Nel gennaio del 2013 i grillini siciliani stavano per entrare nel governo della Regione siciliana. Il tentativo di coinvolgerli nella guida dell'Isola era stato portato avanti dal presidente della Regione in persona, Rosario Crocetta. Erano anche stati stabiliti quali assessorati sarebbero stasi assegnati al Movimento 5 Stelle. Poi, però, tutto è sfumato, a quanto pare per un secco "No" arrivato dall'accoppiata Grillo-Casaleggio.
Insomma, nei primi giorni del 2013 la Sicilia stava per riaprire il proprio 'Laboratorio politico', inaugurando un governo che avrebbe potuto avere risvolti anche nazionali. Un'esperienza bloccata sul nascere. Un "No" che, di lì a poco, dopo le elezioni politiche nazionali, sempre del 2013, i grillini avrebbero replicato a Pierluigi Bersani, poi costretto a lasciare la mano a Enrico Letta.
Perché ricordiamo questi fatti, peraltro poco 'gettonati' fino ad oggi? Perché, forse, il corso della storia siciliana – e della storia politica italiana – sarebbe stata diversa se i grillini siciliani fossero entrati nel governo dell'Isola. Il "forse" è d'obbligo perché lo stesso Crocetta, come i fatti successivi dimostreranno, anche se nel gennaio del 2013 appariva temerario, avrebbe poi dimostrato di essere debole. Ma andiamo con ordine.
In questa nostra ricostruzione – che si basa ovviamente sulla testimonianza di persone che, in questa fase, preferiscono non comparire – ci sono passaggi acccertati dall'atmosfera politica di due anni e mezzo fa. Insomma, già un mese dopo le elezioni regionali del 2012 i rapporti tra Crocetta e il PD siciliano (o meglio, una parte importante del PD siciliano) erano tesi. Tanto tesi che lo stesso Crocetta, attraverso il parlamentare regionale dell'allora Megafono, Nino Malafarina, chiede e ottiene un incontro con i 15 parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle.
L'incontro si svolge nella sede del gruppo parlamentare dei grillini di Palazzo Reale, la sede del Parlamento siciliano. Crocetta arriva accompagnato da Malafarina, che rimane fuori dalla porta. Crocetta, a questo punto, dice: "Poiché devo pagare delle cambiali politiche, preferisco pagarle a voi e non al PD". Il presidente della Regione si riferisce all'appoggio ricevuto in campagna elettorale dal Partito Democratico.
Ricordiamo che, nel gennaio del 2013, una parte del PD siciliano appoggia Crocetta, mentre un'altra parte aspetta, per l'appunto, il pagamento della "cambiale" politica, come la definisce lo stesso presidente della Regione. A scalpitare per acciuffare poltrone nella Giunta regionale sono tutti gli esponenti del 'Correntone' capeggiato da Mirello Crisafulli e il gruppo di Antonello Cracolici.
Crocetta non sembra avere alcuna intenzione di 'imbarcare' tutto il PD. Tenere fuori dal governo una parte del PD siciliano è una scelta che Crocetta intende portave avanti da solo o, dietro, ci sono anche Giuseppe Lumia e i suoi alleati di Confindustria Sicilia? Considerati gli eventi successivi, sembra molto difficile che Crocetta avesse deciso da solo di chiudere a mezzo PD e di aprire ai grillini. Con molta probabilità, Lumia e i vertici di Confindustria Sicilia, capeggiati dal presidente Antonello Montante, dovevano essere d'accordo con il presidente della Regione.
La trattativa tra Crocetta e i grillini procede spedita. Il possibile accordo stava per 'chiudersi' con ben due assessorati di peso da assegnare al Movimento 5 Stelle: l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente e l'assessorato ai Beni culturali. E' probabile che non tutt'e quindici i parlamentari grillini fossero d'accordo su questa possibile svolta. L'unica cosa certa è che i termini della possibile intesa sarebbero stati sottoposti ai due 'capi' del Movimento 5 Stelle: i già citati Grillo e Casaleggio. Da quali, come già ricordato, sarebbe arrivato un inequivocabile "No".
Oggi, alla luce di tutto quello che è avvenuto in questi due anni e mezzo – per esempio nel settore dei rifiuti – ci si potrebbe chiedere: cosa sarebbe successo se i grillini fossero entrati nel governo dell'Isola? Ricordiamoci che i grillini esprimevano la vice presidenza dell'Assemblea regionale siciliana con Antonino Venturino e, soprattutto, la presidenza della commissione legislativa Ambiente e Territorio con Giampiero Trizzino.
Cosa vogliamo dire? Che, sempre ragionando per ipotesi, l'allora assessore con delega alla gestione dei rifiuti, Nicolò Marino, sarebbe stato meno solo. Avrebbe avuto l'appoggio, in Assemblea regionale, del presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, del vice presidente del Parlamento siciliano, il già citato Venturino e, in generale, del gruppo parlamentare grillino.
Crocetta e Lumia, da parte loro, avrebbero messo all'incasso un altro importante risultato politico: la spaccatura ufficiale del PD. Una parte del Partito Democratico sarebbbe rimasta nel governo, mentre un'altra parte sarebbe passata all'opposizione. I quindici parlamentari grillini avrebbero compensato l'uscita dal governo di una parte del PD.
Invece le cose sono andate diversamente. Crocetta, Lumia e Confindustria Sicilia, per più di un anno, hanno tenuto a 'bagno-maria' (cioè fuori dal governo) una parte del PD (l'ala catanese del partito, che oggi esprime l'assessore Bruno Caruso, dato ormai in uscita dal governo, e Antonello Cracolici). Per poi cedere dopo un estenuante logoramento.
Qualcuno potrebbe dire: l'esperienza dei grillini al governo della Sicilia sarebbe durata poco. Perché quando Confindustria Sicilia, per tutelare gli interessi del proprio vice presidente regionale, Giusepppe Catanzaro, e delle discariche private, avrebbe preteso la testa dell'assessore Marino, anche i grillini sarebbero stati sbattuti fuori dalla Giunta.
Questo passaggio a noi, in verità, non sembra così scontato. Certo, è evidente che i grillini, una volta piazzati sulla 'Plancia di comando' dell'assessorato al Territorio e Ambiente, si sarebbero schierati subito contro le discariche e a favore della raccolta differenziata dei rifiuti. Di fatto, a favore dell'assessore Marino. Con molta probabilità, il sistema del malaffare legato alle autorizzazioni fasulle per gli ampliamenti delle discariche sarebbe potuto saltare prima (a farlo saltare sarebbero stati i grillini che, una volta messo piede negli uffici dell'assessorato al Territorio e Ambiente, avrebbbero fatto saltare questo ed altro).
Insomma, se proprio la dobbiamo dire tutta, la presenza dei grillini in Giunta, una volta esploso il problema delle discariche, non sarebbe stato del tutto favorevole a Confindustria Sicilia e al suo vice presidente, Giuseppe Catanzaro, proprietario della più grande discarica siciliana (quella di Siculiana, in provincia di Agrigento, oggi al centro di vivaci proteste da parte degli abitanti di Montallegro, il Comune che si 'becca' gli 'aromi' della discarica di Siculiana). Perché un conto è mettere fuori dalla Giunta un assessore (cosa che è avvenuta con l'allontanamento di Marino), mentre altra e ben diversa cosa sarebbe stata rompere un'alleanza politica.
Ma è chiaro che con i se la storia si può soltanto immaginare.