Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
News
September 27, 2016
in
News
September 27, 2016
0

In tv l’andata di Coppa Casa Bianca: Hillary 1 – Trump 0

Nel dibattito tv alla Hofstra University con Hillary Clinton, Donald Trump a ruota libera resta travolto da sé stesso

Massimo ManzobyMassimo Manzo
donald trump hillary clinton
Time: 4 mins read

Potrà recitare la parte di un “normale” candidato alla presidenza per 90 minuti di fila?

Era questa la domanda che ci eravamo chiesti su Donald J. Trump alla vigilia  del dibattito in tv andato in scena lunedì sera. La risposta, alla fine di uno dei confronti più singolari della storia politica recente, è un sonoro “hell no!”, come direbbero qui negli States.

Eppure, fino a pochi minuti prima di salire sul palco della Hofstra University tutto sembrava favorire il tycoon: dal trend degli ultimi sondaggi  alle bassissime aspettative dei media, pronti a dichiararlo vincente se solo avesse dimostrato un livello minimo di competenza, magari buttando sul tavolo qualche proposta politica. Hillary Clinton, dal canto suo, non ha dovuto faticare molto per mettere KO il suo avversario: le è bastato seguire le indicazioni  dei propri spin doctor, lanciare qualche frecciatina al rivale e lasciare infine che lo stravagante magnate si esprimesse a ruota libera, deragliando come un treno in corsa senza nemmeno rendersene conto.

Ma se l’esito finale del dibattito è stato a detta di tutti gli osservatori nettamente favorevole alla ex first lady, nel corso del primi venti minuti la candidata democratica deve aver sudato freddo. Nella parte iniziale del confronto, infatti, è Trump a  caricarla ripetutamente sull’economia, uno dei punti forti del messaggio populista trumpiano soprattutto in stati come Ohio e Michigan (tanto per citarne alcuni), i quali negli anni hanno pagato le conseguenze delle politiche economiche neoliberiste in termini di salari e occupazione. Con una serie di efficaci bordate, Donald ricorda così l’appoggio dato dalla rivale ad accordi di libero scambio come il NAFTA negli anni ’90, rimprovera le sue palesi ambiguità  rispetto all’impopolare TPP (prima sponsorizzato e solo recentemente criticato), la accusa di non avere fatto nulla per risolvere la crisi del settore manifatturiero.

Nel far ciò gioca la parte dell’outsider in grado di sistemare i disastri combinati dalla classe politica, promettendo di rinegoziare i trattati e di siglare accordi favorevoli con Cina e Messico, dipingendo l’avversaria come l’incarnazione dell’establishment tutto chiacchiere e distintivo. E all’inizio la tattica di Trump sembra funzionare alla perfezione: Hillary è ancora troppo robotica, cerca di rispondere spiegando la sua posizione e incassa le numerose interruzioni del tycoon, che la provoca continuamente con l’obiettivo manifesto di confonderla.

Poi però, come un toro alla vista del drappo rosso, proprio il colore del vestito indossato da Hillary, il milionario comincia sragionare se punto sul vivo, per esempio quando la Clinton inizia a punzecchiarlo sul suo discutibile modo di fare business e di trattare gli impiegati delle sue aziende. A quel punto il dibattito prende una brutta piega per The Donald, che si esprime “senza filtro” travolto dalla sua stessa confusa logorrea e finendo spesso fuori pista. Così, in un mix di attacchi sconnessi e frasi improvvisate, continua imperterrito ad auto complimentarsi per i propri “tremendi successi” imprenditoriali, accusa l’avversaria di “starsene a casa” mentre lui è “stato dappertutto”, e come un fiume in piena tenta di imporsi con arroganza perfino sul povero moderatore Lester Holt, che prova timidamente a precisare ogni tanto le inesattezze del magnate. Chi si aspetta il “Trump presidenziale” si ritrova davanti il solito “Trump dei comizi”, incapace di approfondire i punti del proprio programma o di dare soluzioni politiche soddisfacenti.

Dal canto suo, la Clinton sembra avere seguito alla lettera l’ormai noto motto di Corey Lewandowski, ex campaign manager dell’avversario: “Let Trump be Trump”. Con il minimo sforzo riesce in tal modo a raggiungere il fine che si era preposta in queste settimane, cioè far emergere le intemperanze e la scarsa preparazione del milionario.

In molti casi la ex first lady lancia veloci stilettate per provocarlo, in altri risponde a tono silurandolo, come quando il tycoon la accusa ripetutamente, con fare un po’ cafone, di non possedere la necessaria forza fisica per reggere allo stress della presidenza. La risposta della Clinton è micidiale: “quando viaggerà in 112 paesi e negozierà un trattato di pace, un cessate il fuoco, un rilascio di dissidenti, l’apertura di nuove opportunità in nazioni del mondo, o persino quando renderà una testimonianza di 11 ore di fronte a un comitato del Congresso, allora [il mio rivale ndr] potrà parlarmi di stamina”.

Non paga, Hillary lancia poi un affondo attaccando The Donald in uno dei suoi punti deboli, la misoginia, ricordando come il milionario abbia insultato in passato una ragazza latina di nome Alicia Machado durante un concorso di bellezza definendola “Miss Piggy” e “Miss Governante” a causa delle sue origini ispaniche. Un vero colpo basso ben pianificato di fronte al quale Trump annaspa.

Dopo essersi allenata  per settimane con finti dibattiti, Hillary sa bene come “accendere la miccia”, magari citando direttamente frasi pronunciate in passato da The Donald, e per il resto fa tutto lui. Sono numerosi i frangenti in cui il magnate indugia in accuse alla rivale su varie questioni, dal cosiddetto “birtherism” (ovvero sulla teoria secondo cui il presidente Obama non sarebbe nato negli USA) all’accordo sul nucleare iraniano, dalle controverse mail (con cui guadagna un applauso dai suoi supporter) alle problematiche razziali. Ma il risultato finale appare quasi sempre confuso e controproducente, perché le sue sparate sono incontrollate e spontanee e non figlie di una precisa strategia, posseduta invece dalla Clinton. Riguardando i suoi interventi si ha la chiara impressione che sia stata Hillary a dominare il dibattito, “manipolando” il tycoon in molti passaggi senza che questi se ne accorgesse.

Non mancano, ovviamente, scenette paradossali e divertenti, che portano persino il pubblico a ridacchiare rompendo il rigidissimo protocollo previsto in occasione dei dibattiti presidenziali. Un esempio? Dopo una serata passata a interrompere e ad andare fuori giri, Trump si lancia in uno sperticato elogio del proprio carattere, affermando che si tratta di uno dei suoi… punti di forza (sic) e accusando Hillary di non sapersi controllare.

Insomma, peccando di ubris, il magnate ha sottovalutato l’evento, evitando di studiare e confidando eccessivamente nelle proprie doti di intrattenitore con risultati deludenti.

Adesso dovremo attendere i sondaggi dei prossimi giorni per vedere gli effetti concreti del dibattito sull’elettorato. Guai però a dare per spacciato il tycoon prima del tempo: Hillary ha vinto per ora un’importante battaglia, non certo la guerra.

Share on FacebookShare on Twitter
Massimo Manzo

Massimo Manzo

Di madre americana e padre siculo, nasco tra le bellezze della Sicilia greca e gli echi del sogno americano. Innamorato della Storia, che respiro fin da bambino, trasferisco me e la mia passione a Roma. Qui, folgorato lungo la via, mi converto al giornalismo storico e di analisi geopolitica, “tradendo” così la laurea in legge nel frattempo conseguita. Appassionato di viaggi archeologici, oltre che della musica dei Beatles e dei campi da tennis, collaboro come giornalista freelance con più riviste di divulgazione, tra cui InStoria e Focus. Oggi mi divido tra la natia Sicilia e la città eterna, sempre coltivando l’amore per gli States.

DELLO STESSO AUTORE

Steve Bannon sbarca a Roma alla conquista della “Fortezza Europa”

Steve Bannon sbarca a Roma alla conquista della “Fortezza Europa”

byMassimo Manzo
Vertice NATO: con Trump, tutti i nodi vengono al pettine

Vertice NATO: con Trump, tutti i nodi vengono al pettine

byMassimo Manzo

A PROPOSITO DI...

Tags: Donald TrumpElezioni americane 2016Hillary ClintonHillary Trump
Previous Post

Fabio Porta: un italico da San Paolo a Montecitorio

Next Post

Hofstra Students’ Voice on the Feisty Hillary vs. Trump

DELLO STESSO AUTORE

Corte Suprema: Trump sceglie Brett Kavanaugh e i democratici affilano le armi

Corte Suprema: Trump sceglie Brett Kavanaugh e i democratici affilano le armi

byMassimo Manzo
Travel-Ban: altro che scandalo, la Corte Suprema ha fatto il suo lavoro

Travel-Ban: altro che scandalo, la Corte Suprema ha fatto il suo lavoro

byMassimo Manzo

Latest News

Cominciati i negoziati a Riad fra Ucraina, USA e Russia

Hamas Announces Release of Edan Alexander, the Last Israeli-American Alive

byFederica Farina
Quaker badges promoting peace, equality, and climate justice. Source: Wikimedia Commons – "Quaker badges, Sept 2023"

Quakers March on Washington in a Journey of Faith and Protest

byMonica Straniero

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
hofstra university students

Hofstra Students' Voice on the Feisty Hillary vs. Trump

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?