Nel giorno in cui la commissione d’intelligence della camera ufficializza i reati di abuso d’ufficio e di ostruzione della giustizia, il Presidente degli Stati Uniti vola a Londra per festeggiare i 70 anni della NATO. Ma più che una festa, la distesa del bellissimo Grove hotel si trasforma in un vero e proprio campo di guerra. Donald Trump, forse teso dagli sviluppi dell’impeachment nei suoi confronti, arriva carico più che mai e incomincia a sparare colpi a destra e a manca. Prima colpisce il suo vicino di casa Justin Trudeau, accusando il Canada di non versare abbastanza fondi all’organizzazione, e poi si riversa come un fiume in piena contro Emmanuel Macron per aver insinuato che la Nato fosse in uno stato di “morte celebrale.”
A molti sembrerà strano che il Presidente Statunitense difenda la stessa organizzazione che poco più di un anno fa minacciò di lasciare. Ma il tutto non deve sorprendere più di tanto; d’altronde, la difesa di Trump va più intesa come un attacco frontale contro la Francia per via di questioni che vanno al di fuori della NATO. La Francia ha infatti recentemente proposto una nuova tassa sui servizi digitali che andrebbe a colpire grosse aziende statunitensi come Google, Amazon, e Facebook. Dopo esserne venuto a conoscenza, Trump ha minacciato nuove tasse contro formaggi, champagne, e borse francesi dal valore di $2,4 miliardi. Appare naturale quindi, che la difesa della Nato contro le parole irresponsabili di Macron sia semplicemente stata uno strascico di quella discussione sui dazi che non fu digerita bene da Donald.
Ci sono poi stati ulteriori momenti di tensione per via della presenza del Presidente Turco Erdogan, il quale ha richiesto a tutti i paesi membri di supportarlo nella sua guerra contro i Curdi in Siria, addirittura minacciando di opporsi a un piano di difesa Nato per i paesi baltici se le sue richieste non verranno assecondate. Ovviamente, con 29 paesi membri ci sono vari punti di vista sulla questione Curda. Macron si è affrettato a ribadire che la Francia è assolutamente contraria ad appoggiare la Turchia, dato che “sta attaccando le stesse popolazioni che ci hanno aiutato a sconfiggere l’Isis.” C’è inoltre da aggiungere che Erdogan ha recentemente acquistato un sistema di difesa missilistico dalla Russia, certamente non una mossa azzeccata per farsi compatire dagli alleati Nato. Su questo punto ci è arrivato pure Trump che ha domandato, “com’è possibile essere membri della Nato e allo stesso tempo comprare cose dalla Russia?”
E il nostro povero Premier Conte? L’avvocato di Volturara Appula se n’è rimasto in disparte per gran parte della giornata, passando più tempo a rispondere ai cronisti italiani sui bisticci tra Di Maio e PD, che a confrontarsi con gli altri leader su questioni di rilievo internazionale. Ma oggi si appresta ad essere un grande giornata; Conte ha infatti in programma un vertice bilaterale con Donald Trump in cui si discuterà di web tax e dazi. Speriamo che il Premier italiano goda ancora della stima di Donald dopo il salto della quaglia dalla Lega al PD. Non vorremmo mai che il tanto amato e simpatico Giuseppi si trasformasse di colpo in Mr. Giuseppe.