La corsa alle Primarie in vista delle Elezioni Presidenziali 2020 si fa sempre più affollata. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate da Politico.com, sembrerebbe che il sindaco di New York Bill de Blasio stia preparando la sua candidatura fra i democratici. Il suo sarebbe – per adesso – l’ultimo dei molti nomi in lizza per la nomination, dopo i recenti annunci di Cory Booker e Kamala Harris.
Occorrerà attendere una conferma prima di considerare il sindaco di New York ufficialmente in ballo. Nel 2016, infatti, Bill de Blasio non nascose il suo interesse per le primarie, salvo poi dare il suo endorsement ad Hillary Clinton, sollevando le perplessità di molti osservatori. Stavolta, però, qualcosa sembra diverso.
Secondo le indiscrezioni, questo giovedì, De Blasio partirà per il New Hampshire per discutere della sua esperienza da sindaco alla Harvard’s Kennedy School. Il giorno seguente, il Primo Cittadino di New York si sposterà verso Concord per incontrare gli attivisti di “Right and Democracy”, un gruppo locale nato per contrastare il potere del denaro in politica. Nel frattempo, de Blasio incontrerà il sindaco di Nashua, N.H.
Ad accompagnarlo nelle sue tappe ci saranno alcuni suoi collaboratori da New York come Jon Paul Lupo e Jaclyn Rothenberg, entrambi esperti di campagne elettorali nazionali. Con loro anche Mike Casca, Direttore della Comunicazione che ha rivelato gli sforzi di de Blasio per assicurarsi che le idee di “asilo nido gratuito, congedo salariato e assistenza per malattie mentali” siano ben recepite dalla piattaforma del Partito Democratico. Il team, tornando a New York, potrebbe fermarsi ad Albany per l’annuale caucus legislativo.
I sospetti che de Blasio stia preparando la sua campagna per le primarie non sono recenti. Già lo scorso mese, il sindaco di New York, aveva lanciato un prototipo di piattaforma elettorale in un suo op-ed per il Washington Post. De Blasio, nel suo pezzo, ha criticato le idee dei nuovi progressisti, definendole idealistiche ma utopiche. Secondo lui, il Partito Democratico ha bisogno di idealismo ma anche di realismo e, chiamando in causa le sue vittorie come Primo cittadino della Grande Mela, si è erto come paladino “populista” fra i centristi democratici. Purtroppo, però, de Blasio, pur forte della sua immagine simbolo del multiculturalismo e del Melting Pot americano, non ha tenuto minimamente conto delle sue personali sconfitte come il crescente numero di senza tetto in una delle città più costose al mondo, il traffico in aumento e la salute del mercato immobiliare.
Forse, anche per questo motivo, de Blasio è un “populista” a metà. Le sue affermazioni trasudano lotta alla casta, a quella metà di New York che possiede tutto contro chi, invece, fatica per pagare un affitto. La sua, però, è una posizione decisamente ambigua. Non è un moderato vero e proprio, come Joe Biden o Michael Bloomberg ma non è neppure un radicale come Alexandria Ocasio Cortez. Per questo motivo, nello Stato di New York, il Primo Cittadino è l’ultima ruota del carro fra le preferenze di voto. Solo il 5% degli intervistati crede che de Blasio possa essere un ottimo presidente, contro 28% in favore di Bloomberg, il 17% per Andrew Cuomo – Governatore dello stato di NY – e addirittura il 7% per Ocasio Cortez, impossibilitata a correre per la sua giovane età.
Anche se de Blasio non fosse il candidato ideale alla presidenza degli Stati Uniti, le riflessioni nel suo op-ed non sembrano del tutto sbagliate. Lui stesso, spostandosi a sinistra per seguire la tenenza dettata dai neo-eletti alle midterm conferma ancora una volta l’avvento di una nuova ventata Progressista nel paese. Le primarie Democratiche, in questo frangente, potrebbero essere un trampolino di lancio per ridefinire nuovamente l’idea che gli americani hanno sulle tasse, il welfare e la sanità. Molti, però, a differenza di quanto creda de Blasio, potrebbero essere stanchi del grigio realismo, preferendo sognare l’utopia ed il cambiamento radicale.
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