In Sicilia – unico caso in Italia – per i ballottaggi nei 13 Comuni si vota anche oggi fino alla 15,00. Ciò significa che i risultati si conosceranno nel pomeriggio. Ma le notizie che arrivano dal resto d’Italia non sono affatto confortanti per il centrosinistra e, in generale, per il Pd. Insomma, i ballottaggi celebrati ieri nella Penisola confermano la crisi del Partito democratico a gestione renziana: bassa affluenza elettorale (tanti elettori del Pd – questa potrebbe essere la spiegazione più probabile – si sono rifiutati di recarsi alle urne: un segnale contro l’attuale Premier e segretario del Partito, Renzi). Numeri alla mano, il Pd di Renzi nel secondo turno delle elezioni comunali perde 5 capoluoghi: la più importante è Venezia, reduce dallo scandalo Mose. Pesanti anche le sconfitte di Arezzo (uno schiaffo alla ministra Maria Elena Boschi, renziana di ferro), di Nuoro (governata da 20 anni dal centrosinistra), Matera e Fermo.
Il centrosinistra vince a Mantova (strappata al centrodestra), Lecco, Macerata e Trani. A Rovigo il sindaco va alla Lega di Salvini. A Chieti vince Forza Italia. Il Movimento 5 Stelle vince nei tre Comuni in cui si era presentato al ballottaggio: Porto Torres, Venaria Reale e Quarto.
Questi, in sintesi, i risultati del secondo turno delle elezioni comunali. Alle urne si sono recati oltre 2 milioni di elettori. Ancora una volta in calo l’affluenza, bloccata al 47,1 per cento (63.21 per cento al primo turno). Il risultato finale della partita elettorale per la ‘conquista dei capoluoghi di provincia è di 6 a 4 per il centrodestra. A conti fatti il Pd perde in cinque città e strappa solo Mantova. Mentre un sindaco ha vinto sostenuto da liste civiche.
La sconfitta più pesante, per il centrosinistra, è a Venezia. Qui, nei mesi scorsi, è esploso lo scandalo delle tangenti del Mose. Vicenda che ha coinvolto centrosinistra e centrodestra. Il centrosinistra ha candidato Felice Casson, magistrato che fa capo alla sinistra del Pd (che, in realtà, Renzi non ama molto). Nella città della Laguna ha vinto l’imprenditore berlusconiano, Luigi Brugnaro, con il 53,20 per cento dei voti. A Casson non è bastato l’appoggio del Movimento 5 Stelle, movimento politico che non sembra in grado di ‘trasferire’ voti. Il segno che Beppe Grillo guida un movimento di opinione.
Detto questo, bisognerà capire, adesso, che effetto avranno i risultati elettorali del resto d’Italia sugli elettori siciliani chiamati oggi in 13 Comuni per eleggere i sindaci. I risultati potrebbero, per esempio, galvanizzare l’elettorato grillino, impegnato soprattutto in due Comuni: a Gela e ad Augusta.
A Gela un’eventuale vittoria del candidato del Movimento 5 Stelle, Domenico Messinese, segnerebbe la pesante sconfitta del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta (nativo proprio di Gela, città della quale è stato sindaco), e del Pd di area renziana: il governatore e i renziani sostengono, infatti, il sindaco uscente, Angelo Fasulo. L’eventuale sconfitta di Fasulo potrebbe sortire effetti devastanti nel governo della Regione e nel Pd siciliano.
Un altro Comune dove i grillini potrebbero tentare il colpaccio, come già accennato, è Augusta, provincia di Siracusa, la città delle raffinerie e dell’inquinamento ambientale per antonomasia (oltre all’inquinamento dell’aria in questa città è diventata tristemente ‘celebre’ la rada inquinata dal mercurio che né lo Stato, né la Regione hanno mai voluto bonificare, a parte le chiacchiere e i progetti fasulli, perché nessuno, fino ad oggi, ha avuto il coraggio di provare a risolvere un problema complesso che si riassume nella seguente domanda: dove andare a piazzare l’enorme quantitativo di mercurio fino ad oggi sepolto nella rada di Augusta?). Qui la sfida è tra Cettina Di Pietro, del Movimento 5 Stelle, e il moderato Nicki Paci.
In realtà, ad Augusta, la sfida è tra chi vorrebbe voltare pagina, mandando in soffitta un industrialismo un po’ demenziale che se, da un lato, ha creato posti di lavoro (sempre più pochi, negli ultimi anni, a dir la verità), dall’altro ha provocato un inquinamento spaventoso con gravi malattie molto diffuse e un alto tasso di malati oncologici (il problema, purtroppo, non riguarda solo l’area di Augusta, ma anche altri Comuni: per esempio, Priolo e Melilli).
Un altro Comune importante dove si vota è Enna. Ma qui sarà difficile smontare la candidatura di Vladimiro ‘Mirello’ Crisafulli. Esponente storico della sinistra post comunista, Crisafulli, pur essendo il segretario provinciale del Pd ennese è stato boicottato dalla segreteria nazionale del Partito democratico. Lui, il Mirello della discordia, si è presentato lo stesso, con una propria lista autonoma. Nonostante l’ostracismo del suo partito, ha superato il 40 per cento dei voti al primo turno ed è andato al ballottaggio contro Maurizio Di Pietro. Molti, in verità, si aspettavano una vittoria a primo turno di Crisafulli. Ma così non è stato (anche se, a dirla tutta, Crisafulli, oltre a scontare l'ostrascismo dei renziani non è stato favorito da una legge elettorale che ha eliminato il 'trascinamento' delle liste).
In ogni caso, Crisafulli parte con i favori del pronostico. Una sua eventuale sconfitta segnerebbe, con molta probabilità, la sua fine politica. Una sua vittoria, invece, lo rilancerebbe: e lancerebbe tutta l’area siciliana del Pd avversaria di Renzi.
Gli altri 10 Comuni dove oggi verranno eletti i sindaci sono Licata e Ribera in provincia di Agrigento; Marsala in provincia di Trapani, Tremestieri Etneo, Bronte e San Giovanni La Punta in provincia di Catania; Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina; Ispica in provincia di Ragusa; e Carini in provincia di Palermo.
Foto tratta da europaquotidiano.it