Il candidato alla nomination repubblicana Chris Christie ha annunciato davanti alle telecamere del “The Tonight Show” che nel prossimo dibattito TV repubblicano sarà “nucleare”. La sfida si preannuncia difficile. Stando al recente sondaggio di Fox News, Donald Trump resta in testa mentre Christie è in fondo a tutte le classifiche.
Italiano da parte di madre e Governatore del New Jersey, lo stato con la più alta concentrazione di italo-americani, per Christie le prossime settimane diventano decisive per tentare di riconquistare quell’elettorato che qualche anno fa lo faceva pronosticare come uno dei favoriti per la Casa Bianca. Per farlo, dovrà sfoderare tutta la sua energia al prossimo dibattito TV, che avverrà il 16 settembre alla Reagan Library (nella Simi Valley in California) e andrà in onda sulla CNN alle ore 8 pm. Se non ce la farà, probabilmente dovrà rinunciare al suo sogno presidenziale. I dibattiti TV infatti si svolgono con regole ben precise e sono legati ai sondaggi nazionali. Chi ottiene il punteggio di gradimento più alto passa, mentre chi rimane in fondo viene gradualmente escluso dall'apparire in tv. A contendersi il primo posto per ora sono Trump e Carson, mentre Christie è ultimo insieme a Paul. Ma come ha fatto il governatore del Garden State, prima considerato uno tra i candidati più favoriti, a perdere così tanto terreno?
Una prima risposta va cercata nello scandalo Bridgegate, che ha visto coinvolti i consiglieri più vicini a Christie. Nel settembre 2013 il ponte di Fort Lee rimase bloccato per un’intera giornata, con la chiusura di tre corsie su quattro. Secondo quanto emerso fino ad ora dalle indagini, l’ingorgo è stato il frutto di una vendetta politica ai danni del sindaco democratico di Fort Lee, reo di non aver sostenuto Christie nella sua riconferma alla carica di Governatore. Il candidato repubblicano ha dichiarato sin dal primo momento la sua estraneità alla vicenda, ma non è da escludere che l’incidente intralci la sua corsa alla presidenza. Certo, sono tanti i politici americani che sono riemersi dalle ceneri di uno scandalo. Kennedy ce la fece comunque nonostante le sue note relazioni extra-coniugali e anche Clinton alla fine la spuntò. Secondo Michael Barbaro del New York Times però, un conto è tradire la propria moglie e un conto è tradire la fiducia dei cittadini americani.
Ironia della sorte, il secondo punto debole di Christie è proprio il fattore su cui ha strutturato l’intera campagna elettorale: il suo successo in campo economico. Il vanto più grande di Christie è quello di aver risanato il bilancio dello stato, messo a dura prova dal suo predecessore democratico. Eppure, nel corso della sua amministrazione, il rating del New Jersey è stato declassato per nove volte. Inoltre, secondo un’analisi condotta dal Washington Post e da ProPublica , le manovre economiche tanto pavoneggiate dal Governatore sono lontane dall’essere innovative. Christie ha innalzato l’età della pensione, ridotto l’ammontare della stessa per alcune fasce di contribuenti e aumentato la tassa sulle abitazioni, nonostante il New Jersey goda di fama nazionale per essere lo stato con le più alte imposte immobiliari di tutti gli Stati Uniti. Se la proposta di Christie in campo economico è quella di una politica incentrata sull’austerità piuttosto che su una politica economica espansiva, la strada alla Casa Bianca sembra restare in salita.
L’ultimo tallone d’Achille di Christie è il pilastro su cui ha costruito la sua immagine pubblica: quella di un repubblicano vittorioso alla guida di uno stato tradizionalmente democratico. Le sfide presidenziali però sono altre rispetto a quelle che presenta un singolo stato. Per puntare alla leadership bisogna avere consenso, carisma, grandi doti comunicative e intelligenza strategica. Proprio su quest’ultimo punto Christie sembra essere titubante, incapace di avere uno sguardo ad ampio raggio sulle urgenze nazionali e su come porvi rimedio. Riguardo all’immigrazione illegale ad esempio, Christie ha recentemente avuto una "brillante" illuminazione: “Basta che vai online e in ogni momento FedEx può dirti dove si trova il tuo pacco. Noi invece lasciamo che le persone entrino in questo paese con un visto e poi, appena varcata la frontiera, perdiamo le loro tracce”. Da qui l’idea di far assumere il fondatore della FedEx dal Governo con l’obiettivo di creare un sistema di tracciabilità per gli immigrati. Ma allora perché non caricarli sui camion della FedEx e lasciarli direttamente nella loro nuova casa, con tanto di ricevuta di spedizione? Oppure perché non trasportarli con un drone, al fine di impedire le lunghe code alla frontiera per il controllo dei documenti? Di certo, tracciare il cammino di Christie verso la Casa Bianca è impresa ardua. Per ora neanche la FedEx saprebbe dire come ne uscirà Christie al prossimo dibattito TV. Sarà davvero "nucleare"? Tra pochi giorni vedremo.