di NY1, ha fatto da moderatore, ponendo domande agli otto contendenti: Andrew Yang, Shaun Donovan, Kathryn Garcia, Eric Adams, Raymond McGuire, Scott Stringer, Loree Sutton e Maya Wiley. Il dibattito, concentrato attorno alle problematiche della città di New York, covid e vaccinazioni in testa, non ha regalato colpi di scena per quanto riguarda le posizioni dei candidati. Yang è apparso il più energico, Adams, McGuire e Wiley i più concentrati sulla questione etnica, Donovan invece attento ad ottenere l’etichetta del più esperto.

Le sorprese, però, sono arrivate quando ai partecipanti è stata concessa la possibilità di indirizzare una domanda ad uno dei propri avversari. Il nuovo sistema di ranked choice vote, che prevede che gli elettori scelgano 5 candidati da elencare secondo un ordine di preferenza, avrebbe dovuto cambiare le carte in tavola, creando coalizioni pre-elettorali contro il favorito ma incentivando una dialettica più moderata ed affabile. Invece, mentre ci si aspettava che tutti fossero schierati contro Yang, abbiamo assistito ad una lotta senza quartieri in cui non sono mancati colpi bassi.

Andrew Yang, qualificatosi per quarto per ricevere i finanziamenti pubblici dello stato per la campagna elettorale, guida momentaneamente i sondaggi, davanti ad Adams e Stringer. Secondo Politico, Yang è sia il candidato più conosciuto dagli elettori democratici, sia il più scelto come prima preferenza. Ma è anche il più bersagliato da critiche e scandali. Alexandria Ocasio Cortez si è scagliata contro di lui per essersi attribuito la paternità di un piano chiamato Green New Deal for Public Housing, del quale AOC rivendica l’originalità. Un episodio simile è accaduto con Julia Salazar, giovanissima senatrice di New York, che ha criticato su Twitter un video in cui Yang visita una food bank nel Bronx, salutando le persone in fila: “I don’t think this is OK”.
La vera bomba sul favorito è stata lanciata da Maya Wiley durante il dibattito del 31 gennaio. Wiley ha usato la sua domanda per chiedere a Yang di chiarire le accuse di molestie e maltrattamenti alle collaboratrici della sua campagna per la presidenza e le voci su dei non disclosure agreements che Yang avrebbe fatto firmare ai suoi collaboratori durante la corsa per la carica di sindaco. Alcune testimoni, parlando con i giornalisti di Business Insider, hanno accusato Yang ed i suoi collaboratori di bullismo e aver portato avanti una “bro culture”. Wiley ha definito tutto ciò come “trumpiano”. Yang ha risposto scansando ogni accusa, affermando di aver promosso il ruolo femminile nelle imprese ed in politica e di aver annullato tutti i non disclosure agreements.

L’altro scambio di stoccate della sera è avvenuto fra McGuire e Donovan. Il secondo, che ha deciso di puntare sul lavoro svolto come Segretario per la Casa e lo Sviluppo Urbano sotto Obama, ha recentemente diffuso in TV il suo spot elettorale. Il video si apre con una dichiarazione di Barak Obama su Donovan “Quando ho iniziato il mio mandato, pochi svolgevano un lavoro più difficile di Shaun Donovan. Shaun è una di quelle persone che quando vede un problema lavora per risolverlo”. Barak Obama, che pure non ha dato il suo endorsement a Donovan, attraverso la sua portavoce si è detto lieto di vedere uno degli alumni della sua amministrazione correre per il ruolo di sindaco di New York. Nonostante questo, Donovan per il momento non è fra i favoriti, forse per il poco carisma che tenta di compensare accostandosi sempre alla figura dell’ex Presidente democratico.
Nel dibattito, Donovan ha deciso di chiedere a McGuire di chiarire il suo ruolo in Citigroup durante la crisi del 2008. McGuire ha aperto schernendo il suo avversario chiamandolo “Shaun Obama”. Ha poi continuato spiegando di aver lavorato per una banca d’affari, posto ben diverso da dove è iniziata la crisi economica.
Questi episodi rappresentano i primi fuochi incrociati di una campagna elettorale affollatissima che dovrebbe entrare nel vivo fra la fine di febbraio e marzo.