Cari politici,
Proviamo a fare il gioco del silenzio e imitare il Presidente Draghi? Proviamo per una volta a cambiare metodo e da oggi non inondare con il solito chiacchiericcio questo momento così difficile per il paese e gli italiani?
E’ ora di mettersi al lavoro e, dopo la vostra disfatta dovreste stare zitti e imparare: non è limitare la vostra libertà di pensiero, ma semplicemente decenza dopo l’ incapacità dimostrata a trovare una soluzione alla crisi aperta.
L’arrivo di Draghi è stato il fallimento di questa classe politica consumatosi sotto gli occhi di tutti. C’è stato bisogno di chiamare la babysitter che ora deve poter lavorare con le sue regole, in attesa che voi mocciosi impariate a fare da soli senza combinare altri disastri.
I vostri capricci non sono più ammessi. C’è un paese da guarire da una terribile pandemia e da una crisi economica senza precedenti. Ci sono 209 miliardi da conquistare con progetti che marchino il futuro delle nuove generazioni oberate da pesanti debiti che stiamo collezionando giorno dopo giorno. Serve silenzio e tanto lavoro.
Il presidente Draghi venerdì sera al Quirinale ha detto: “Buonasera”, poi ha letto la lista dei ministri, ha chiuso il suo foglietto e se n’è andato ringraziando. Punto.
La comunicazione è cambiata con gran sollievo di chi per anni è stato costretto a sopportare insulti a tutte le ore via social, piatti di spaghetti a pranzo e nutella a colazione che finivano nei siti dei giornali investendo di sciocchezze gli ignari lettori che volevano solo notizie. I; capo del governo ha bisogno di collaborazione e impegno. Non guarda Twitter, non ha una pagina FB per far conoscere il suo pensiero all’umanità. Preferisce il silenzio o poche parole essenziali.

(foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Una lezione anche per i giornalisti che, a questo punto, dovrebbero cambiare il loro modo di raccontare la politica e i suoi protagonisti. Per alcuni significa provare a fare davvero i guardiani della politica e del potere e non i seminatori di zizzania; significa fare le domande giuste e non quelle cretine per il gusto di fare casino; Significa tornare a fare più giornalismo d’inchiesta. Un occhio più sul paese e meno sul palazzo. Draghi avrà bisogno di una stampa non genuflessa, ma più attenta agli italiani e meno alle beghe di palazzo. Una stampa che non si esalta per la battuta del leaderino di turno, ma per i bisogni degli italiani alle prese ogni giorno con una pubblica amministrazione che non funziona, troppo farraginosa e burocratica. Non a caso da oggi abbiamo un ministro per la transizione digitale. C’è un paese da rilanciare, un sistema sanitario da rafforzare, una criminalità ancora da sconfiggere. I temi sui quali lavorare sono tanti.
Ed ora due parole anche sullo stupore suscitato dal fatto che non ci siano abbastanza donne nel governo. Sono poche è vero, solo 8 su 23 ministri, il 33%. Ma sono inesistenti soprattutto a sinistra, perché Forza Italia e Lega delle ministre le hanno proposte e ottenute. Ma come potevano esserci donne proposte dai partiti della sinistra se la crisi si è consumata in un pollaio abitato da soli galli narcisi che si sono azzuffati tra loro nel solito gioco di chi ce l’ha più lungo?

Draghi e Mattarella hanno inserito donne tecniche, eccome, dalla ministra all’interno La Morgese, ex prefetto alla giurista alla Giustizia Cartabia alla ex rettrice della Bicocca Maria Cristina Messa. Forza Italia ha rilanciato le ex ministre Gelmini e Carfagna, la Lega e i 5S hanno tenuto conto della rappresentanza femminile. Il PD aveva i suoi narcisi da accontentare e lo ha fatto. Non è stata una bella figura e le parlamentari del PD devono occuparsene, pretendendo un ruolo e una visibilità diversa all’interno del partito. Nessuno regalerà loro mai niente se non combatteranno senza paura di venire ancora di più oscurate o messe in castigo magari senza un collegio per le prossime elezioni che saranno una carneficina visto che i seggi si ridurranno.
Obbedire a capi narcisi difficilmente porta a buoni risultati per se stesse e per le donne in generale. Siamo un paese abitato da maschilisti inconsapevoli e asintomatici, come ho scritto nel mio ultimo libro, difficilmente cederanno qualcosa. Continuare a dirselo tra donne non serve più. Servono alleanze per fare un passo avanti. Servono alleanze con quegli uomini che non sono maschilisti e che possano dire ad altri uomini: Così non si fa! Esistono, bisogna farli uscire allo scoperto.