Massimo Bottura ha i fuochi accesi: sta attendendo il pescato del giorno. Oggi, 5 dicembre 2016, è un giorno memorabile soprattutto per lo chef italiano che non dovrà lasciare il suolo natio, come aveva paventato in un’intervista al Corriere della Sera, se avessero vinto quelli del No. Finalmente preparerà la cena del plebiscito che ha visto vittorioso ser Matteo Renzi del sopravvissuto ramo cadetto dei Medici. Ma quando arrivano le reti in cucina ha un moto di scoramento. Il pesce è vecchio almeno di tre giorni, puzza e soprattutto è contaminato da carne avariata.
Matteo ha voluto stravincere e chiede allo chef più grande del mondo di cucinargli il nemico: si fida solo di lui per farlo fuori per sempre. Massimo Bottura prova ribrezzo a prendere in mano tutto quello schifo: Grillo si dimena stancamente schiacciato da sei maiali di mare (o sono scrofe?), mentre Brunetta cerca di colpire a destra e a manca impugnando un fallo marino. Berlusconi non riesce a difendersi quasi soffocato da sirene stagionate, mentre l’impassibile D’Alema è impegnato a staccarsi le alici dai baffetti e Bersani piagnucola pressato come una mortadella tra due gigantesche sogliole. La Meloni urla senza emettere suono con gli occhi strabuzzanti da pesce palla e più in là Salvini non osa uscire dal ventre di una balena. Quest’ultimo aveva tentato un estremo gesto eroico imbarcandosi dentro la balena delle favole per raggiungere i lidi degli italiani residenti all’estero e tentare un golpe al fine di impedire che andassero a votare Sì. Ma non è mai riuscito a rivedere le stelle. Ah sì, i Cinque Stelle hanno appunto buttato a mare Grillo e si sono imbarcati su dei gommoni, comprati dagli scafisti barattando borsette di Prada e piumotti di Max Mara, acquistati con il sudore della loro fronte. Tentano di raggiungere Ibiza, dove trascorreranno il Capodanno; poi cercheranno di convincere gli spagnoli di Podemos a dargli man forte a riconquistare la Penisola italica.
De Luca, il presidente della Campania esulta anzitempo: “Chi di pesce ferisce, col pesce perisce”. E fuori onda confessa: “Ho fatto avvelenare la frittura di pesce offerta a quelli che ero certo avrebbero votato No. Hanno mangiato a crepapelle e non sono mai arrivati alle urne”. Però ha commesso un errore: non ha invitato Rosy Bindi, per non vedersela davanti, e la pasionaria è sopravvissuta. Ora minaccia brogli. E Renzi rischia di finire fritto.
Noi siamo quello che mangiamo, pertanto è meglio essere vegani in Italia. E finché avremo la pancia piena, noi italiani, non faremo la rivoluzione. Ma cosa mangeremo quando si bloccherà l’export verso gli Stati Uniti? Intanto Trump sfoggia un riso alla cantonese dichiarando che mette in congelatore il Trattato trans Pacifico sul libero scambio. Cui prodest? Alla Cina che diverrà la signora degli oceani. Alla Russia a cui Trump apre le porte dell’Europa. Chi ci guadagnerà: lo Stato americano o piuttosto il suo presidente?
Se vincerà il No, Massimo Bottura si rifugerà al Pentagono dove terrà corsi di cucina. Così Trump prenderà due piccioni con una fava: non lascerà con le mani in mano i militari ritornati in patria e tutti gli americani faranno la dieta mediterranea forzata, con gran risparmio sulla spesa per la Salute.
E in Italia? Nel tafferuglio che seguirà alla vittoria dell’armata brancaleone del No, Brunetta senza farsi notare salterà sul trono di Spade. Avrà un minuto di piena regalità. Dopodiché la Meloni gli siederà sopra schiacciandolo con il suo notevole lato B. Ma anche lei durerà poco perché Salvini, privo di signorilità, darà uno spintone alla Meloni facendola rotolare a terra. D’Alema e Bersani verranno manganellati nei corridoi di Palazzo Chigi dalle milizie dell’Alto Grillo e non riusciranno a raggiungere il trono. Con il sorriso ineffabile del Budda, Beppe si sistemerà sul trono. All’ora di cena però si scoprirà che lo chef è fuggito: non ci resterà che guardare le stelle o mangiare Grillo.