Dice oggi il capo del governo del nostro Paese, Matteo Renzi: “I richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati”. Poi aggiunge che “per la prima volta l’Europa riconosce il problema immigrazione… Per risolvere il problema immigrazione ci sono due modi di procedere: uno è quello di rinfacciarsi il passato, ma non porta a niente. L’altro è quello di provare insieme a risolvere un problema”. E ancora: “L’Italia è un Paese serio, solido, la cui risposta sul tema dell’immigrazione deve essere condivisa e congiunta. Per noi gli immigrati in mezzo al mare si salvano, siamo orgogliosi e grati per quello che ha fatto l’Italia. Ci vuole, però, condivisione in Europa e più il Paese si mostra compatto meglio è”.
Insomma, Renzi (foto a destra, tratta da vita.it) sulla questione immigrazione, dice più cose. Alcune un po’ in contraddizione. Finora è passata la linea di salvare tutti ad ogni costo. Ma questo fa parte della cultura di chi va per mare. Soccorrere chi è in difficoltà è un imperativo categorico. Il problema è che, i naufraghi, una volta giunti in Italia, cambiano nome. In Sicilia si chiamano migranti. Se raggiungono Milano o altre città del Centro Nord diventano profughi. Per alcuni di loro, dopo un periodo che va da un anno a due anni, c’è la possibilità di diventare richiedenti asilo politico. Ma nel nostro Paese, dati alla mano, i richiedenti asilo politico variano dal 7 al 10 per cento rispetto al totale. E gli altri chi sono? Come li chiamiamo? Renzi, come già accennato, ha usato un altro nome: migranti economici. La Lega di Salvini ne utilizza un altro ancora: immigrati clandestini.
La verità è che, nel nostro Paese, c’è un po’ di confusione. Anzi, molta confusione. E c’è, soprattutto, chi sugli immigrati ha costruito un grande affare, forse l’affare del secolo. Come avvenuto spesso negli anni passati con il contrabbando di sigarette, con la droga, con il traffico di armi, al centro di questo vorticoso giro di milioni di denaro c’è, piaccia o no, la Sicilia. Perché è in Sicilia che sbarca il 90 per cento di migranti.
Il grande affare comincia sulle coste del Nord Africa, in Libia. Chi deve effettuare la traversata, stando a quanto finora è stato accertato, paga da 3 a 5 mila euro. Trattandosi di miglia di persone il giro di affari è a nove zeri. Tutti diciamo: sono gli scafisti. Ma chi sono gli scafisti? E presumibile, in un mondo dove le mafie non si lasciano sfuggire nulla, che questo grande affare sia sfuggito alla loro attenzione?
Ma gli scafisti, da soli, non farebbero nulla. I migranti debbono arrivare in Europa. E il Paese che fino ad oggi li ha accolti, nella stragrande maggioranza dei casi, è l’Italia. Sicilia in testa. E’ stato ed è solo una questione di solidarietà? La domanda è legittima, non tanto per quello che finora è stato scoperto in Sicilia, quanto per quello che è già venuto fuori dall’inchiesta Mafia Capitale. E non è certo un caso se, da Roma, le indagini abbiano già toccato il Cara di Mineo. Con il coinvolgimento del sottosegretario, Giuseppe Castiglione, uomo forte del Ministro degli Interni Angelino Alfano in Sicilia. E chi è Alfano? Il politico italiano che, più di ogni altro, ha voluto l’operazione Mare Nostrum.
Con l’operazione Mare Nostrum la vita dei migranti che scelgono di arrivare in Europa via mare è diventata più sicura. Perché i soccorsi sono stati prestati sotto le coste libiche. Ed è così ancora con l’operazione Triton e con le imbarcazioni di mezzo mondo che prelevano i naufraghi sotto le coste libiche e li portano in Italia. Ma perché tutti portano i migranti in Italia? Ieri, a questa domanda, ha provato a rispondere un’inchiesta di Alessandro Mauceri pubblicata proprio su questo giornale (come potete leggere qui). La risposta è che non è scritto da nessuna parte che le imbarcazioni di mezzo mondo debbano portare i naufraghi-migranti in Italia. Eppure i continuano a portare in Italia. Perché?
La solidarietà, certo. Ma anche il grande affare, tutto italiano, legato alla gestione dei migranti. Cooperative ‘bianche’, cooperative ‘rosse’. Con la Procura della Repubblica di Roma che, a proposito della già citata inchiesta su Mafia Capitale, insiste sulla natura mafiosa dei protagonisti. La vicenda, a questo punto, diventa brutta. Bruttissima. Perché in questa babele dei centri di accoglienza succede di tutto. Qualche anno fa le immagini dei migranti del centro di Lampedusa trattati come automobili al lavaggio ha fatto il giro del mondo. Si pensava che, almeno a Lampedusa, le cose cambiassero. Invece, qualche giorno fa, è passata sotto silenzio una notizia inquietante: i parlamentari del Movimento 5 Stelle che si catapultano a Lampedusa e denunciano di aver trovato il centro di accoglienza vuoto. Anzi, per la precisione, hanno detto che il centro è stato svuotato proprio quando hanno saputo del loro arrivo. Incredibile!
E’ normale tutto questo? E’ normale che, in Sicilia, da qualche anno a questa parte, invece di investire nell’agricoltura di qualità, nel manifatturiero e in altri settori economici, si privilegi la gestione dei migranti a spese della collettività? Perché alla fine questo proliferazione patologica del Terzo settore, è inutile che ci giriamo attorno, è tutta a carico dei bilanci pubblici dello Stato, delle Regioni e dei Comuni.
E che dire, in Sicilia, dei centri di accoglienza per minori non accompagnati arrivati con i barconi? Al dicembre di due anni fa, in Sicilia, se ne contavano oltre 300. Con un costo annuo di 80 milioni di euro. Dal gennaio di quest’anno dovrebbe pagare lo Stato. Ma, stranamente, il Parlamento siciliano, nel Bilancio 2015, ha stanziato 24 milioni di euro. Per carità: giustissimo assistere i minori. Ma siamo sicuri che questi soldi vadano tutti ai minori e non, in buona parte, a chi li gestisce? E poi, se deve pagare lo Stato, perché è intervenuta la Regione? E chi pagherà il 2014 e il 2013, quando un minore costava 74 euro al giorno? (da quando paga lo Stato – come già ricordato, dall’1 gennaio di quest’anno – il costo di un minore è passato a 45 euro al giorno: come mai?).
Ancora: quanti sono i soggetti che oggi, nella nostra Isola, lavorano in questo settore dell’accoglienza? Non è che, tra qualche anno, ci ritroveremo con questo personale che chiederà alla Regione siciliana il riconoscimento dello status di precari? Ed è normale che in tutti questi centri di accoglienza le forniture vengano fatte senza evidenza pubblica a spese della collettività?
Ma tutto questo sistema potrebbe collassare. E qui torniamo a Renzi. Alle sue parole: “I richiedenti asilo si accolgono, i migranti economici vengano rimpatriati”. Di fatto, il sistema è stato in piedi fino a quando, in tempi brevi, il 90 per cento dei migranti arrivati in Italia veniva accompagnato fuori dai confini del nostro Paese. Cioè verso la Francia e verso i Paesi del Centro Nord Europa. Solo che la Francia e alcuni Paesi del Centro Nord Europa stanno chiudendo le frontiere. Hanno capito che l’Italia è il baricentro di questo grande affare?
Di certo i valori della sinistra – accoglienza e solidarietà – potrebbero essere messi da parte. Ancora lo scenario è confuso. Perché Renzi, l’abbiamo detto, è un po’ contraddittorio. Anche se pone il problema dei migranti economici da rimpatriare. Ammettendo che, fino ad oggi, c’è stata confusione. Insomma l’inchiesta Mafia Capitale non sembra campata in aria. Anzi. Forse i valori della sinistra non avrebbero dovuto fare da stampella a un sistema che si sta rivelando pieno di crepe e venato di malaffare. Fatto sta che la situazione sta diventando critica. Lo stesso Alfano, improvvidamente, di recente, ha ammesso che, dall’Italia, sono spariti 50 mila migranti. Spariti? Meglio dire emigrati in Europa clandestinamente. Verso quell’Europa che ora si sta chiudendo a riccio. Non sarà facile venire fuori da questa situazione. Questa volta gli slogan e le richieste di fiducia in Parlamento potrebbero non bastare.
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